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Coronavirus, medico di Partinico: “Non lamentatevi se state a casa, unica soluzione per sconfiggere questa merda”

lunedì 23 Marzo 2020

Nuovo balzo in avanti dei contagiati in Sicilia. Come preventivato è la situazione messinese a spingere in su il numero dei casi registrati in Sicilia che adesso è in forte crescita da tre giorni consecutivi.

Dopo il picco di nuovi casi registrati due giorni or sono e dopo la nuova impennata di ieri, domenica 22 marzo, il dato è ancora crescente.

Sono presenti 20 casi in una casa di riposo e del Centro neurolesi di Messina. Situazione difficile anche in una Residenza sanitaria assistita di Villafrati nel Palermitano che è stata isolata.

In totale 596 persone risultate positive al coronavirus in Sicilia (138 in più rispetto a l’altro ieri ). Lo ha detto ieri la Regione (22 marzo ndr). Dall’inizio dei controlli, i tamponi validati dai laboratori regionali di riferimento (Policlinici di Palermo e Catania) sono 5.580.

Numerosi i medici, infermieri e soccorritori in prima linea che in queste settimane stanno affrontando una emergenza che verrà ricordata nei libri di storia come la peggiore crisi italiana dopo la seconda guerra mondiale.

Tra i medici in trincea a Palermo e esattamente nel Covid center di Partinico è presente il cardiologo Riccardo Santolini che fa una esatta fotografia di ciò che si sta vivendo nell’ospedale di Partinico, situazione che si rispecchia anche in tutti gli ospedali di Italia.

E’ dura, troppo..inimmaginabile . Sono solo poche ore in zona rossa e respiri male con la doppia mascherina, gli occhiali di protezione si appannano, la visiera sopra la cuffia distorce le immagini, leggi male sul desktop del PC, mantieni la distanza, cerchi di toccare il meno possibile, ti cola il naso e stai fermo sperando che finisca, guardi l orologio perché i minuti sono interminabili, arriva il dodicesimo paziente, con polmonite e che per fortuna satura bene, somministri clorochina e l’inibitore delle proteasi (HIV), i farmaci arrivano dal montacarichi, gli esami cartacei sotto la porta, e sei assolutamente solo con 2 infermieri (veri eroi) che si cambiano continuamente i guanti, puliscono i pazienti e ti guardano con gli occhi stanchi. Il telefono squilla, sono i parenti, l’unico contatto, e ti rendi conto che tutti noi siamo parenti, medici, preti. Per piacere non lamentatevi se state a casa. I numeri sembrano favorirci. E’ difficile lo so, ma l’unica strada possibile affinché si riduca la diffusione di questa merda“. Afferma Riccardo su Facebook.

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