Sono saliti a 821 i casi di contagio in Italia per il coronavirus.
A fornire il nuovo dato è stato il commissario della Protezione Civile Angelo Borrelli, nel corso della conferenza stampa di oggi per aggiornare la cittadinanza sull’emergenza.
Al computo dei contagiati va addizionato il conto delle vittime, giunte a 21 (ovvero 4 in più di ieri) e dei pazienti guariti.
Le persone decedute sono due originarie del Veneto, due dell’Emilia-Romagna e 17 della Lombardia. Le ultime quattro vittime sono un uomo di 73 anni di Offanengo (Cremona), due donne, un’80enne di Gandino (Bergamo) e un’86enne di Cene (Bergamo) e un uomo di 85 anni di San Fiorano (Lodi) deceduto però in Emilia-Romagna.
Degli 821 ammalati complessivi, 474 sono in Lombardia, 149 in Veneto, 143 in Emilia-Romagna, 19 in Liguria, 11 in Piemonte, 7 in Toscana, 6 nelle Marche, 2 in Sicilia, 4 in Campania, 3 in Puglia, 1 in Abruzzo, 1 in Calabria e 1 nella provincia di Bolzano.
Sono 46 le persone guarite: 40 in Lombardia, 3 nel Lazio, 2 in Sicilia, 1 in Toscana.
“Il dato importante – ha detto Borrelli – è che la metà dei contagiati (412) sono persone che sono asintomatiche, o con sintomi lievissimi e che quindi non hanno bisogno di ospedalizzazione. Sono in isolamento domiciliare fiduciario. Altre 345 persone sono ricoverate in ospedali con sintomi e 64 sono ricoverati in terapia intensiva”. “L’assistenza alla popolazione prosegue, lunedì riapriranno le poste in alcuni Comuni per pagare le pensioni. Nelle zone rosse la vita proseguirà regolarmente”.
SITUAZIONE GRAVE NEL LODIGIANO
Intanto, i medici lombardi del lodigiano lavorano senza sosta per contrastare il picco di casi registrato nelle ultime ore.
E il personale sanitario è costretto a lavorare in condizioni d’emergenza. I medici hanno infatti a disposizione, per la protezione personale, solo 5 mascherine (che andrebbero cambiate ogni otto ore) e due camici a testa (i quali dovrebbero essere sostituiti una volta al giorno).