Il Covid non ha provocato solo morti, ha anche causato un crollo della natalità. Un problema che le statistiche più recenti hanno evidenziato con numeri preoccupanti, divenuti drammatici negli ultimi 6 mesi.
La paura del futuro, l’instabilità davanti ad una pandemia che non sembra arrestarsi, nonostante il vaccino, ha ridotto drasticamente di più di un 30 % le coppie che ricorrono alle tecniche di medicina della riproduzione.
Il 30 % delle coppie che a fine 2020 avevano iniziato con un colloquio la strada della PMA (procreazione medicalmente assistita), a causa di varie problematiche che hanno determinato sterilità, alla fine ha rinunciato. Le coppie intervistate hanno rivelato una paura verso l’incertezza del futuro su cui incombe una pandemia che ha ripreso a fare paura.
Specchio di una realtà sociale in cui tantissime giovani coppie decidono di rinviare ad un futuro migliore il momento di diventare genitori.
“E’ fondamentale – spiega Giuseppe Valenti, responsabile del Centro Genesy di Palermo – che la politica prenda in seria considerazione la situazione, soprattutto rendendo operativi i LEA della PMA bloccati dal 2017 senza nessun motivo apparente. Inoltre è importante iniziare una campagna di comunicazione che riduca la paura delle coppie verso la scelta di diventare genitori, con una sempre maggiore sensibilità verso le politiche familiari. Questa denatalità, in un paese con età media sempre più alta, deve far impensierire per il prossimo futuro”.
L’allarme è stato lanciato da tutte le società scientifiche con sempre più forza ed iniziative. Un allarme giustificato dagli ultimi dati Istat: dai 404 mila nati nel 2020 si passerà ad una cifra stimata intorno ai 385 mila nati nel 2021. “La PMA – ha proseguito Valenti – è un’opportunità per molte coppie di potere avere una gravidanza che senza tale tecnica non avrebbero e rappresenta il 3% di nascite in più ogni anno. Ma è anche un diritto che, incredibilmente, é riconosciuto in modo diverso nei vari Paesi della comunità europea ma soprattutto, cosa inconcepibile, nelle regioni del nostro territorio nazionale. Abbiamo bisogno di sensibilizzare e di far superare le paure, di far conoscere il cuore che anima i centri di PMA e tutti sono necessari per farlo, soprattutto i rappresentanti della politica e i mezzi di comunicazione”.
Dagli anni Ottanta ad oggi il numero degli spermatozoi è crollato a ritmi preoccupanti e in questo dramma ha giocato un ruolo determinante l’inquinamento ambientale. In questo panorama Il Covid 19 ha trovato terreno fertile e studi recenti hanno evidenziato come questa sinergia determini un aumento ulteriore dell’impoverimento degli spermatozoi a causa di un aumento dello stress ossidativo generato appunto dal virus.
L’età è tra le principali cause della sterilità di coppia nella moderna società. E questo è un aspetto cruciale considerato il progressivo avanzamento dell’età materna alla prima gravidanza: le stime prospettiche parlano di una percentuale di gravidanze in donne ultra-trentacinquenni pari al 25% nel 2025 contro il 12% registrato agli inizi degli anni Novanta. Del resto le donne sono sempre più impegnate sul fronte lavorativo, scegliendo di posticipare di diversi anni la maternità e di programmarla in un preciso momento della propria vita nell’attesa di una maggior stabilità affettiva, economica e lavorativa.
Le Tecniche di PMA inserite nei LEA nel 2017 non sono state mai realmente attivate in quanto è fermo il tavolo tecnico sulla valorizzazione economica di ciascuna tecnica: chiaramente un modo di fermare un processo già avviato e atteso da milioni di italiani. Circa 15.000 bambini nascono ogni anno in Italia, le coppie che ricorrono a tali tecniche per un problemi sterilità sono circa il 25 % della popolazione.
Sulla base di questi dati nasce l’iniziativa di giovedì 23 a Palermo: la società scientifica SIRU ha avviato il progetto “Si aprono le porte al Parlamento” che prevede di far valutare, nei vari centri italiani, visivamente quello che ogni giorno migliaia di operatori fanno per supportare le coppie con problemi di sterilità a realizzare il loro sogno di genitorialità. “Apprezzando questa idea – ha concluso Valenti – abbiamo voluto far nostra questa iniziativa invitando presso il centro Genesy-PMA di Palermo, l’onorevole Riccardo Maggi, presidente di + Europa. Riteniamo utile elevare la conoscenza del problema denatalità-PMA tramite questo strumento perché sensibilizzare è conoscenza e difendere i diritti dei cittadini è al centro di ogni azione politica. Giovedì 23 settembre 2021 alle 11 con il parlamentare Riccardo Maggi al centro Genesy di via Pietro Scaglione 28, incontreremo alcune mamme che hanno raggiunto il loro sogno di maternità grazie alla PMA e i loro piccoli, coinvolti in una festa a loro dedicata, quindi entreremo nel percorso della clinica, dei laboratori dove avviene tutta la parte tecnica della PMA. Un incontro per dare sempre più forza alle voci in Parlamento che, sempre più numerose, chiedono di rendere operativi nel SSN le tecniche di Pma, che milioni di persone aspettano increduli”.