Il peggio sembra ormai alle spalle, ma Baldo Renda, direttore di Anestesia e Rianimazione all’ospedale Cervello di Palermo, resta cauto. “Molto dipenderà dal ritmo della campagna di vaccinazione – dice all’Adnkronos -. Non credo che in Sicilia, soprattutto nella fascia d’età più vulnerabile, ci sia ancora una percentuale importante di soggetti vaccinati e questo, rispetto alle altre regioni, può essere un limite”. Da poco più di una settimana nel nosocomio interamente riconvertito per la cura di pazienti Covid si ‘respira’. ” Da circa 10 giorni registriamo una riduzione lenta ma progressiva dei ricoveri – spiega -. Il flusso di pazienti che arriva al pronto soccorso si è ridotto e continua a contrarsi in maniera costante”. Nel reparto di Terapia intensiva che può contare complessivamente su 16 posti attualmente ne sono occupati la metà. “E’ chiaro che noi lavoriamo con i pazienti che sono degenti nei vari reparti, pazienti che hanno bisogno della massima intensità di cure”.
Nella seconda ondata l’età media si è abbassata. “Facciamo i conti con tanti 50enni, abbiamo avuto anche un 38enne e qualche 40enne, ma sono soprattutto over 50, tutti non vaccinati”. All’ospedale Cervello a pieno regime sono oltre 240 i posti letto nei vari reparti dedicati a chi è risultato positivo. Dalla Chirurgia alle Malattie infettive, dalla Pneumologia all’Ostetricia ognuno accoglie pazienti Covid bisognosi di cure. “La riconversione? Dopo 14 mesi estremamente difficili tutti noi ci auguriamo di poter tornare alla ‘normalità’, ma credo che saremo gli ultimi visto che il nostro ospedale è un centro hub”.
A preoccupare il direttore di Anestesia e Rianimazione è il via libera alle aperture. “I numeri ci dicono che probabilmente il peggio è passato – avverte -, ma tutte queste aperture mi lasciano un po’ dubbioso. Attendiamo i segnali sperando che siano positivi, in ogni caso noi siamo pronti a fronteggiare eventuali emergenze, che mi auguro non ci siano. Certamente non credo che rivivremo più la situazione vissuta qualche mese fa”. Il riferimento è al picco registrato nei mesi scorsi, effetto del calo di attenzione legato alle vacanze pasquali. “Eravamo arrivati al massimo delle nostre possibilità di ricovero, una situazione davvero pesante, un flusso che non ci aspettavamo”. Guardando indietro, ai lunghi mesi di sacrifici e impegno, resta una consapevolezza.
“E’ un’esperienza che nessuno di noi potrà mai dimenticare – ammette -. Soprattutto dal punto di vista umano. Molti di questi pazienti, seppur gravissimi, erano pienamente consapevoli del loro stato. Ci siamo trovati improvvisamente a vivere questo aspetto emotivo fortissimo e con un numero assai elevato di pazienti quadri clinici assai gravi con cui non ci eravamo mai confrontati. Tanti e tutti insieme”. Eppure mai c’è stato un tentennamento. “Non ci siamo mai persi d’animo, non potevamo farlo”, conclude Renda.