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Covid, inchiesta dati falsi. L’intercettazione: “Palermo doveva essere zona rossa”

martedì 30 Marzo 2021

Palermo e la provincia lo scorso 19 marzo dovevano diventare zona rossa. Lo dicevano i dati. E’ quanto emerge da alcune conversazioni tra la dirigente generale del Dasoe Maria Letizia Di Liberti e l’assessore alla Salute Ruggero Razza. Entrambi sono indagati perché avrebbero comunicato dati sui contagi falsi all’ISS.

La dirigente chiama l’assessore per informarlo della situazione pandemica Covid-19 nella città di Palermo e nella provincia, in quanto dai dati disponibili i contagi giornalieri sono molto preoccupanti e si attestano sui 500 nuovi casi, di cui 255 soggetti positivi nel capoluogo e 245 nella provincia. La dirigente dice che bisogna istituire la “zona rossa” quanto meno nel capoluogo siciliano, in quanto è stato superato l’indice di contagio di 250 casi su 100.000 abitanti su base settimanale.

L’assessore risponde di valutare meglio la situazione prospettata e afferma che vuole informare il Presidente della Regione. “Ruggero, secondo me, noi, Palermo dobbiamo fare zona rossa. 500 positivi solo in provincia di Palermo, di cui 250″, dice Di Liberti. “Oggi?” chiede Razza. “Sì, di cui 255 solo in città. Ti mando ora tutti i comuni della provincia. Abbiamo controllato i laboratori, i comuni – aggiunge Di Liberti – è che ci sono in tanti comuni, ci sono comuni con 39, 29, ci sono nuovi focolai”. “Stasera ne dobbiamo parlare, voglio anticiparlo al Presidente”, conclude Razza.

E in effetti l’assessore Razza informa il presidente Musumeci della drammatica situazione dei contagi da Covid-19 venutasi a creare a Palermo e nella Provincia, confermandogli che è stata superata la quota di 250 contagi per 100.000 abitanti e si impone la necessità di instituire la “zona rossa”. I due concordano nel dover informare preventivamente le istituzioni locali, il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Gianfranco Miccichè e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

“Ti volevo dire che abbiamo una situazione molto difficile a Palermo e provincia. La incidenza ha superato la quota dei 250 per 100.000 abitanti e solo oggi superiamo i 400 casi solo a Palermo”, dice Razza.

“Minchia”, risponde Musumeci. “Si impone la necessità di dichiararla zona rossa. – riprende l’assessore – Su tutta la provincia. Questo ovviamente, secondo me, dobbiamo un attimino calibrarlo e capire come farlo. Non so se tu vuoi sentire Orlando”.
“E certo”, risponde Musumeci.

“Il Dipartimento farà la proposta questa sera, – aggiunge Razza – decidiamo se glielo vogliamo dire oggi o se glielo vogliamo dire domani, perché se glielo diciamo ad Orlando, Orlando se la vende subito”. “Sì, se la vende subito, il problema – aggiunge Musumeci – è capire se siamo in condizione di potere avvisare poi domani in tempo utile. Questo è il discorso, perché non è che glielo possiamo comunicare due ore prima alla gente”.

Il 20 marzo Musumeci parla con Razza, al quale chiede come mai non lo abbia più informato sulla istituzione della “zona rossa” a Palermo. Razza – scrive il gip “tergiversa nella risposta, racconta che non è più necessaria la istituzione della zona rossa in quanto, dall’analisi dei dati, hanno accertato che l’area interessata (Palermo e Provincia) si trova al di sotto della soglia di 250 contagi per 100.00 abitanti”. 

LA REAZIONE DEL SINDACO ORLANDO

“Se è confermato, è inaccettabile pensare di scherzare con la vita delle persone, con la vita delle città, fornendo dati manipolati per chissà quali interessi. Noi chiediamo chiarezza e io, come sindaco di Palermo e come presidente Anci Sicilia, a nome di tutti i sindaci chiedo chiarezza. Noi sindaci ci siamo attenuti alle indicazioni che ci venivano fornite e adesso sorge ancora una volta il dubbio che si tratti di dati non veritieri, addirittura manipolati ad arte. Voglio ricordare ancora ad ottobre la polemica con il Governo regionale, quando chiesi l’intervento del Governo nazionale per accertare i dati che riguardavano i contagi a Palermo per consentire o non consentire la riapertura delle scuole. Ebbi allora la rassicurazione di un intervento del Governo nazionale. In questi mesi, in queste settimane ho continuamente richiesto all’assessore Razza e a tutti gli organi competenti sanitari locali di fornire dati certi, non a nome mio, non per Palermo, ma per tutti i comuni della Sicilia. E oggi siamo in presenza di un dubbio grande, enorme, che finisce certamente col creare sfiducia, penalizzare la vita delle persone e rendere incerta l’attività dei sindaci, noi che siamo chiamati da una parte a ricevere dati che dovrebbero essere corretti, dall’altra parte ad adottare provvedimenti. Non mi stancherò mai di ripetere che la classificazione di una zona non deve essere né una partita a poker, dove è possibile bluffare nascondendo le carte, né tantomeno può essere un concorso a premi, dove essere arancione è meglio che essere rosso e giallo è meglio di essere arancione con la conseguenza che poi la gente muore. Si muore e non si scherza con la vita delle persone”.

Lo dichiara il sindaco di Palermo e presidente Anci Sicilia, Leoluca Orlando.

 

 

 

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