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Covid, Razza esclusivo: “Curva in forte crescita, essenziale responsabilità nei comportamenti individuali”

domenica 15 Agosto 2021
Ruggero Razza
Ruggero Razza

Siamo a mezz’agosto e nell’estate del Covid19, comunque, si assiste al turismo d’oltre confine, si intensificano i rapporti interpersonali e sociali, e di certo la circolazione e la gravità del virus non arretrano non avendo ancora raggiunto l’immunità di gregge, nonostante l’arma efficace del vaccino, e con l’aggiunta della variante Delta che replica le diffusioni delle infezioni da SARS-CoV-2.

In Sicilia il decorso della pandemia è pienamente in atto e facendo l’analisi sullo scenario sanitario dell’Isola da qui al prossimo autunno, dopo l’intervista realizzata da ilSicilia.it all’assessore della Salute della Regione Siciliana, Ruggero Razza, emergono alcune criticità. Ma una speranza c’è e un fatto rimane incontrovertibile: sottoporsi alla vaccinazione è l’unico modo per ristabilire l’equilibrio, insieme agli altri strumenti da adottare per debellare il Coronavirus.

Assessore Razza, rispetto all’andamento dell’epidemia in Sicilia cosa ci aspetta nelle settimane successive, e quali sono i comportamenti che stanno destando preoccupazione?

In questo momento la nostra principale emergenza è quella di fare comprendere ai cittadini siciliani, quelli che non hanno ancora deciso, che la vaccinazione è lo strumento più importante per evitare che il contagio possa degradare in una patologia che può portare all’ospedalizzazione. Sono consapevole che ci sono delle resistenze, qualche volta persino dal punto di vista ideologico, ma i numeri nonOspedali Covid, terapie intensive mentono. C’è un dato di ieri, per il quale il 92% dell’occupazione di non vaccinati in terapia intensiva. E anche nelle degenze ordinarie ci sono numeri non molto diversi”.

La situazione è complessa?

“Questo tipo di situazione non si giustifica dal punto di vista organizzativo. Noi abbiamo scelto per primi in Italia la piattaforma di prenotazione più semplice, cioè quella di Poste Italiane, che poi è stata adottata da tutte le Regioni, abbiamo costruito degli hub che hanno fatto un enorme lavoro, soprattutto nelle aree metropolitane e nelle grandi città, abbiamo stipulato convenzioni con i medici di famiglia, con le farmacie. Il tutto nell’ottica di rendere più capillare la vaccinazione. Oggi, con i provvedimenti, che sono stati anche di recente adottati con l’ordinanza, sulla base del parere del Comitato tecnico scientifico regionale, abbiamo fatto un passo avanti, e cioè collegato alla percentuale di vaccinati, all’adozione di politiche mirate”.

A quali politiche si riferisce?

Prima di tutto la possibilità di adottare delle misure di contenimento territoriale dell’epidemia e poi anche la disposizione a tutte le aziende sanitarie provinciali di individuare un punto fisso di vaccinazione in ognuno dei Comuni che hanno una percentuale di vaccinati inferiori al 70%. Assieme a questo, contiamo molto su un rinnovato spirito di collaborazione tra l’assessorato e la medicina di base e di pediatri di libera scelta. Questa sfida la si vince se tutte le componenti svolgono una funzione attiva e se riusciamo a convincere un numero sempre maggiore di cittadini”.

Il governo Musumeci sta provvedendo a rafforzare la rete ospedaliera con l’incremento dei posti letto. Situazione attuale?

“Altro elemento importante è collegato ai posti letto. Noi abbiamo certamente aumentato, e ancora faremo, il numero dei posti letto per i pazienti covid e non covid, ma esiste un’asticella massima che è quella prevista dal D.M. 70 che impone per le specialità un tetto massimo del numero dei posti letto determinato sulla base del rapporto con la popolazione. Ma se torniamo ad occuparci degli ospedali vuol dire che siamo già molto avanti rispetto all’epidemia, perché vuol dire che siamo arrivati alla coda finale, quella della acuzie. Noi invece dobbiamo riuscire a controllare i comportamenti individuali e a spingere la popolazione verso una indispensabile immunizzazione”.

Assessore, secondo lei perché molti cittadini si tirano indietro rispetto al vaccino? Forse è mancata un’adeguata informazione?

“Io non penso che ci sia stato un problema di informazione. All’inizio, perché non dirlo, noi abbiamo assistito ad un caos comunicativo sul vaccino AstraZeneca, sui decessi avvenuti in Sicilia poi non risultati essere correlati a quel lotto, ma questo ha inciso sulla campagna vaccinale perché ha creato un clima di timore. Questo  timore si è poi superato, la campagna ha iniziato a crescere fino a superare anche le 60 mila somministrazioni al giorno. Oggi assistiamo ad un momento di stasi”.

Perché a suo avviso?

“Perché siamo arrivati a quella fascia di cittadini che hanno maturato la decisione o di non vaccinarsi o di farlo dopo l’estate. Tante volte mi è capitato di sentire dialoghi tra persone a tratti surreali. Del tipo: ‘ma tu perché non ti sei vaccinato?’ ‘Ora è estate, a settembre ci pensiamo’. E’ chiaro che questo tipo di atteggiamento non è utile, perché non possiamo pensare a settembre, ottobre e novembre, di paralizzare ancora le strutture ospedaliere, non possiamo pensare di non curare tutti coloro che hanno patologie molto gravi, non possiamo pensare che il sistema sanitario venga a concentrarsi solo sui pazienti di Covid positivi. E questo sul fronte della sanità. Sul fronte dell’economia, non possiamo pensare che settembre, ottobre e novembre possano essere gestiti di modo che si fermino nuovamente le attività produttive, perché la nostra Regione non se lo può permettere”.

A proposito di questo, l’Italia resta in bianco, eccetto le isole. I casi di positività in Sicilia sono aumentati e si rischia la zona gialla. Il turismo c’entra?

Eolie, assembramenti turisti nei porti“Ma le isole, non solo quelle della Sicilia, ma anche le isole di altri Stati d’Europa sono prese d’assalto. Questo non è legato al mercato turistico in sé. Ma è, più in generale, legato al fatto che ci sono centinaia di migliaia di persone in più al giorno che aumentano le occasioni di  contatto interpersonale e che producono l’effetto di aumentare la percentuale di casi. In Sicilia ci sono 5 milioni di abitanti, nel merse di agosto arriveranno in Sicilia due milioni e mezzo di turisti, vuol dire che fisiologicamente aumenta del 50% la possibilità che ci siano contagi. E soprattutto, perché non dirlo, chiunque di noi vada in alcune località si avverte di comportamenti che non sono particolarmente sensibili alle regole della precauzione. Io ho visto scene, qualche volta alle Isole Eolie, qualche volta in locali, qualche altra volta nelle città d’arte, dove ben si comprende la ragione per la quale oggi il Presidente Musumeci ha ritenuto di  dover adottare un’ordinanza che, tra le altre misure, dispone anche che in caso di grande affollamento sia indispensabile avere con sé la mascherina, da indossare anche all’aperto. Io porto sempre con me la mascherina, e non capisco la ragione per la quale non la si debba portare. In questo momento ci aiuta a diminuire la diffusione dei contagi. Si è calata la tensione”.

Ma dal punto di vista della zona gialla.

Io non voglio fare una previsione, dico soltanto che la differenza tra la zona gialla e la zona bianca non è così significativa per le attività economiche, ma quello che preoccupa è, semmai, il trend. Cioè, noi dobbiamo fare di tutto per impedire che nella ripresa tra settembre ed ottobre si possano determinare condizioni che paralizzino le attività economiche. Ripeto, questo non ce lo possiamo permettere e abbiamo due mezzi a disposizione: da un lato la vaccinazione e dall’altro l’adozione di misure di cautela”.

Rispetto all’incidenza della curva epidemiologica in Sicilia? E quale il piano d’emergenza?

E’ una curva in forte crescita. Noi abbiamo l’aumento dei posti letto, aree di vaccinazione e l’adozione delle aree di limitazione di mobilità, sono i due pilastri, poi ovviamente i comportamenti individuali che sono essenziali”.

Assessore, ai sensi della nuova ordinanza del presidente della Regione, lei ha chiesto la regolare apertura di tutti i drive-in. Come funziona il meccanismo?

“Noi siamo stati tra le Regioni che hanno fatto la scelta di rendere gratuito per tutti anche il tampone antigienico. Lo abbiamo fatto per l’esigenza di aumentare il massimo dei controlli, anche se però si sta rivelando un disincentivo alla vaccinazione e quindi siamo intervenuti. I tamponi saranno gratuiti per tutte le attività di screening disposte, per chi rientra all’interno delle strutture, per chi va nei musei, per chi rientra dalle altre Regioni, o dagli altri Stati nei quali la vaccinazione è obbligatoria, ma per tutto il resto non è opportuno che si continui a rendere gratuitamente un servizio a chi ostinatamente ritiene di non volersi vaccinare. Ovviamente il meccanismo deve essere incentivante”.

Esiste anche quella fetta di persone che sostiene di non volere fare il vaccino, dato che in alternativa ci sono altre terapie per curarsi nel caso in cui si contragga il covid. Assessore Razza, lei come risponde?

Una cosa è la prevenzione, e il vaccino offre una prevenzione adeguata: diminuisce la mortalità ed evita di avere rispetto al covid un esito, dal punto di vista patologico, molto grave. Poi c’è la cura, e noi abbiamo attuato, accogliendoli, sia i protocolli di cura ospedaliera – in alcuni casi facendo anche grande sperimentazione –  sia i protocolli di cura domiciliare. Io credo molto nella necessità di curare le persone e ritengo che sia fortemente sbagliato e illogico pensare che si possa rendere competitivo e antitetico il vaccino con la cura, sono due cose profondamente diverse e l’una non esclude l’altra. Se si fa il vaccino antinfluenzale, non vuol dire che non si prende la febbre, ma vuol dire che non si prende una febbre a quaranta che massacra. Quante persone facendo il vaccino antinfluenzale, comunque, hanno preso la febbre? Però l’hanno presa in una forma molto più lieve. Uno studio, recentemente pubblicato a livello internazionale, ha dimostrato che sul paziente Covid positivo vaccinato il decorso della malattia è assolutamente più rapido e con esiti molto più favorevoli. Poi possiamo dire tutto quello che vogliamo, ma il 92% delle persone che oggi sono in terapia intensiva un vaccino non lo hanno fatto. Qualcosa vorrà pur dire!”

Poi a complicare la situazione la variante Delta, molto aggressiva.

Sulla variante Delta c’è stata un’allerta internazionale del Ministero della Salute nei giorni scorsi che ha evidenziato come questa sia molto più contagiosa e impone la necessità di adottare misure più adeguate. E’ dimostrato che dove la vaccinazione è più alta, minore è la circolazione delle varianti”.

A questo punto, le chiedo: è favorevole all’obbligo vaccinale?

Da qualche giorno penso che sia una cosa sulla quale bisognerebbe riflettere. Certamente non per tutti, ma per alcune fasce di età, e non vorrei che la riottosità di alcuni anziani la debbano pagare i bambini, non mi sembra giusto”.

Assessore, lo stato di salute del sistema sanitario siciliano come si presenta?

Il nostro sistema sanitario, in questo momento, sta crescendo dal punto di vista delle offerte, e questo è un dato di fatto. Stiamo cercando di incrementare, da Palermo a Catania, a Messina e in ogni provincia della Sicilia, l’offerta sanitaria, anche sulla base delle iniziative di miglioramento dal punto di vista dell’edilizia sanitaria. Il governo Musumeci è senza dubbio non solo quello che ha più investito in edilizia e in tecnologie, ma è anche quello che oggi ha il maggior numero di cantieri aperti in Italia perché questo si possa determinare”.

Altra questione che preoccupa. Gli sbarchi in Sicilia aumentano, con le conseguenti difficoltà per i controlli. Come viene gestita la situazione dal punto di vista sanitario?

“La gestione dei migranti è affidata al Ministero dell’Interno. Tutti ricorderanno che quando il presidente Musumeci ha adottato lo scorso anno un provvedimento molto forte, l’autorità giudiziaria ha statuito la prevalenza dello Stato nelle politiche di gestione della migrazione, nonostante si sia in una condizione di emergenza sanitaria. Penso che di questo tema dell’immigrazione, ne discuteranno oggi il presidente Musumeci e il Ministro Lamorgese che si vedono a Palermo. Dal punto di vista sanitario, io ritengo che l’adozione dei protocolli sia indispensabile. Stiamo ovviamente isolando e sottoponendo a quarantena tutti. Lo scorso anno, era stato il presidente Musumeci a chiedere l’utilizzo delle navi quarantena e si sono rivelate uno strumento indispensabile, però è uno strumento di gestione dell’emergenza. Quello che sembra mancare, ma lo ha detto anche il presidente Draghi, è la consapevolezza di una regia europea della gestione degli sbarchi, e questa non c’è. Non si devono mai dimenticare a Bruxelles che la Sicilia non è il confine dell’Italia, ma il confine dell’Europa”.

Il suo appello ai siciliani?

Il mio appello è di vincere ogni timore e di fare prevalere la libertà di tutti nel rispetto della propria”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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