“Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”. Sembra uscito direttamente dal Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa il mantra di Roberto Lagalla al Comune di Palermo.
Da settimane, ormai, la tensione è alle stelle e non accenna a diminuire. Anche al termine del vertice di maggioranza voluto dal sindaco a Villa Niscemi, lo scacchiere è rimasto immobile. Ogni gruppo politico ancorato sulla propria posizione e nessuno ad accennare il minimo segno di cedimento.
Le due “regine” sono Fratelli d’Italia e Forza Italia, che hanno visto accrescere il loro potere in consiglio comunale e puntano a fare altrettanto anche in Giunta.
I meloniani sono avvantaggiati dal passaggio tra le loro file di Andrea Mineo, che ha arricchito la rosa degli assessorati portandola a quattro. Forza Italia, dal canto suo, dopo aver spinto inizialmente per il rimpasto, ha trovato un accordo interno con Rosi Pennino, ma pretende ancora le deleghe di Mineo al Patrimonio e alle Politiche ambientali. “Non c’è un veto sulla persona”, dicono a più voci. E, per la verità, i forzisti potrebbero perfino scendere a compromessi anche per le stesse deleghe, purché gli azzurri possano tornare ad avere tre assessorati, oltre alla presidenza del consiglio comunale. Tutti d’accordo, pare, almeno sull’ingresso di Pietro Alongi nella squadra di Lagalla.
È vero, il ruolo di Giulio Tantillo è quello di garante, ma il presidente di Sala delle Lapidi – e momentaneamente Sala Martorana – può costituire merce di scambio in caso di impasse tra le forze politiche, come già accaduto in passato. Solo così facendo, oltretutto, si riuscirebbe a trovare la quadra, anche perché Carolina Varchi, che inizialmente si era tirata indietro considerando concluso il suo compito dopo essere riuscita a far approvare in tempo record tutti i documenti contabili che il Comune aveva lasciato in stand-by nella scorsa consiliatura, è intoccabile. Trait d’union con il governo nazionale, da vicesindaco con delega al Bilancio può continuare a giocare un ruolo chiave.
Mentre la Lega è ancora tormentata da lotte intestine per l’eventuale sostituzione in anticipo di Sabrina Figuccia con Alessandro Anello a Turismo, sport e politiche giovanili, chi bussa alla porta di Lagalla è la Dc Nuova. La campagna acquisti in consiglio ha dato i suoi frutti: da tre i democristiani guidati da Domenico Bonanno sono passati a cinque. Ma la richiesta di acquisire un altro assessorato oltre a quello delle Attività produttive gestito da Giuliano Forzinetti pare abbia perso di mordente. Tanto che dopo il vertice di venerdì scorso sembra che la strategia sia più attendista.
Di sicuro c’è che tra tutti i litiganti, a perdere sarà solo il primo cittadino, costretto a cedere una o due pedine. Totò Orlando sembra inamovibile da Lavori pubblici e servizi cimiteriali. In bilico ci sono Antonella Tirrito e le sue deleghe ad Innovazione digitale, protezione civile, emergenza abitativa ed educativa, politiche migratorie, reinserimento sociale dei detenuti e rapporti con le confessioni religiose, ma anche Maurizio Carta. L’assessore all’Urbanistica, al centro storico, alla mobilità e alla transizione energetica potrebbe comunque restare con un ruolo da superconsulente.
I giochi non sono ancora fatti, anzi, tutt’altro. Ma nello scacchiere del Comune la partita si giocherà nei prossimi giorni, prima della trasferta di Anci a Genova.