“Il Governo nazionale assuma finalmente una posizione chiara e decisa sulla crisi della Cmc di Ravenna, che in Sicilia ha messo sul lastrico oltre cento imprese e 2.500 lavoratori. Anticipi soldi ai creditori siciliani del Gruppo per consentire la ripresa immediata dei lavori sulla Agrigento-Palermo, sulla Agrigento-Caltanissetta e sulla metropolitana di Catania, e sia poi lo stesso governo a rivalersi sulla Cmc affrontando le lunghe procedure concorsuali di recupero crediti che noi non potremmo sopportare, anche fino all’escussione delle polizze fidejussorie”.
È il grido disperato del “Comitato creditori del gruppo Cmc per i lavori pubblici in Sicilia”, che segnala all’Esecutivo un’emergenza nell’emergenza: “Interi quartieri a Caltanissetta sono rimasti tagliati fuori dal mondo, a causa dei cantieri che hanno interessato la zona devastando le strade di collegamento e dell’improvvisa interruzione dei lavori di ripristino che la Cmc aveva avviato. Per la stessa ragione, sono state sospese le autolinee che collegano diversi centri lungo la Palermo-Agrigento perché gli autobus non possono transitare più dove si sono create strettoie, impedendo a pendolari e studenti di usufruire dei mezzi pubblici.
E lo scorso 12 gennaio una donna di Roccapalumba ha dovuto partorire in ambulanza per l’impossibilità di raggiungere in tempo l’ospedale di Palermo. Lo Stato non può restare immobile di fronte a questo ‘sequestro di persone di fatto’, né abbandonare tanti cittadini all’isolamento”.
L’allarme viene lanciato a seguito dell’incontro avuto a Roma dai rappresentanti del Comitato con i vertici nazionali dell’Anas, i quali, nel condividere le ragioni delle imprese, hanno comunque dovuto dichiarare “l’impossibilità materiale ad erogarci un anticipo sui nostri crediti, sia pure a fianco di un eventuale subentro del socio di minoranza Integra nella titolarità degli appalti di Cmc in Sicilia: infatti, l’Italia è piena di cantieri bloccati da crisi finanziarie dei gruppi appaltatori, per cui l’Anas non ha risorse sufficienti per tutti i casi”.
Da qui l’appello urgente al governo nazionale: “Siamo pronti alle barricate – annuncia il Comitato – e a dare vita ad azioni di protesta eclatanti, in mancanza di risposte in tempi brevi. Si comincerà sabato prossimo, 2 febbraio, con un corteo che sfilerà dalla Galleria S. Elia fino all’abitato di Caltanissetta, al quale parteciperanno non solo le imprese e i lavoratori, ma anche i comitati dei quartieri e dei centri isolati e i sindaci del Nisseno, dell’Agrigentino e del Palermitano coinvolti nella vertenza”.
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