“Il governo delle tasse e dell’assistenzialismo continua ad investire nell’incremento del precariato e della disoccupazione. Lo sciopero dei call center è il grido di dolore dei lavoratori delle aziende di outsourcing, è l’ennesima conferma del fallimento delle politiche sociali del M5S, con il Decreto Dignità che si prefiggeva di migliorare la condizione dei precari e invece sta condannando migliaia di giovani a diventare altri percettori del RdC”. Lo afferma in una nota la senatrice di Forza Italia, Urania Papatheu sulla protesta dei lavoratori dei call center. La parlamentare siciliana attacca il governo giallorosso e chiede “l’immediata apertura di un tavolo di crisi per tutelare i lavoratori a rischio licenziamento”.
“I 5 Stelle hanno spacciato per cambiamento ciò che si è rivelato una replica fallimentare del Jobs Act varato nel 2015 dal Pd – dichiara Papatheu -. Il boom dei licenziamenti e il costante incremento dei tavoli di crisi aziendali sono la pietra tombale sull’inefficacia di un decreto che doveva contenere incentivi per trasformare i contratti a tempo determinato in indeterminato e invece ha inflitto un colpo mortale agli operatori dei call center, negando loro il diritto alla dignità e alla qualificazione economica e sociale delle professionalità. Soprattutto al Sud e in Sicilia, dove in tanti casi non ci sono opportunità di lavoro, il M5S ha negato alle aziende il necessario abbattimento dei costi mettendole nelle condizioni di non poter rinnovare i contratti a termine o peggio ancora chiudere e trasferirsi all’estero”.
“Per questo serve un cambio di rotta – conclude Papatheu – e Forza Italia non consentirà che il dilettantismo di un governo che naviga a vista faccia altri disastri. Serve l’immediato istituzione di un tavolo di crisi a livello nazionale ma soprattutto M55 e PD devono prendere atto dei propri fallimenti. Ora bisogna “salvare il salvabile”, riconoscendo le condizioni richieste dagli addetti ai lavori, dalla defiscalizzazione sui processi di reshoring ai piani di sviluppo della filiera, alla lotta alle delocalizzazioni con la costituzione di un fondo di settore, tariffe minime orarie e ammortizzatori sociali.