Totò Cuffarò parla di politica “a tutto tondo”. Dopo essere stato ascoltato dalla commissione antimafia regionale in merito all’inchiesta sui rifiuti in Sicilia, l’ex presidente della Regione saluta nei corridoi di Palazzo dei Normanni gli addetti ai lavori e intraprende numerose tematiche politiche con i giornalisti.
Parla dei suoi discepoli “cuffariani” che lo hanno tradito dopo la condanna per favoreggiamento alla mafia e dice: “Gli ex ‘cuffariani’ in Sicilia sono due milioni: ora sono divisi dappertutto, in Fi, FdI, Pd e nella Lega. C’è stata una sorta di diaspora, è finito il ‘cuffarismo’ ora c’è il ‘cuffaresimo’: quando erano con me erano cattivi e ‘cuffaristi’, adesso che non ci sono più io tutti sono diventati buoni“.
Fa un cenno alla politica nazionale, ricordando la sua natura democristiana: “Io sono democristiano. E sto con i miei amici che spero lavorino per tenere una bandiera al centro, si chiami ‘Noi con l’Italia’ o come vogliono. Io sto con loro. E’ indubbio che quando davanti a una scheda la gente si ritroverà la Lega, il M5s, il Pd e FdI se vuole dare un voto moderato che fa? Noi speriamo che oltre a Italia Viva ci sia anche ‘Noi con l’Italia’ o un partito che riprenda la tradizione storica e culturale della democrazia cristiana“.
Infine, in merito al voto segreto lancia una frecciatina al governatore Musumeci che vuole abolire il voto segreto in Aula a Palazzo dei Normanni. “Ho fatto 8 anni il presidente della Regione anche col voto segreto. E’ una delle prerogative della democrazia parlamentare, è stato istituito per dare la possibilità al parlamentare di votare liberamente le cose più difficili. Io non l’ho mai chiesto l’abolizione, ho pensato semplicemente di parlare con chi mi votava contro“.