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Il romanzo

Cuore di donna: legal thriller basato su una storia vera nell’America di fine ‘800

lunedì 17 Luglio 2023

Un legal thriller mozzafiato, una storia di riscatto che riporta alla mente i racconti dei nostri  bisnonni emigrati in America, un racconto che prende spunto da fatti realmente accaduti e infine una dolorosa denuncia di soprusi, violenze e ingiustizie, che sia pure in epoca diversa, con modalità e in Paesi diversi, continuano ad accadere.

Cuore di donna (edizioni Piemme) di Carla Maria Russo è un intreccio di vite, una storia accaduta sul finire del 1800 a New York eppure attualissima nei suoi risvolti e parla al cuore di tutti, uomini e donne. C’è Maria Inez Cortese, ultima tra gli ultimi (è immigrata, per di più italiana, per di più donna) ed è la prima donna ad essere detenuta nel carcere di Sing Sing. Ed è la prima donna ad essere condannata alla sedia elettrica. C’è Ann Bennet prima donna che dopo essersi laureata tra sberleffi, ironie, porte sbattute, entra in Tribunale come avvocato per difendere una causa persa in partenza. Ci sono le donne della NAWSA, l’associazione femminile che si batteva per il diritto di voto alle donne (le cosiddette suffragette) che sposano la causa “persa” e affrontano una campagna stampa (e non solo) diffamatoria. C’è un’America, quel “nuovo mondo” immaginato come il Paradiso per migliaia di emigranti che fatica ad essere un Paese veramente libero, appena uscito dalla sanguinosa guerra civile, stretto tra pregiudizi, razzismo,  sfruttamento, Mano Nera. Ma c’è anche l’America della libertà, dei diritti, che dice a Maria Inez: “Coraggio, adesso è il tuo momento. Ricordati che stai lottando per obiettivi cruciali: la libertà, i tuoi diritti, la tua stessa vita. Ma anche per me e per tante amiche che ti stimano e ti vogliono bene. Anzi, a essere franca stai lottando per le donne di tutto il mondo e di tutte le epoche”.

Il romanzo di Carla Maria Russo, che sta appassionando migliaia di lettori, è stato presentato nell’ambito di “Libramente 2023”, l’iniziativa che ogni mercoledì è organizzata da  “Libratevi” la libreria di Maria Perrone a Rometta. Ogni settimana un appuntamento diverso con la cena con l’autore, che unisce alla presentazione del libro e il firmacopie la possibilità di continuare ad approfondire il dibattito a tu per tu davanti ai prodotti tipici della nostra terra. Così nell’ambito di Libramente le voci dei protagonisti di Cuore di donna sono arrivate al cuore del pubblico grazie alle letture di Iolanda Anzollitto e la stessa autrice ha raccontato come sia nato il romanzo e quanto lavoro di ricerca sia alle spalle di questa storia avvincente.

Già perché Cuore di donna prende spunto da una storia realmente accaduta, quella di Maria Barbella, accusata e condannata alla sedia elettrica per aver ucciso un uomo. A difenderla sarà una donna aristocratica, sposata ad un nobile italiano, che farà la spola con gli Stati Uniti per sostenere la campagna contro la pena di morte. In realtà c’è più di una storia realmente accaduta tra le pagine del romanzo, perché le vite degli immigrati italiani fuggiti da violenza e fame e approdati alla terra promessa, hanno tratti comuni e tristemente uguali.

La scrittrice, di origini meridionali ma che vive e lavora a Milano ed ha pubblicato per Piemme numerosi libri di successo, parte dalle cronache di fine 800 per affrontare tematiche quali le condizioni di vita degli immigrati (dolorosamente attuali da questa parte del mondo), la battaglia contro la pena di morte, le violenze sulle donne (anche queste dolorosamente attuali), la corruzione e le ingiustizie, le battaglie per i diritti siano essi quelli per il voto, per condizioni di lavoro eque, per una giustizia giusta.

Maria Inez Cortese entra nella vita del lettore sin da subito nella sua condizione di condannata. Il luogo è Little Italy New York, aprile 1895. Maria Inez, giovanissima emigrante italiana, alle spalle una vita di sofferenze, da orfana, contadina, è accusata di essere entrata in una locanda e aver ucciso con un coltello il marito Cataldo Motta. Tutto il resto si snoda in capitoli che lasciano con il fiato sospeso fino alla fine e che spaziano tra il breve passato della ragazza, oltre oceano, nelle campagne poverissime italiane, tra obblighi e ribellione, bigottismo, amore e speranza e il presente di un processo d’appello che nessuno voleva perché la società dell’epoca preferisce la condanna a morte voluta nel primo grado da un giudice corrotto a conclusione di un processo già scritto, un po’ come nei social media di oggi.

Il destino di Maria Inez sembra scritto, come spiegava Lombroso al quale si ispira l’accusa, il giudice e il primo processo, nel dna dell’italiana, nelle dimensioni del suo cranio e nelle linee della mano.

Ma in questo finale già scritto fanno irruzione tanti personaggi, compreso quel Joe Petrosino realmente esistito, o i primi giornalisti “coraggiosi”, il direttore di Sing Sing e la moglie, la squadra di donne che sanno che le cose cambiano solo e se qualcuno inizia a cambiarle.

No spoiler perché la fine arriva davvero all’ultima pagina…..

 

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