La sua scelta (di cuore, di passione, di idee) l’ha fatta a 13 anni e da allora, in un’epoca in cui i passaggi da un partito a un altro, da un’alleanza a un’altra sono la regola, lui quella scelta non l’ha mai cambiata. Controcorrente all’epoca, quando i giovani preferivano la sinistra e coerente nel tempo. Pino Galluzzo, ospite della 51esima puntata di donna Sarina, ha scelto di stare a destra da ragazzino “c’era la guerra fredda e io non tifavo né per l’America né per la Russia, non mi piaceva lo scontro ideologico. Gli unici che dicevano siamo italiani erano al Fronte della gioventù. E mi sono iscritto”.
Da allora non si è spostato di un millimetro dal centrodestra, al massimo sono cambiati i nomi dei partiti. Giuseppe Galluzzo, per tutti Pino, è deputato regionale al secondo mandato con Fratelli d’Italia. Alle spalle tutta la gavetta politica, gli anni nei movimenti giovanili (Fronte della gioventù e Azione giovane), consigliere comunale di Barcellona Pozzo di Gotto, due mandati da consigliere provinciale fino all’approdo all’Ars nel 2017. Dalla gavetta ha imparato il contatto quotidiano con il territorio che per lui viene prima di ogni altra cosa. Non c’è problema che non conosca e non c’è tematica che non porti avanti con la tenacia di un mastino. Se serve, ufficio per ufficio.
“Sì, è vero sono tra quelli che non hanno mai cambiato idea, sempre a destra. Sono cresciuto politicamente facendo tutte le tappe, inizialmente con i movimenti giovanili. La politica non è un mestiere, è passione ma come passione deve avere un percorso di crescita e di esperienza. E’ fondamentale. I 5stelle catapultati in Parlamento sono la prova di quanto invece sia importante l’esperienza. Se non c’è prima o poi si pagano le conseguenze. All’inizio sembravo contro corrente ma sono sempre rimasto coerente con le mie idee. Faccio parte di quella generazione Atreju che ci ha creduto. Oggi queste idee sono predominanti in Italia perché lo vogliono gli elettori e l’Italia sta tornando centrale”.
L’amicizia con Giorgia Meloni risale al 2004 quando Galluzzo, all’epoca capolista dei “Figli d’Italia” (lista a sostegno di Meloni) la incontra a Roma al congresso che la porterà alla guida del movimento giovanile. E da lì a tutte le altre tappe. “Giorgia ha saputo mandare un messaggio chiaro, una storia di coerenza”.
La sua prima Aula consiliare è quella del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto, con la lista Coccinella “eravamo tantissimi giovani, così invece di chiedere spazio nella lista di An ne abbiamo creata una noi”. Da lì c’è stato poi il passaggio nel consiglio provinciale di Messina (sempre con la Coccinella che ha portato fortuna) per due mandati.
Intanto alla Regione, chiusa l’esperienza Crocetta, a correre per la presidenza, nel 2017 è Nello Musumeci “ha avuto una grande intuizione, unire le forze del centro destra in un momento in cui dopo Crocetta c’erano tante divisioni. Ho creduto nel progetto e mi sono candidato con Diventerà Bellissima. Per la prima volta la Sicilia ha speso tutti i soldi che l’Europa mandava”.
Componente della Commissione Salute in entrambi i mandati (compreso il periodo emergenza Covid), è in frontiera per un territorio, quello di Messina, che paga troppe criticità e che deve fare i conti con specificità che vanno ad aggiungersi a problemi nazionali.
“Le doppie scelte scellerate, quelle del governo D’Alema che ha portato il numero chiuso a medicina e del decreto Balduzzi nel 2015 hanno ristretto le possibilità della sanità pubblica. Messina è particolarmente martoriata. Faccio un esempio, A differenza di quel che accade nelle province di Catania e Palermo nelle quali i comuni capoluogo hanno più abitanti, nella provincia di Messina il capoluogo ha meno abitanti, rispetto alla zona tirrenica. La conformazione geografica tra l’altro peggiora le cose. Invece il capoluogo ha più nosocomi rispetto alla fascia tirrenica che ha piccoli nosocomi e intere aree scoperte o disagiate. Abbiamo 3 mila km di strade provinciali, il 118 fa enormi sforzi, e dobbiamo fare i conti con una grande carenza di medici”.
Proprio per la caratteristica della provincia di Messina (i comuni sono 108) vi sono zone come le Eolie, i Nebrodi, nelle quali nonostante i bandi con incentivi, nessun medico partecipa.
“Non si può costringere un medico ad andare dove non vuole. Del resto accade anche che in un pronto soccorso dove ci sono pochi medici aumentano le responsabilità e quindi la carenza aumenta. E’ un problema nazionale quello del numero chiuso che spero si risolva, io sono a favore del sistema francese, ma anche qualora si dovesse abrogare il numero chiuso dovremmo aspettare almeno dieci anni per avere medici specializzati e formati. Nel frattempo è emergenza”.
Galluzzo ha già presentato una proposta in Commissione Salute per autorizzare l’Asp di Messina, dopo gli innumerevoli bandi andati deserti a procedere come da art. 21 della legge regionale 5 sulla sanità, ovvero rivolgersi alle cooperative di medici. Non è la soluzione definitiva, ma una risposta ad un territorio gravemente carente.
Galluzzo è appassionato di ciclismo: “è una passione che mi ha trasmesso mio suocero. Andare in bici ti fa stare in mezzo alla natura, è fatica. Il ciclismo è come la vita: tante salite tante discese. Arriva un momento cruciale in cui decidi se arrenderti o andare fino in cima, questo fa la differenza. Inoltre la bicicletta ti aiuta a riflettere, ad esempio quando sei in salita, in un momento di solitudine, puoi arrivare con la mente là dove se sei in un divano comodamente sdraiato non arrivi”.