PALERMO 10.11.2017 – Lei è sul bordo piscina, il sole le riscalda la pelle. La silhouette, snella e raffinata, a stento si intravede, ma assomiglia a quelle linee leggere e trasparenti del bicchiere da cocktail, tenuto in una mano.
Qui però contano i dettagli, o meglio ancora, gli accessori. Non ci vuole molto per rendersi conto che i protagonisti di questo scatto, firmato Alice Campo, sono degli occhiali da sole di tendenza, messi in risalto da un costume da bagno, en pendant con un turbante etno chic.
Fashion e fotografia vanno d’accordo – si sa – ma non è da tutti trovare la formula vincente che esprima correttamente il concept di un brand.
Occorre sapersi muovere sul campo destreggiandosi tra competenza tecnica ed esperienza concreta, senza tralasciare la passione e il proprio stile distintivo. E permettetemi di dire, non è poco.
Nell’epoca degli smartphone e dei social network, pare però che queste cose siano passate in secondo piano, nel senso che noi (mi ci metto anche io), con mezzi innovativi e strumenti di ultima tecnologia, abbiamo risvegliato il fotografo che è in noi. “Basta fare la foto con un click”.
Se poi questa considerazione la spostiamo nell’ambito della moda in Sicilia, sembra che il quadro per i professionisti della fashion photography non sia così roseo.
Non ci metterei la mano sul fuoco. Quando a fare la foto è uno del mestiere, il risultato è diverso e si vede, c’è poco da dire.
Per questo abbiamo fatto due chiacchiere con una giovane fotografa, Alice Campo, specializzata in foto di moda e still life. Trentenne di Alcamo, dopo un’esperienza di sette anni consolidata a Milano, decide di tornare in Sicilia, perché lei in questa terra, dolce e amara, ci crede. Il suo stile lo definisce “contemporaneo, mimico e minimal” .
Prima c’è la passione. «Ho una foto di quando ero piccola in cui sono ritratta da mio padre con una macchina fotografica al collo. Un caso? Un segno del destino? Non lo so, ma più la guardo più sono sicura che questa è la mia vocazione. Ho cominciato a scattare le mie prime foto quando avevo all’incirca quindici anni, quasi per gioco. Mi vengono subito in mente le pellicole in bianco e nero, le prime stampe a Palermo. Poi la mia camera oscura: l’ho fatta io, da sola, mettendo da parte dei soldi. Questo ricordo per me è ogni volta una grande emozione: la lampadina rossa, le vaschette e quell’immagine che piano piano compare sotto il mio sguardo quasi incredulo».
Lo studio tra teoria e pratica. Gavetta e sacrifici. «Sono andata a Milano, dove ho frequentato l’Accademia John Kaverdash e ho fatto il “Master Globale di Fotografia Professionale”, specializzandomi sia nella fotografia professionale di moda che di still-life, ma anche camera oscura, reportage e comunicazione visiva. Contemporaneamente lavoravo in un laboratorio di stampa Fine art. E poi, naturalmente, più stavo a Milano, più cresceva il mio interesse per il fashion, che si rifletteva inevitabilmente nei miei scatti. Per molti anni ho fatto la gavetta, ho lavorato gratuitamente pur di stare vicino ai grandi professionisti. Là c’è una concorrenza spietata e non è stato affatto facile».
Il ritorno in Sicilia. «Ritornare in Sicilia è stata una sfida, alcuni direbbero una pazzia. Io però penso che questa terra abbia un potenziale incredibile. Il problema con cui attualmente devo fare i conti è che molti non hanno una concezione della fotografia professionale relativa al fashion o al prodotto. Purtroppo si tiene poco conto dei settori di specializzazione e spesso si pensa che chi faccia foto è in grado di farle per tutti gli ambiti o i settori».
Crederci? «Crederci nonostante gli ostacoli. È l’amore per il proprio lavoro che ti fa andare avanti. Come quando, per inseguire un sogno, ti trovi di fronte a studi e a sacrifici: li riesci a superare solo se hai veramente una grande passione. La fotografia, del resto, è un’arte e se l’hai veramente dentro ti nutre e ti dà la vita».