Nel 100° anniversario dello “Zingarelli”, il noto dizionario di lingua italiana della Zanichelli, c’è ampio spazio per la Sicilia e le sue voci dialettali, che ormai sono entrate nel lessico comune, grazie anche alle molte fiction tv ambientate nell’Isola.
Dal commissario Montalbano di Camilleri, alle innumerevoli fiction di mafia, fino ai piatti tipici locali illustrati in prove tra chef stellati, ecco i termini siculi che entrano a far parte ufficialmente della lingua italiana: “babbiare”, “pizzino”, “schifio” o “mascariare”.
Termini di uso comune in Sicilia che ormai hanno trovato posto fra le oltre 145 mila voci e 380 mila significati del dizionario della lingua italiana. Ma non basta. Ci sono anche le voci derivate dalle letteratura “quaquaraquà” «(spreg.) persona priva di ogni valore, nullità: gli uomini… gli ominicchi… e i quaquaraquà (Leonardo Sciascia)»; e “scasare” ovvero «uscire di casa in massa: “Tutta la gente è scasata a vederla” (Luigi Pirandello)».
Oltre alle derivate dalla gastronomia tipica siciliana, come la “panella”, “vastedda”, “zibibbo” e “buccellato”.
L’edizione 2018 dello Zanichelli è stata annunciata con 145mila voci e ben mille nuove parole, molte delle quali arrivano dal mondo di Internet, dei nuovi strumenti di comunicazione e prestiti dall’inglese. Entrano infatti nel vocabolario gli sconti del Black Friday e parole che segnano un’epoca come Brexit, il termine che indica l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
Tra le altre: bacaro, ciclostazione, coparentale, dronista, flaggare, hater, nikefobia, photo opportunity, post-verità, Spannung, sviluppismo. Tutte parole ancora non accettate dai correttori automatici dei programmi di videoscrittura. L’evoluzione della lingua italiana.
Zanichelli celebra i 100 anni dalla nascita del vocabolario #Zingarelli con una parola simbolo per ogni anno, dal 1917 a oggi. #Zingarelli100 pic.twitter.com/HbgTAdaMmL
— Zanichelli Editore (@Zanichelli_ed) 10 dicembre 2017