Il racconto
“La paziente è venuta a trovarci da La Valletta, Malta. Da tempo soffriva di una grave neuropatia cronica che le causava dolori alla colonna vertebrale e all’arto inferiore sinistro. Dopo vari tentativi di cura in diversi centri europei, purtroppo con scarsi risultati, ha deciso di rivolgersi al nostro centro di Gela”, racconta Alario.
“Dopo un’attenta anali abbiamo deciso di trattare la paziente con la Scrambler Therapy – spiega -. Questo tipo di trattamento è basato su un apparecchio innovativo in grado di bloccare, a livello centrale e periferico, la trasmissione del dolore, rieducando i nervi a trasmettere sensazioni non dolorose”.
La Scrambler therapy
E’ una delle tecnologie più avanzate nella lotta contro il dolore neuropatico cronico. Questa metodologia emette segnali elettrici che agiscono sulle terminazioni nervose, creando un “inganno” nel sistema nervoso: anziché trasmettere dolore, le terminazioni rieducano i nervi a inviare al cervello segnali neutri o piacevoli. In questo modo, il paziente percepisce il dolore in modo alterato, riducendo sensibilmente la propria sofferenza.
“Abbiamo trattato la signora Vella con un ciclo intensivo di 15 giorni, che le ha permesso di ottenere notevoli miglioramenti. Ella ha riferito di essere molto soddisfatta del trattamento e di sentirsi meglio. Questo ci dimostra come sia possibile ottenere risultati significativi in pazienti con problematiche croniche complesse e spesso resistenti ai trattamenti tradizionali”, afferma Alario.
La centralità del paziente
L’approccio umanizzato è la chiave del successo dell’unità poiché mette il paziente al centro di un percorso terapeutico personalizzato e calibrato sui bisogni individuali, oltre che all’avanguardia.
“Nel 2024 abbiamo già effettuato circa 1000 prestazioni dedicate al trattamento del dolore cronico – dichiara -. Una cifra che testimonia la necessità di trattamenti specializzati per patologie spesso invalidanti, come le neuropatie, la fibromialgia, le lombalgie e il dolore facciale. Ma noi non trattiamo solo il dolore, ma anche l’impatto che questo ha sulla vita di chi soffre. La presenza di pazienti internazionali come Miriam Vella è una testimonianza dell’impegno del centro per offrire cure all’avanguardia che possano migliorare la qualità della vita delle persone, al di là dei confini regionali e nazionali. E tengo ad evidenziare che spesso si tratta di persone che hanno già provato numerosi trattamenti senza successo, e il nostro approccio innovativo rappresenta per loro una speranza nuova”.
Il futuro
“In Sicilia, la migrazione sanitaria per la mia specialità è ormai un fenomeno azzerato – sottolinea-. Il nostro obiettivo è restituire a sempre più pazienti un equilibrio e una qualità di vita meno condizionata dalla sofferenza. Per questo, è essenziale rimanere aggiornati, investire nella ricerca, collaborare con altre strutture e formare giovani medici nella terapia del dolore”.
“Tutto ciò è possibile oggi grazie all’impegno della direzione strategica dell’ASP di Caltanissetta, sotto la guida del direttore generale Santino Ficarra, che punta a migliorare costantemente l’assistenza sanitaria nel territorio. Come consigliere dell’Ordine dei Medici nisseno, insieme al presidente Giovanni D’Ippolito, mi impegno inoltre a sostenere le professionalità mediche che contribuiscono a migliorare la qualità delle cure e a promuovere la crescita dei nostri giovani medici”, conclude.