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L'esperto

Dal ciclo al campanello d’allarme: come distinguere i dolori mestruali da una patologia CLICCA PER IL VIDEO

giovedì 10 Luglio 2025

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 70-80% delle donne in età fertile sperimenta dolori mestruali almeno una volta nella vita. In Italia, la dismenorrea colpisce tra il 60% e il 90% delle donne, con sintomi che, nei casi più severi, possono causare assenze da scuola o lavoro nel 13%–51% dei casi e fino al 15% di assenze lavorative. Si tratta, quindi, di un fenomeno diffuso e spesso sottovalutato, che comporta un impatto significativo non solo sulla salute individuale, ma anche a livello sanitario, economico e sociale.

Il dolore mestruale viene troppo spesso considerato “normale” e quindi ignorato o minimizzato. In realtà, non tutti i dolori sono fisiologici. Saper riconoscere quelli che possono nascondere una patologia – come l’endometriosi o le malattie infiammatorie pelviche – è fondamentale per evitare diagnosi tardive e intervenire in modo tempestivo.

“I dolori mestruali, detti anche dismenorrea, sono dolori che compaiono durante il ciclo mestruale e rappresentano un disturbo molto comune. Possono essere crampiformi, intensi, o presentarsi come dolore sordo e costante, durando anche per tutto il periodo mestruale”.

A dichiararlo è Renato Venezia, professore associato e direttore dell’U.O.C. di Ginecologia, Ostetricia e Fisiopatologia della Riproduzione del Policlinico di Palermo, per il PROMISE, il Programma Mattone Internazionale Salute, che nel quadro delle sue attività di promozione della salute sostiene iniziative di educazione ginecologica, prevenzione delle patologie pelviche e diffusione della cultura del benessere femminile nei contesti sanitari europei.

Quando il dolore non è normale

“Il dolore mestruale è spesso legato alla produzione di prostaglandine, sostanze che aumentano la contrattilità dell’utero – spiega Venezia –. Tuttavia, quando questi dolori non rispondono ai farmaci comuni, come gli antiprostaglandinici, o diventano invalidanti, bisogna considerare l’ipotesi di una patologia sottostante”.

Tra le condizioni più frequenti associate a dismenorrea secondaria vi sono:

  • endometriosi;

  • malattie infiammatorie pelviche;

  • infiammazioni di utero, ovaie o tube di Falloppio;

L’endometriosi

“L’endometriosi è una malattia cronica e invalidante, spesso difficile da diagnosticare – sottolinea il professore –. In molti casi, la diagnosi certa si può ottenere solo con la laparoscopia, ma spesso è possibile sospettarla già attraverso la sintomatologia clinica”.

I segnali d’allarme principali sono:

  • dolore che supera la soglia della normale dismenorrea;

  • scarsa o nulla risposta agli analgesici;

  • persistenza dei sintomi anche al di fuori del ciclo mestruale.

L’importanza del controllo ginecologico

“Il mio consiglio per tutte le donne è quello di sottoporsi a una prima visita ginecologica non appena si inizia l’attività sessuale. Questo consente non solo di escludere infezioni o infiammazioni, ma anche di intercettare precocemente patologie più complesse”, conclude Venezia.

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