E’ tempo di leggi e volontà. Sotto l’occhio del ciclone ormai da qualche tempo è la questione della baraccopoli di Messina, nel rione Taormina che ha visto la sofferenza di 32 famiglie che non hanno vissuto in alloggi dignitosi.
Il diritto alla casa non è poi così scontato e i messinesi lo sanno bene. Quello che si sta facendo è provare a cancellare una triste pagina di storia, che adesso diventa ‘a lieto fine’.
Tante sono ancora le baracche dislocate nella città dello Stretto e alcune risalgono al 1908, quando il terremoto lasciò il suo tragico segno. Una macchia ancora non cancellata. Una piaga sociale che ha visto un reale primo impulso solo nel 2018, ben oltre cent’anni.
Azioni di rigenerazione urbana a supporto della riqualificazione delle baraccopoli, la realizzazione di un mix funzionale di residenze, uffici e servizi in grado di generare valore e sviluppo anche in termini di benessere e sostenibilità sociale, la valorizzazione dei caratteri identitari dei luoghi e del patrimonio immobiliare pubblico con alto valore storico e culturale per favorirne la fruizione pubblica e rafforzare l’offerta dei servizi culturali, la valorizzazione del porto, con nuovi servizi attrattivi per la collettività e il turismo, il miglioramento della logistica della pubblica amministrazione attraverso il riuso del patrimonio immobiliare pubblico con abbattimento di fitti passivi per lo Stato, la promozione di azioni integrate volte alla sostenibilità ambientale, come l’incremento del verde urbano, l’efficientamento energetico, la promozione della mobilità sostenibile, l’aumento di servizi connessi all’offerta universitaria, l’innovazione tecnologica e le residenze per gli studenti.
Una serie di passi vero il miglioramento, una strada che è stata tracciata ad inizio anno con la firma del Piano Città degli immobili pubblici a Messina, accordo che ha consentito di mettere a fattore comune i beni dello Stato.
Questo in un sistema di pianificazione integrata per contribuire a risolvere la criticità urbana del disagio abitativo e per rispondere al meglio alle esigenze del territorio nella destinazione degli immobili pubblici.
Il sub commissario al risanamento delle baraccopoli di Messina e ingegnere capo del Genio Civile Santi Trovato è stato in prima linea in questa vicenda.
Dopo decenni per attivare la situazione e i lavori per la costruzione delle case, le famiglie assegnatarie sono state convocate nei giorni di mercoledì 4 e giovedì 5 giugno a Palazzo Zanca per la consegna delle chiavi degli appartamenti.
Un punto di arrivo decisivo ma anche “un punto di partenza molto importante“.
Un importante risultato, un lavoro sinergico con professionisti ed ai tecnici della struttura commissariale e l’appoggio del sindaco di Messina Federico Basile.
Gli alloggi sono stati attribuiti tenendo conto delle diverse tipologie abitative, della distribuzione territoriale e delle esigenze dei singoli nuclei familiari.
Si tratta infatti di 22 appartamenti di grande dimensione (oltre 90 mq), 4 appartamenti di media dimensione (tra 70 mq e 90 mq), e 5 appartamenti di piccola dimensione (tra 45 mq e 70 mq). Sono ubicati nelle seguenti zone del comune di Messina, 5 nella zona nord, 10 nella zona centro e 16 nella zona sud.
Tutti gli appartamenti sono stati completamente ristrutturati prima della consegna e risultano dotati di tutti i comfort abitativi, compresi impianti moderni, servizi igienici efficienti e finiture di buona qualità, allacciati ai pubblici servizi, inclusi rete idrica, rete fognaria, energia elettrica e gas e conformi agli standard di abitabilità e sicurezza previsti dalla normativa vigente.
Ad inizio mese sono risultati pronti per l’assegnazione 25 appartamenti, i restati saranno pronti entro il 20 giugno. “I poteri commissariali che sono stati assegnati al Presidente della Regione Siciliana sono serviti proprio a velocizzare il processo“. Dal momento della presa in consegna delle chiavi il regolamento prevede circa 45 giorni di tempo per lasciare la baracca e trasferirsi nei nuovi appartamenti.
In questo momento 27 famiglie hanno accettato, 2 sono irreperibili e 3 sono ancora indecisi sul da farsi. “Ci affidiamo al senso civico di queste famiglie che ancora hanno perplessità. Stiamo cercando al tempo stesso di venire incontro alle varie esigenze, capiamo anche quali sono le motivazioni, c’è gente che non si vuole spostare da quella zona“. Ci dice Santi Trovato.
“Stiamo venendo incontro a queste esigenze, faremo vedere a queste 3 famiglie ulteriori 4-5 alloggi, poi metteremo un punto e vedremo di avviare le procedure di sbaraccamento“.
Proprio entro fine luglio si potrà passare alla fase successiva, ovvero quella delle demolizioni. Contestualmente si procederà con l’individuazione dei sub lotti successivi destinati alle attività di sbaraccamento, come previsto dalla legge speciale che ha affidato al commissario al risanamento delle baraccopoli di Messina Renato Schifani l’importante compito di restituire alla città importanti aree della città.
Un processo che finalmente vede una luce, per la città di Messina e per tutte quelle famiglie che hanno vissuto in situazioni di degrado per troppo tempo, problematiche che hanno afflitto intere aree del territorio.