Il Tar Calabria ha accolto il ricorso del sindacalista cosentino Delio Di Blasi, originario di Librizzi (Messina) al quale nel maggio 2017 fu impedito con apposito foglio di via di raggiungere Taormina per la manifestazione di protesta “No G7”, in occasione del vertice dei sette grandi del pianeta. A distanza di otto mesi, dal summit dei potenti, Di Blasi si è visto accogliere l’istanza presentata per l’annullamento del foglio di via obbligatorio emesso dalla Questura di Reggio Calabria il 26 maggio 2017. Il valore della sentenza è più che simbolico. In riferimento al G7 c’è da dire che l’evento internazionale è passato e Di Blasi non avrà più la possibilità di prendere parte al corteo svoltosi il 27 maggio 2017 a Giardini Naxos, ma il Tar (dove il ricorrente è stato rappresentato dall’avv. Rossella Barberio) va a stoppare l’efficacia del foglio di via emesso nell’ambito del piano di sicurezza che la scorsa primavera ha blindato Taormina in occasione dell’arrivo dei Capi di Stato e di Governo, e riabilita il ricorrente in oggetto al divieto che gli era stato imposto di tornare in Sicilia, dove ha parenti ed amici.
La partecipazione alla manifestazione organizzata tenutasi a Giardini Naxos è stata vietata a Di Blasi poiché ritenuto “persona pericolosa per la sicurezza pubblica, nonché dedito alla commissione di reati che mettono in pericolo la tranquillità pubblica”. Stando a quanto deciso nella sentenza del Tar Calabria le segnalazioni che hanno portato al Daspo (l’impossibilità cioè di partecipazione a manifestazioni) non avrebbero evidenziato alcun profilo di pericolosità da parte di Di Blasi: “non denotano affatto la dedizione a delinquere”, dell’uomo che “svolge anche attività di sindacalista”. Il provvedimento, pertanto, avrebbe compromesso “i diritti costituzionalmente garantiti del ricorrente”. Le amministrazioni che si erano costituite in giudizio, fra cui il Ministero dell’Interno, sono state condannate al pagamento delle spese processuali.
Di Blasi, ex dirigente della Cgil ed attivista della Sinistra Italiana, venne bloccato a Villa San Giovanni, in prossimità degli imbarchi sui traghetti per la Sicilia, ed in quel frangente aveva ritenuto si trattasse di un normale controllo, uno dei tanti predisposti in via eccezionale dalle Forze dell’Ordine in coincidenza con il G7 di Taormina. Quindi era stato condotto in Questura a Reggio Calabria per le foto e le impronte segnaletiche ed è lì che gli è stato consegnato un foglio di via obbligatorio, con divieto di tornare a Villa San Giovanni nei prossimi tre anni senza autorizzazione. Alla base del provvedimento anche un decreto penale di condanna emesso sulla base di un Regio Decreto del 1931 per avere, si legge testualmente, preso la parola durante una riunione della direzione regionale del Partito Democratico a Lamezia Terme. L’uomo, nel sottolineare di essere del tutto estraneo a qualsiasi contestazione di comportamenti pericolosi per la sicurezza pubblica, aveva precisato, all’atto dei controlli, che si stava recando nel messinese per un saluto e un mazzo di fiori alla tomba della madre, oltre che per partecipare, come lui stesso ha ammesso, alla manifestazione di Giardini Naxos, con intenti comunque pacifici. Nei confronti di Di Blasi erano anche arrivati diversi attestati di solidarietà. Ora la sentenza del Tar Calabria che ha dato ragione al sindacalista cosentino annullando il foglio di via.