Il vertice di maggioranza impera alla Regione. Così, per evitare eventuali incidenti di percorso, la trattazione del disegno di legge sugli enti locali nelle commissioni dell’Ars slitta al 24 settembre. A darne notizia è stato ieri il deputato regionale della Nuova DC Ignazio Abbate. Il relatore del testo ha fatto il punto della situazione sullo stato di un documento atteso da oltre 390 comuni siciliani.
“Abbiamo concordato in conferenza dei capigruppo con il presidente Galvagno di trattare il testo a partire da martedì prossimo (24 settembre n.d.r.) – ha evidenziato il parlamentare regionale a IlSicilia.it -. Gli enti locali e i comuni aspettano questo provvedimento, variegato negli interventi. Si passa dai revisori dei conti ai codici anti-contraffazione sulle schede elettorali. Si spera, anche attraverso l’accordo raggiunto, che questo ddl possa essere esitato in commissione e possa così ottenere il successivo via libera dall’Ars“.
Le novità sul ddl enti locali
La bozza del testo è composta da 13 articoli, anche se sono già pervenuti addirittura 150 emendamenti per modificarlo. E proprio sulle integrazioni si gioca la vera partita del testo. Fra le novità introdotte c’è quella, all’articolo 1, dell’istituzione dell’elenco speciale dei presidenti degli organi collegiali di revisione economico-finanziaria. Una delle principali innovazioni è quella, per i comuni sopra i 3000 abitanti, del principio della rappresentanza di genere. Nessuno dei due sessi potrà scendere sotto la quota minima del 25%. Fatto che potrebbe rappresentare un problema politico per numerose amministrazione. A cominciare ad esempio dal comune di Palermo, dove sono presenti soltanto due donne su undici elementi (ovvero Brigida Alaimo e Rosi Pennino). Nel testo è contemplata poi l’introduzione della figura del consigliere supplente. La fattispecie prevederebbe infatti che se un consigliere comunale venisse nominato in qualità di assessore, all’interno dell’organo consiliare verrebbe sostituito dal primo dei non eletti della lista di riferimento.
Il caso dei consiglieri di circoscrizione palermitani
All’articolo 3 è previsto l’inserimento del tagliando antifrode da inserire nelle schede elettorali. Tale meccanismo, si legge nella bozza del ddl, “è finalizzata a contrastare la sostituzione fraudolenta della scheda elettorale all’interno della cabina elettorale“. Una delle partite principali riguarda l’articolo 7, ovvero quello relativo all’adeguamento dell’indennità di funzione e dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali ma non solo. Sul tema ci sarebbe la possibilità di inserire un emendamento per sanare le posizioni dei consiglieri di Circoscrizione di Palermo, il cui aumento dei compensi stabilito ad agosto ha determinato l’instaurarsi di una diatriba ad oggi irrisolta.
Il motivo del contendere: l’introduzione del nuovo assessore
Subito dopo l’articolo 8, il quale disciplina la normativa dei permessi da riconoscere agli esponenti politici, c’è il piatto forte del provvedimento, ovvero l’introduzione di un nuovo assessore all’interno delle giunte comunali. Sulla questione, il presidente della Regione Renato Schifani ha già manifestato la propria contrarietà, anche se sulla previsione in questione c’è un forte asse politico generalizzato, sostenuto peraltro da numerosi primi cittadini dell’Isola. Una fattispecie in cui rientra, ad esempio, il sindaco di Siracusa Francesco Italia, il quale ha palesato proprio ai microfoni de IlSicilia.it le opportunità offerte da una simile previsione normativa. Al momento, tutto rimane congelato, in attesa che si concretizzi di una riforma tanto attesa quanto discussa all’interno della politica regionale.