Nuove “geometrie” politiche all’orizzonte nel panorama politico regionale. Si è svolto oggi pomeriggio a Taormina un incontro tra il sindaco Cateno De Luca, leader di Sud chiama Nord, e Nuccio Di Paola, parlamentare dei Cinque Stelle all’Ars, alla presenza dell’altra deputata grillina, Jose Marano.
De Luca, tra provocazione e realtà, continua ad “ammiccare” al centrosinistra , stringe i tempi e prova a metterlo spalle al muro. Con Di Paola se ne dissero di tutti i colori nel 2022 da sfidanti di Schifani e adesso è “scoppiata” la pace, suggellata pure dalla consegna odierna a Taormina del nuovo libro di De Luca. Il primo cittadino di Taormina vorrebbe un’intesa improntata ad “una strategia comune” con il blocco formato da M5S e Partito Democratico. “Senza di me continueranno a perdere e non hanno nessuna possibilità di andare al governo in Sicilia, mentre con me potrebbero saltare anche gli equilibri sui 15 collegi uninominali”, ha rimarcato De Luca. “Gli amici dei 5 Stelle – fa sapere De Luca – volevano il mio libro autografato e nell’incontro a Taormina ho detto loro che, leggendolo, avrebbero capito il perché io sarò il prossimo presidente della Regione e loro condivideranno con me la marcia in più che imprimeremo alla nostra amata Sicilia”.
“Abbiamo fatto un salto a Taormina per aumentare il fronte comune delle opposizioni contro la destra e Schifani, in vista dei prossimi appuntamenti in Assemblea Regionale. Siamo diversi, ma abbiamo un unico intento: scalzare la destra dal governo della Sicilia, per farla finalmente rinascere”, ha dichiarato Di Paola a conclusione della riunione taorminese. Il leader di Sud chiama Nord mette pressione al centrosinistra e prova a riunire le opposizioni in un blocco politico che si andrebbe a contrapporre al centrodestra.
E’ un dialogo a doppio filo, tra le scadenze attuali all’Ars e le trame per il futuro, dalle Europee in poi. Bisognerà capire, ovviamente, quale sarà, in concreto, la posizione del centrosinistra romano perchè De Luca ha già messo sul tavolo le sue condizioni e si tratta di “condizioni non trattabili”: l’attuale primo di cittadino di Taormina, in particolare, vuole la candidatura alla presidenza della Regione, sulla base dei risultati delle Regionali 2022. In buona sostanza: o il centrosinistra ed in primis il Pd accetta di “consegnarsi” a De Luca e ne riconosce la leadership in un’ottica di coalizione, o quest’ultimo andrà per la sua strada e anche la prossima volta – alle Regionali 2027 – farà corsa solitaria, ripartendo da quel 24% ottenuto il 25 e 26 settembre dello scorso anno.
La strada rimane lunga e complicata, soprattutto perchè il Pd vive turbolenze a varie latitudini, in Campania c’è l’altro De Luca, Vincenzo, che cannoneggia” un giorno sì e l’altro pure la segretaria dem Elly Schlein, che potrebbe essere defenestrata già dopo le Europee del 2024. Il Nazareno rischia, insomma, di sedersi a trattare e magari prendere anche impegni sull’asse Roma-Palermo, su temi che potrebbero poi avere tra un paio di mesi altri interlocutori, a partire dalla barcollante poltrona di Schlein. Più fluida la posizione dei pentastellati che dialogano con De Luca e ora aspettano la “benedizione” di Conte.
E il Terzo Polo? Il M5S ha altre idee, De Luca a sua volta non vuole tornare sul “luogo del delitto”. “Calenda? Si può pure ragionare. Bisogna vedere se lui ha preclusioni nei nostri confronti”, ha aggiunto De Luca, non ritenendo prioritario un nuovo confronto con il leader di Azione. Altra, e non secondaria condicio sine qua non dei piani “deluchiani”, è il no a Matteo Renzi, del quale non vuole più saperne dopo la vicenda del passaggio di Dafne Musolino da Sud chiama Nord a Italia Viva. “Mai con Renzi, e’ il mantra di De Luca: “Piuttosto che avere a che fare con lui non mi presento alle Europee“.