Grafici alla mano, come consuetudine, commenta i risultati delle urne siciliane “vi spiego perché abbiamo fatto un miracolo, oggi parliamo del fenomeno Messina”, ma ai numeri aggiunge le frecciate al governo Schifani: “sarà gestito da Roma, nessuna autonomia”. E prepara battaglia: “Primo atto il munnizza day”.
L’intera squadra degli eletti ha preso parte alla conferenza stampa di Cateno De Luca a Messina: Francesco Gallo e Dafne Musolino (rispettivamente Camera e Senato), Matteo Sciotto, Pippo Lombardo e Alessandro De Leo (Ars) che con il candidato presidente miglior perdente portano a quota 4 i deputati regionali (in totale all’Ars i deluchiani sono 8).
Numeri che insieme alla percentuale raggiunta contro Schifani, che ha portato De Luca al secondo posto, costituiscono il punto di partenza degli obiettivi futuri, comprese le Europee 2024.
“Di fronte ai soloni del giorno dopo – ha detto De Luca- abbiamo voluto rispondere dati alla mano dimostrando la bontà della nostra strategia. Una strategia che ci ha consegnato il risultato che oggi è sotto gli occhi di tutti. Noi abbiamo ottenuto oltre mezzo milione di preferenze, otto seggi all’Ars, un rappresentante al Senato e uno alla Camera. La scelta di puntare su più liste non ci ha penalizzati ma ci ha consentito di ottimizzare i risultati. Il nostro obiettivo non era ottenere più deputati ma vincere. La prossima sfida riguarda adesso le elezioni Europee 2024 su cui contiamo per proseguire il nostro percorso che potrebbe portarci ad esprimere un europarlamentare.”
Tra i dati illustrati quello relativo al voto d’opinione. Il progetto De Luca sindaco di Sicilia ha registrato un 57% omogeneo in tutta la Sicilia.
Interessante poi l’analisi del voto sulla città di Messina. Mettendo a confronto la percentuale di preferenze ottenute alle amministrative di giugno 2022 e poi quelle per De Luca presidente alle regionali insieme a Camera e Senato, si evince un trend positivo di consensi. E se De Luca già lavora alla costruzione del movimento in tutta Italia (appuntamento il 3 dicembre a Roma) e pensa alle amministrative della primavera 2023 in Sicilia, ha già affilato le armi per l’opposizione a Schifani.
“Sarà tutto deciso a Roma e da Roma. Non avremo una giunta regionale prima del 20-25 novembre. Nel frattempo io non darò tregua con la nostra giunta di liberazione”. Priorità a battaglia sui rifiuti (domani conferenza stampa a Palermo per presentare il mmunnizza day) e continuità territoriale che, proprio sullo Stretto di Messina non si è ancora capito se è una farsa o una barzelletta.