Caratteristiche, sintomi, comportamenti del Paranoide
Le sue deviazioni servono per difendersi dalla sofferenza
Oggi voglio approfondire quell’elemento assolutamente patognomonico della paranoia che ho già citato in un precedente articolo e che riguarda quel processo, caratterizzante questo disturbo di personalità, denominato dagli studiosi del comportamento umano “proiezione”.
Le idee di fondo sono deliranti: tutto ciò che è cattivo, dentro di sé, viene negato. In quest’ottica, il pensiero diventa “non sono io cattivo, ma tu”. L’affermazione “io odio” si trasforma, per proiezione, in una formazione reattiva del suo contrario: egli mi odia (mi perseguita). Determinati contenuti mentali, cioè, vengono eliminati e arrivano alla coscienza solo dopo aver subito una certa deformazione. Con proiezione, quindi, ci si riferisce a quel procedimento per cui si attribuisce agli altri la causa di determinate sensazioni, eventi, catastrofi.
Alcuni pazienti paranoici –non parliamo qui di struttura di personalità ma di disturbo- lottano contro l’intensificarsi delle loro tendenze omosessuali –un fatto che risale a una scelta oggettuale narcisistica. L’idea delirante diventa: “non sono io omosessuale, ma tu (donna) a prosciugare il mio desiderio sessuale”.
In cosa consista il disturbo paranoide lo dice, per alcuni versi, la parola stessa che in greco significa «pensiero a lato», attività mentale deviata. Platone utilizzò il termine riferendolo a chi, in ogni occasione, pensa e giudica per pregiudizio: si tratta, infatti, di un disturbo caratterizzato dal massiccio utilizzo della ragione a scopo difensivo. Anche nel senso comune, il termine viene utilizzato quando una persona trae conclusioni arbitrarie, presuntuose, saccenti che rasentano il delirio o sono effettivamente deliranti: nutre in sé convinzioni infondate frutto di ragionamenti erronei, ma non privi di logica. I paranoici sono, spesso, tuttologi convinti.
Il disturbo è caratterizzato anche da sospettosità, circospezione, permalosità e litigiosità.I paranoici sono molto ostici e polemici. Si tratta di una patologia che si muove lungo un continuum che va da un estremo nevrotico a uno border line, per finire in un estremo psicotico. Il contatto con la realtà può non perdersi, la lucidità non viene meno, ma si può apparire morbosi nei rapporti umani, estremamente dipendenti. Il disturbo è, inoltre, contrassegnato da sfiducia e sospettosità, le motivazioni altrui sono considerate malevole, vengono male interpretate e il soggetto si sente bersaglio innocente degli altri. Es.: Lei: Le faccio vedere la foto di mia madre. Io: Che bella, elegante, raffinata… Lei: Che vuole dire che è snob?
Le proprie convinzioni portano il paranoico progressivamente a isolarsi dagli altri e a interrompere ogni relazione di intimità, da cui non traggono alcun piacere. Il risentimento non lascia più spazio all’altro, dal quale non si possono più tollerare quelle che sono percepite e interpretate come offese. I paranoici sono portati al ritiro e all’autoerotismo massiccio e inclemente. Il soggetto paranoico cifra la realtà alla luce delle sue idee preconcette, acquisendone, come con uno scanner, solo un aggroviglio di elucubrazioni ectopiche. Si parla, infatti, di wide scanning ma anche di narrow filtering, cioè di un’attenzione indagatrice che risulta minuziosamente sensibile a captare e filtrare determinati dettagli, trascurandone altri. La sua ipervigilanza lo spinge a trovare le conferme, nella realtà, delle sue idee deliranti e persecutorie: tutto è segno che ogni evento non ha molteplici significati, ma uno soltanto, quello su cui si è fissato per dei temi, motivi e motivazioni negati alla coscienza (Luca Balugani).
Le deviazioni del paranoide servono per difendersi dalla sofferenza generata dalle figure genitoriali e/o familiari (per es. fratelli e sorelle) e da quello che io credo un bagaglio di traumi ereditati geneticamente.