Un tuffo nei cantieri, croce e delizia dei palermitani, per fare il punto sulle principali grandi opere appaltate in città. Ma non solo. Il Ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, oggi ha fatto un salto a Palermo per un briefing approfondito sulle grandi opere sparse in tutta la Sicilia, con particolare attenzione per la cosiddetta “cura del ferro”, ovvero i nuovi investimenti per le tratte ferroviarie in Sicilia.
«Sono qui – ha detto – per fare il punto dei lavori più importanti in Sicilia, sullo stato di avanzamento dei cantieri e sulle novità dopo il decreto del presidente del Consiglio Gentiloni. Da ieri abbiamo nuove risorse per il contratto di programma: sono 9,8 miliardi di euro ulteriori per i prossimi anni che si aggiungono ai 18 miliardi già stanziati. Ciò consente di finanziare il raddoppio Catania-Messina fino a Giampilieri e la prosecuzione fino a Castelbuono della linea Palermo-Messina; mentre a giugno verrà aggiudicato il tratto Bicocca-Catenanuova per l’alta velocità siciliana». A questi si aggiungono i lavori «di manutenzione straordinaria per il ripristino della Palermo-Trapani via Milo, con i lavori che inizieranno questa estate e la velocizzazione Catania-Siracusa fino ad Augusta».
La visita del ministro parte dal cantiere Notarbartolo del passante ferroviario di Palermo, accompagnato dal sottosegretario alla Salute Davide Faraone, l’assessore regionale Giovanni Pistorio, il sindaco Leoluca Orlando e l’amministratore delegato di Rfi Maurizio Gentile. «Entro la fine dell’anno – ha rivelato – contiamo di attivare la tratta San Lorenzo-Punta Raisi, col raddoppio fino all’aeroporto». La circolazione dei treni, infatti, da tempo è sospesa per il raddoppio del passante. «Bisogna anche risolvere il problema della galleria di vicolo Bernava». Qui infatti da poco la Regione ha dato il via libera alle demolizioni di 5 palazzine a rischio crollo. Da 5 anni infatti, in quel punto non si scava più per un “imprevisto” fiume di acqua e sabbia che non consente di bucare gli ultimi 58 metri di galleria. I residenti hanno fatto causa alle Ferrovie e all’impresa; dopo l’estate, intorno a settembre, salvo nuovi intoppi, le demolizioni partiranno.
Pesanti ritardi, invece, per l’Anello ferroviario di Palermo, che dovrebbe essere al 95% e invece è appena al 15% a causa delle grane giudiziarie del colosso catanese Tecnis. «La buona notizia – ha detto Delrio – è che è stato finanziato anche il 2° lotto dell’Anello (Politeama-Malaspina, ndr) per circa 100 milioni, messi nel Fondo Sviluppo e Coesione». Secondo l’A.d. di Rfi, Maurizio Gentile, per diminuire i disagi è necessaria una rivisitazione del programma, «concentrando le attività su un singolo cantiere, almeno fin quando non avremmo contezza che l’impresa» superi la crisi. Col Comune si valuteranno i cantieri prioritari da ultimare.
Perplessità forti però sono giunte dai sindacati degli edili che hanno consegnato una lettera al Ministro, facendo appello al governo per accelerare «l’iter per la nomina del commissario straordinario che la Tecnis aspetta per il suo stato di insolvenza. Il rischio è il degrado del cantiere e una grande incompiuta per la città». «Solo con la nomina del commissario straordinario l’opera potrà andare avanti – dicono Ignazio Baudo, Paolo D’Anca e Francesco Piastra, in rappresentanza di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil Palermo – Confidiamo in un suo autorevole intervento circa una veloce individuazione di un nuovo commissario, che avrà l’onere di far ripartire i cantieri a ritmo pieno ma anche di ripianare la situazione economica delle maestranze impegnate nell’opera che ad oggi sono in arretrato di 5 mensilità».
Oltre alla commessa di peso appaltata alla Tecnis – azienda fra le maggiori che opera nel Meridione, con un organico di 500 operaio diretti e un indotto di 2 mila persone, e che conta un portafoglio che sfiora il miliardo di euro – Feneal, Filca e Fillea chiedono attenzione anche per il raddoppio “Cefalù Ogliastrillo-Castelbuono”, appaltato da diversi anni alla Toto, ma ancora in fase di stallo.
Infine, Delrio si è detto «sostenitore della fusione tra Anas e Cas. Con l’assessore Pistorio ci abbiamo lavorato, ma ci sono notevoli difficoltà. Confido si continui a lavorare in questa direzione anche se so che l’Ars ha perplessità. Creare un gruppo industriale forte darebbe occasioni di lavoro, certezza dell’esecuzione delle opere, controllo dei pedaggi».