Tonino di Pietro chiede l’immunità parlamentare perché non vuole risarcire di 6.000 euro Totò Cuffaro. L’ex pm di “Mani pulite” ha perso una causa per diffamazione nei confronti dell’allora presidente della Regione Siciliana ma, all’epoca dei fatti, era un deputato e per questo si è rivolto alla Giunta per le autorizzazioni a procedere di Montecitorio.
Situazione singolare, questa, perchè Cuffaro ha scontato una pena per favoreggiamento a Cosa nostra e rivelazione di segreto istruttorio ma questa volta si trova dalla parte della giustizia. Di Pietro, invece, si ritrova adesso a chiedere l’immunità, cosa che in passato aveva fatto pure Cuffaro, prima della condanna definitiva, quando era senatore.
Di Pietro è stato condannato perché nel 2009 aveva accusato Cuffaro di aver screditato la memoria del giudice Giovanni Falcone, ucciso dalla mafia nel 1992. L’ex pm, infatti, aveva pubblicato sul suo sito alcuni video presi da youtube in cui Cuffaro, che nel 1991 aveva partecipato alla trasmissione Samarcanda di Michele Santoro, aveva, a suo dire, oltraggiato il magistrato antimafia. Il titolo dell’articolo era “Vi difendiamo tutti da Cuffaro“.
I video erano stati pubblicati nel 2007 da utenti ignoti. Nel 2013 è arrivata la condanna per l’ex pm e ora che la causa è finita in Corte d’Appello, l’ex giudice ha chiesto l’immunità parlamentare perché nel 2009 era un deputato della Repubblica.
La palla, adesso, alla Giunta per le autorizzazioni a procedere di Montecitorio.