Quindici miliardi di euro del fondo sanitario nazionale ogni anno vengono spesi per curare il diabete. Al di là del fatto che sono circa il 10% di tutto il fondo destinato alla sanità in realtà solo il 29% della spesa riguarda le terapie della malattia in sé mentre il 50% riguarda la spesa ospedaliera oltre al 39% assorbito dalle cure delle complicanze.
Su questi numeri bisognerebbe riflettere visto che il sistema o meglio i 21 sistemi sanitari italiani si accaniscono a fare politiche di risparmio sui farmaci facendo finta di non sapere che non è il costo dei farmaci a far aumentare la spesa sanitaria complessiva ma al contrario un loro uso inappropriato o un mancato utilizzo impedendo quindi di bloccare o rallentare la progressione della malattia verso le sue complicanze e l’ospedalizzazione.
Gli ultimi dati Istat in circa 3 milioni e 200 mila i soggetti che dichiarano di avere il diabete, il 5,3% della popolazione. La popolazione anziana (sopra i 75 anni di età) è quella maggiormente colpita dal diabete; con una percentuale passata dal 13,2% nel 2000 al 16,5% nel 2016; su 100 persone affette da diabete mellito 70 hanno più di 65 anni e 40 più di 75 anni, con maggiore prevalenza nel genere maschile.
Tale scenario andrà a complicarsi nei prossimi anni con maggiori costi e oneri per i sistemi sanitari nazionali che dovranno continuare ad assicurare equità ed universalità di accesso alle cure con una popolazione che diventa sempre più anziana e con sempre più patologie croniche associate.
In Sicilia più di 300.000 persone dichiarano di essere diabetiche eppure siamo in ritardo sulle politiche di prevenzione con interventi sul campo ed efficaci in grado di modificare con effetti misurabili lo stile di vita nelle sue due componenti essenziali: l’attività motoria e una alimentazione equilibrata. Sicilia e Campania si contendono il primato in termini di prevalenza del diabete e di mortalità.
Il futuro è dei bambini ma la percentuale di quelli obesi e in sovrappeso è elevatissima, seconda solo a quella della Campania.
Questi bambini sono anche i più sedentari. L’obesità è una condizione di rischio per numerose malattie ed in particolare proprio del diabete e l’obesità centrale (cioè localizzata soprattutto nella pancia) è ancora di più un vero e proprio fattore di rischio cardiovascolare e metabolico
E’ prevedibile che queste nuove generazioni non si preparino ad un futuro migliore ma al contrario creano già adesso una grande preoccupazione sulla sostenibilità del sistema sanitario.
Ritornando agli adulti diabetici ricordo che le le amputazioni sono ad un livello superiore rispetto al resto del Paese ed è inaccettabile l’assenza di una rete territoriale collegata con le migliori strutture ospedaliere in grado di valutare precocemente le condizioni dei piedi dei nostri pazienti affetti da diabete prima che compaiano le ulcere e le alterazioni ossee che comportano una accelerazione del quadro clinico verso le amputazioni altrimenti evitabili.
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