Un campionato anonimo, una continuità mai trovata, una squadra incapace di spiccare il volo e a larghi tratti priva di personalità e carattere. Manca solo l’ufficialità, ma è già tutto deciso. Dopo circa nove mesi termina l’avventura di Alessio Dionisi sulla panchina del Palermo.
Per il mister toscano si è rivelata fatale l’ultima uscita contro la Cremonese, andata in scena venerdì sera al Renzo Barbera. Da 2-0 a 2-3: contro i grigiorossi è arrivata l’ennesima batosta stagionale, il perfetto riassunto di un’annata ad oggi fallimentare sotto ogni punto di vista.
Vittima da un lato, carnefice dall’altro. L’esperienza di Dionisi nel capoluogo siciliano non può dirsi certamente felice. Un amore mai veramente sbocciato con la piazza e un matrimonio iniziato in salita già nel corso della preparazione estiva, nel corso della quale il tecnico, con in mano un organico incompleto e falcidiato dagli infortuni, non ha avuto modo di impartire i proprio diktat. Che il campionato non sarebbe stato facile da affrontare era stato già ben chiaro con i primi due turni di esordio, con i ko di Brescia e Pisa. Due sconfitte che fin da subito hanno macchiato il cammino della squadra che secondo i bookmakers avrebbe dovuto scalare la classifica di serie B e lottare per un posto agiato per la conquista della promozione diretta. Contraddizioni, presunte spaccature con lo spogliatoio, il caso De Sanctis e la mala gestione delle gare e delle sostituzioni nell’arco dei novanta minuti in campo hanno poi fatto il resto.
E arriviamo così al 17 marzo: 30 turni disputati, nono posto in classifica, 39 punti collezionati, 10 vittorie, 9 pareggi e ben 11 ko. L’anno della rivalsa si è così trasformato nell’anno dello sconforto e della rassegnazione. Un Palermo mai realmente competitivo, sempre fuori dai giochi per i gradini più alti del podio, spesso più vicino alla zona playoff che al quarto posto.
Il divorzio non è certamente un fulmine a ciel sereno. L’ultimo grande out-out risale esattamente a un mese fa: il 2-2 casalingo con il Mantova, tra le candidate alla retrocessione. A salvare Dionisi in quel caso fu una mancata linea unanime da Manchester. Prima ancora era stato il 2-1 rimediato a Cittadella a far tremare l’ex Sassuolo. In quel caso a saltare fu solo la testa dell’ex ds De Sanctis, offrendo così al mister l’opportunità di rimediare ad una prima parte di campionato al di sotto di qualsiasi aspettativa.
Una cosa è certa: la lezione non è servita e la programmazione va rivista. Per il secondo anno consecutivo il club di viale del Fante è inciampato sui suoi stessi errori, senza porvi prima rimedio. Esattamente un anno fa, a sette giornate dal termine, Corini veniva sollevato dall’incarico per lasciare la rosa nelle mani di Mignani. Oggi il countdown della regular season segna meno otto e le sorti saranno affidate ad un altro traghettatore. In pole i nomi sono quelli di De Biasi, Liverani e Vivarini.