La stretta all’Ars si fa sempre più forte. Dopo l’approvazione del ddl che mette in liquidazione un terzo delle Ipab siciliane presenti sul territorio, la Commissione Affari istituzionali dell’Ars, guidata da Ignazio Abbate, è pronta a mettere in atto un altro provvedimento fondamentale e atteso da molto tempo: la riforma che riguarda i dirigenti regionali.
Un disegno di legge che ha mosso i primi passi con il governo Schifani, propulsore di una visione del comparto, su proposta dell’assessore regionale alla Funzione pubblica Andrea Messina per passare il primo scoglio della prima Commissione. Si ricorda che il provvedimento si era arenato nella stessa commissione parlamentare poco prima della votazione degli articoli e degli emendamenti su richiesta del presidente della Regione Renato Schifani che doveva dare il via libera al rinnovo dei contratti ai dirigenti generali scaduti da diverse settimane.
Oggi invece l’idea è quella di accelerare i lavori prima della messa in atto delle norme nazionali che danno priorità alla stabilizzazione dei comandi e delle mobilità. Stabilizzazioni che metterebbero a rischio gli equilibri gerarchici dei vertici regionali. Dunque, da questa mattina è tornato il dilemma: fascia unica o doppia fascia?
Va specificato che in questo momento, l’ordinamento regionale vigente è inquadrato in tre fasce, in contraddizione con la norma nazionale che invece impone la fascia unica. Le ultime vicende romane ha fatto desistere coloro che che richiedevano l’istituzione della doppia fascia, includendo sindacati, parte dei dirigenti regionali ed esponenti di partito, da destra a sinistra.
Quindi la questione è una e molto chiara: anche se, molto probabilmente, la votazione degli articoli slitterà alla settimana prossima, la 201esima seduta di Commissione servirà a capire i mutati orientamenti politici e se esiste la possibilità di chiudere velocemente l’iter di approvazione della riforma. Una smossa richiesta da più fronti anche da chi fino a qualche mese ritardava la riforma. Ricordiamo ancora che la riforma medesima è necessaria per potere espletare i concorsi per reclutare nuove figure dirigenziali considerato che la pianta organica è è sguarnita di almeno 200 dirigenti apicali.
Novità anche per i Comuni siciliani. E’ stato pubblicato il decreto dell’assessorato alle Autonomie locali con cui si prevede il riparto delle riserve destinato, nell’ambito dei trasferimenti regionali per l’anno 2025, ai Comuni in cui insistono siti Unesco e a quelli i cui territori fanno parte dei geoparchi Unesco. Un importo complessivo di 4 milioni di euro da suddividere a 70 comuni dell’Isola. Fanno da padrone Palermo, Catania e Siracusa: 705 mila euro al capoluogo siciliano, 362 mila euro alla città etnea e 158 mila euro alla città aretusea.
Una norma della scorsa finanziaria che trova applicazione con questo provvedimento, e nello specifico le somme dovranno essere utilizzate per la promozione turistica dei territori interessati o per la manutenzione dei siti.