“Me ne fotto della telecamera e ti riempio di botte“. E giù schiaffi, botte e spintoni ma anche insulti. Era un vero inferno il centro residenziale, nel quartiere Brancaccio a Palermo, che ospita pazienti affetti da disabilità spastica, vittime dei maltrattamenti di cinque operatori sanitari: per tre di loro sono scattati gli arresti domiciliari, due hanno invece l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e il divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalle persone offese. Lo ha disposto il gip di Palermo, accogliendo la richiesta del procuratore aggiunto Laura Vaccaro che ha coordinato l’indagine avviata a gennaio e affidata ai carabinieri.
Nel centro sono così state piazzate videocamere ed effettuate intercettazioni, anche ambientali, che descrivono uno scenario terrificante. Alcuni degli indagati sono accusati inoltre di non avere impedito che i pazienti compiessero atti di autolesionismo.
Severa, la conclusione del gip, secondo cui “siamo in presenza da parte dei cinque indagati, sia pure a diverso livello di intensiva offensiva, di un ricorso continuo e sistematico alla vessazione e sopraffazione degli ospiti del Centro residenziale ove gli stessi indagati prestano servizio, ospiti in danno dei quali risulta instaurato un regime di vita abitualmente doloroso e avvilente, regime di vita che le persone offese subiscono impotenti“.
Gli atti di violenza scattavano solo – per esempio – perché uno di loro non riusciva a vestirsi da solo.
“Condotte che cagionavano nelle vittime – afferma il gip – sofferenze fisiche e morali tali da rendere mortificante, intollerabile e vessatoria la loro permanenza all’interno della suddetta struttura, ingenerando una condizione di costante terrore per la propria incolumità fisica, unitamente a creare, anche tra i pazienti che assistevano alle violenze perpetrate in danno degli altri ospiti, un clima diffuso di sopraffazione, prevaricazione e vessazione che rendeva impossibile la prosecuzione della convivenza“.
Le indagini sono scattate dopo la denuncia, nel gennaio scorso, da parte di Salvatore Nicitra, presidente dell’Aias (Associazione italiana Assistenza Spastici), che aveva appreso di lesioni e traumi riportate dai pazienti-ospiti del centro residenziale di Brancaccio.
Le immagini – sia dell‘impianto di video sorveglianza sia delle telecamere piazzate dai carabinieri – parlano chiaro, a supporto del reato contestato di maltrattamenti. Lo ribadisce anche il gip, descrivendo uno degli episodi di violenza, avvenuto il 29 gennaio scorso: “Anche in questo caso, al di là di quanto riportato nelle note informative agli atti e nella stessa richiesta nulla può dar conto dell’accaduto meglio della visione diretta delle immagini“.
“A un certo punto, alle 22:30, mentre due degli indagati stanno sollevando di peso un paziente che ha le mani appese alle barre laterali di un letto, uno di loro gli afferra il capo spingendolo violentemente, comprimendogli il collo, a mo’ di tentativo di soffocamento – scrive il gip – contro la più alta delle barre laterali del letto, poi aiutandosi per dare maggiore forza alla spinta, anche con l’altra mano, proseguendo per qualche attimo nell’azione di compressione“.
L’altro indagato contribuisce sostenendo il paziente disabile. Subito dopo i due mollano il paziente facendolo crollare a terra. Qui oltre alle immagini ci sono anche le intercettazioni ambientali che forniscono l’audio a questa azione spregevole: “Minchia ti giuro – dice uno degli indagati – me ne fotto della telecamera e ti riempio di botte“.
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