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Disabilità gravi, l’alleanza delle cooperative scrive all’Ars

venerdì 28 Aprile 2017

L’alleanza delle cooperative Italiane Sicilia, formata dal presidente Gaetano Mancini (Confcooperative), i co-presidenti Pietro Piro ( Legacoop) e Michele Cappadona (Agci Sicilia), a cui si aggiungono il Forum per il terzo settore mediante il portavoce Pippo Di Natale ed il presidente di Annfas Sicilia Pippo Giardina hanno scritto una lettera alla presidenza dell’Assemblea Regionale Siciliana, con a capo Giovanni Ardizzone, e agli assessori Gucciardi, Mangano oltre che al presidente della Regione Rosario Crocetta.

“Ci siamo determinati a sottoscrivere la presente lettera aperta per i gravi rischi che, in base alla nostra esperienza, intravediamo con l’attuazione dell’articolo 1 della legge 4/2017 e delle proposte modificative cosi come formulate dall’articolato del DDL in oggetto in tema di interventi a favore delle disabilità.

Riteniamo infatti che la scelta di intervenire con trasferimenti monetari diretti, oltre alla mortificazione data dal dovere assistere alla monetizzazione del disagio, sia foriera di gravissime distorsioni che avrebbero l’effetto di abbassare significativamente la qualità degli interventi rischiando di dare alle risorse verso scopi differenti da quelli dell’assistenza socio-sanitaria e più vicino al sostegno al reddito.
Inoltre si danneggeranno:
– le famiglie dei disabili che si vedranno costrette (come prevede l’articolo 5 del DDL finanziaria in discussione in queste ore) ad affrontare la rendicontazione delle spese sostenute con il conseguente rischio di restituzione di somme relative a spese non riconosciute e ad anticipare ingenti somme a causa dei noti e strutturali ritardi di pagamento della pubblica amministrazione;
– le società che oggi erogano i servizi, e tra loro le cooperative sociali, con conseguenti effetti di perdita di posti di lavoro. E stiamo parlando di un sistema che rappresenta migliaia di occupati in buona parte femminile;
– Lo stesso sistema della pubblica amministrazione che dovrà curare il finanziamento, la vigilanza ed il controllo della rendicontazione di migliaia di singole pratiche;
Dovrebbe del resto fare riflettere il fatto che sarebbe la sola Sicilia ad operare tale scelta nel contesto nazionale in totale difformità dal resto del Paese.

Tale modalità di intervento rischia di annullare del tutto l’effetto positivo della libertà di scelta da parte degli assistiti pure introdotto dalla legge.

Per questo motivo vi invitiamo a prendere in conto un’ipotesi di emendamento correttivo, che ci permettiamo di allegare alla presente insieme ad un commento esplicativo, che permetterebbe di garantire la libertà di scelta assicurando però l’attuazione dei servizi in piena legalità e la loro connotazione professionale.

Confidando nell’accoglimento di questa nostra motivata proposta cogliamo l’occasione per porgere cordiali saluti.

Come noto, l’articolo 1 della legge regionale n.4 del 1 marzo 2017 ha stanziato 36 milioni di euro a favore dei soggetti con disabilità gravissima prevedendo trasferimenti monetari diretti per ciascun soggetto in relazione al piano individuale di assistenza.
Tale meccanismo rischia di non garantire l’effettività delle prestazioni e la qualità delle stesse per ciascun avente diritto, come è stato evidenziato da diverse associazioni dei familiari, dalle associazioni del terzo settore e dalle associazioni del mondo cooperativo. Sappiamo bene che a causa della lunga e violenta crisi di mercato la Sicilia vive un momento di drammatica difficoltà che ha compromesso l‘equilibrio economico di un numero assai elevato di famiglie. In tale scenario è prevedibile immaginare che numerose famiglie tenderanno ad utilizzare le somme ottenute risparmiando sui servizi acquistati rivolgendosi a fornitori meno professionalizzati e/o con più bassi requisiti di regolarità e legalità. Ciò comporterà un più basso livello di qualità dei servizi e rischierà di favorire il lavoro nero e irregolare.

Conosciamo tutti inoltre le oggettive difficoltà di bilancio degli enti pubblici, difficoltà che oggi si manifestano con ritardi nei pagamenti ai fornitori dei servizi che spesso superano i 12 mesi. È quindi assai presumibile che analoghi ritardi si manifesteranno anche nell’erogazione delle somme alle famiglie delle persone affette da disabilità.

Il meccanismo richiede inoltre una verifica continuativa da parte delle strutture regionali sulla rendicontazione delle somme monetarie che sono state trasmesse agli aventi diritto (e ciò viene ancor più specificato dal DDL in oggetto) ed un controllo su tutta la platea dei beneficiari. Tale forma di controllo, dispendioso e complesso, in ogni caso interverrebbe sempre ex post, con tutte le inevitabili conseguenze (e conteziosi) che si aprirebbero per il recupero delle somme.

Attualmente il sistema funziona attraverso l’erogazione dei servizi da parte di fornitori, per lo più cooperative sociali e sanitarie. E’ ovvio immaginare che alla destrutturazione del sistema attuale sarà correlato un problema imprenditoriale e occupazionale che interessa le cooperative sociali e sanitarie siciliane e le associazioni del terzo settore e con esse le migliaia di operatori (professionalizzati) che oggi operano nel settore.

Ciò comporterà un effetto conseguente anche sul sistema economico più in generale, considerato che tali migliaia di operatori sono stati formati e quindi hanno rappresentato costi a carico della collettività.

Proprio per evitare tali effetti negativi tutte le migliori esperienze promosse da altre regioni, esperienze che pongono al centro il cittadino e la sua libertà di scelta dei soggetti che erogano i servizi, prevedono un meccanismo semplice: trasferiscono le somme tramite titoli di spesa che sono utilizzabili solo per le finalità per le quali sono erogati presso strutture accreditate e quindi dotate a priori dei necessari standard strutturali, organizzativi e professionali.

Tale meccanismo riduce al minimo la burocrazia, non affatica la macchina amministrativa, coniuga l’effettività delle prestazioni con la libera scelta dei cittadini e garantisce livelli elevati di qualità delle prestazioni e di specializzazione del personale. Affinché il meccanismo produca gli effetti sperati, oltre a utilizzare i titoli si devono parallelamente definire, attraverso un decreto attuativo, gli standard per singolo servizio dentro un modello di accreditamento delle strutture erogatrici di servizi che tenga conto delle specificità della Regione Sicilia e degli operatori presenti in loco.

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