Arriva ad un bivio l’attività di risanamento del Comune di Taormina dopo il dissesto dichiarato dal Consiglio comunale nel luglio 2021 e da quel momento le vicende della casa municipale viaggiano su due binari: da una parte c’è l’operato dell’Amministrazione attiva, che dallo scorso maggio è passata nella mani del sindaco Cateno De Luca, e dall’altra c’è l’azione della Commissione Liquidatoria nominata dal Capo dello Stato, che sta operando per tutta l’ampia ed intensa parte che va sino al 31 dicembre 2020.
L’organo liquidatorio, presieduto da Lucio Catania e di cui fanno parte anche Maria Di Nardo e Tania Giallongo, in questa fase fa i conti con la voragine della mancata riscossione milionaria dei tributi (e qui c’è una società a suo tempo incaricata) e si sta poi concentrando sulle transazioni con i creditori, per abbattere il debito da 83 milioni di euro, e la vicenda che si sta avviando all’atto finale e rappresenterà lo spartiacque del futuro del Comune è ancora il contenzioso con l’ex Impregilo, oggi Webuild, per i lavori che a suo tempo hanno portato alla realizzazione del sistema di parcheggi e viabilità cittadina.
Si tenta la via della composizione bonaria del caso ma Webuild insiste e chiede 50 milioni di euro per chiudere la questione ormai ultraventennale, la Commissione lavora invece per incardinare la transazione su più “miti pretese”, con un importo decisamente inferiore.
Nel frattempo l’Amministrazione punta sulla vendita di alcuni gioielli del patrimonio comunale, con il sindaco Cateno De Luca che ritiene si debba evitare il rischio di un “dissesto bis”. La prospettiva è quella della vendita al Parco archeologico di Naxos-Taormina dell’ex La Giara (e dei locali dell’ufficio tributi di Corso Umberto), ma anche della Badia Vecchia. L’operazione, che inizialmente sembrava poter decollare sulla base di circa 6 milioni di euro, è destinata a lievitare nel prezzo e alla fine la vendita potrebbe andare almeno in doppia cifra.
L’ultima parola su questa trattativa spetterà, ad ogni modo, proprio alla Commissione Liquidatoria, perché il Comune è in dissesto ed è proprio l’organo commissariale che avrà la responsabilità di fare le valutazioni su quelle che saranno le possibili vendite, con riferimento ai citati beni che nel frattempo l’Amministrazione ha inserito nel piano delle alienazioni. La Commissione, in particolare, potrebbe procedere quanto prima al conferimento di un incarico per effettuare una stima aggiornata degli immobili, con una relazione da parte di un professionista per quantificare il valore degli edifici e quindi al fine di avere un quadro definitivo sul prezzo di eventuale vendita.
Si va verso uno scenario ad “incastri” e sarà poi la transazione (sempre eventuale) con Webuild e la relative posizione che assumerà l’impresa a decidere tutto. Se l’intesa con Webuild dovesse chiudersi ad una cifra contenuta, decisamente più bassa rispetto alle attuali pretese del colosso delle costruzioni, a quel punto la Commissione potrebbe anche decidere di non “sacrificare” tutti i beni che ad oggi sono destinati all’alienazione e alla relativa vendita al Parco di Naxos. La Commissione, d’altronde, si atterrà alla “missione” di andare a coprire il debito e per il resto e per ulteriori scelte “la palla” passerà all’Amministrazione attiva.
Dipenderà, insomma, tutto o quasi dalla cifra alla quale bisognerà fare fronte per chiudere il capitolo delle transazioni, con in testa il caso Impregilo e dalla relative capienza che avrà in bilancio la casa municipale per fare fronte alle incombenze. Non si può nemmeno escludere che Webuild decida di non accettare la transazione e a quel punto il Comune si troverebbe di nuovo a rischio quando tornerà “in bonis”. Ma questa è un’altra storia, alla quale ad ora nessuno vuole pensare.