Il debito complessivo da “onorare” per il Comune di Taormina, a fronte delle esorbitanti richieste attuali per 63 milioni avanzate da 305 creditori, tra qualche tempo potrebbe attestarsi a ridotto dei 25 milioni di euro. E’ la prospettiva che si va delineando per la casa municipale della località turistica, tenendo conto della facoltà che viene concessa dalla legge di far arrivare in porto la questione con importi ridotti della metà rispetto alle pretese di partenza di chi ha bussato alla porta di Palazzo dei Giurati.
L’organo straordinario di liquidazione nominato dal Capo dello Stato dopo l’avvenuta bocciatura del piano di riequilibrio del Comune di Taormina, e la conseguente dichiarazione di dissesto, ha già messo mano alla situazione e avrà adesso la possibilità di definire con delle transazioni le pretese creditorie offrendo in pagamento una somma variabile tra il 40 ed il 60 per cento dell’intero debito di partenza. La procedura non avrà tempi brevi e bisognerà formulare la proposta e a quel punto si vedrà se la transazione verrà accettata dal creditore, entro un termine prefissato.
Nella questione debitoria da chiudere si dovranno affrontare le transazioni sulle parcelle legali nei confronti di una trentina di creditori (avvocati) non pagati dall’ente e sui quali già la Corte dei Conti aveva rilevato nell’ambito del piano di riequilibrio (poi dalla stessa bocciato nel 2021), l’assenza dei necessari atti di consenso ad un accordo transattivo.
Ovviamente il caso più complicato da dirimere per il Comune di Taormina rimane quello dell’ex Impregilo, oggi WeBuild, che chiede 36 milioni. In sostanza dentro questa maxi-richiesta ci sono gli 8 milioni che già in ogni caso spettano all’impresa e si riferiscono a sentenze passate in giudicato, ma anche i 28 milioni di euro sui quali c’è un contenzioso ancora aperto e sul quale Comune e WeBuild avranno un ulteriore round in Corte di Cassazione. La storia è nota, Impregilo a suo tempo aveva vinto in primo e secondo grado la causa sui lavori per i parcheggi comunali ma poi nel 2010 la Cassazione decise di rimandare il processo di nuovo in Corte d’Appello a Messina. E da quel momento in poi ci sono stati alcuni round giudiziari favorevoli al Comune di Taormina.
A conti fatti, quindi, il maxi-debito scenderebbe da 63 a 43 milioni ai quali si aggiungerebbero ulteriori debiti fuori bilancio per 2 milioni 457 mila euro (maturati al 31 dicembre 2018), ed ulteriori passività per la commissione liquidatoria “all’epoca non ancora contabilizzate”.
In sostanza, il monte debitorio, l’intera massa passiva cioè del Comune arriverebbe a circa 45 milioni sui quali si conta di determinare poi una “sforbiciata” con l’abbattimento complessivo del 50% e arrivare così a dover pagare un importo tra i 20 e i 25 milioni totali, in virtù delle singole proposte di riduzione dei debiti mediante relativa transazione.