Da numerosi anni i disturbi psicologici, specialmente negli adolescenti, sono un argomento delicato e non sufficientemente discusso. L’ultimo anno, poi, non ha certo aiutato.
L’avvento della pandemia da Covid-19, il primo lockdown, il secondo e ora il terzo non hanno giovato affatto alle menti più forti, men che meno a quelle già fragili.
Gli effetti nefasti della pandemia hanno infatti messo in ginocchio anche coloro che non avevano mai sofferto di disturbi psicologici, i quali sono diventati vittime, ad esempio, dei famosi “attacchi di panico“, per citarne uno.
Gli studenti, come già accennato, sono una delle categorie più a rischio. Già noto, difatti, è che i giovani hanno una psiche di per sé piuttosto fragile; questa è in costante maturazione e pertanto può essere vittima di preoccupazioni di ogni tipo.
Con la pandemia poi sono stati costretti a dire addio alle loro abitudini, alla loro vita sociale, per non parlare poi della famigerata didattica a distanza.
Sono moltissimi quelli che dichiarano di soffrire molto la mancanza della routine scolastica in presenza, a causa principalmente dell’alto numero di effetti negativi che questa provoca a livello psicologico.
Questi sono: fatica a concentrarsi, con conseguente scarso rendimento scolastico; maggiore stanchezza; incertezza; preoccupazione; irritabilità; ansia; disturbi del sonno.
Ecco i sintomi più frequenti di cui hanno sofferto sia bambini che adolescenti italiani secondo l’indagine sull’impatto psicologico della pandemia Covid-19 nelle famiglie in Italia promossa dall’Irccs Giannina Gaslini di Genova e dal dirigente del dipartimento di Neuropsichiatria infantile dell’istituto, il neurologo Lino Nobili.
Il questionario è stato raccolto all’inizio del primo lockdown, tra il 24 marzo e il 3 aprile 2020, e le risposte lasciavano già emergere le conseguenze negative dell’isolamento. I livelli di stress, sia nei genitori che nei figli, erano tanto elevati da avere ripercussioni sulla salute fisica ed emozionale-psichica dei soggetti.
RISULTATI DELL’INDAGINE
Secondo lo studio, i bambini di età inferiore ai sei anni hanno registrato più frequentemente l’aumento dell’irritabilità, i disturbi del sonno (paura del buio, risvegli notturni, difficoltà ad addormentarsi) e i disturbi d’ansia (inquietudine, ansia da separazione).
Nei bambini di età superiore ai sei anni e negli adolescenti fino ai 18 anni, invece, è prevalsa la sensazione di “mancanza d’aria” e una maggiore difficoltà nella regolarizzazione del sonno (si va quindi a letto molto più tardi e la mattina è più difficile riuscire a svegliarsi). Altri sintomi registrati sono: instabilità emotiva con irritabilità e sbalzi d’umore.
Altro dato importante emerso durante l’indagine è la proporzione “malessere dei genitori = gravità dei comportamenti disfunzionali dei figli“. Vale a dire che con l’aumento dei sintomi da stress nei genitori (disturbi legati all’ansia, al sonno, all’umore e il consumo di farmaci ansiolitici), influenzano il comportamento e l’emotività sia dei bambini che degli adolescenti.
LE PROBLEMATICHE DELLA DAD
In tempo di crisi vengono a galla le insicurezze, ed è proprio quello che sta succedendo a tutti i cittadini. Gli studenti, a causa della DAD, hanno dovuto affrontare spesso le loro condizioni di vita non proprio agiate: una connessione Wi-Fi sembra quasi scontata al giorno d’oggi, eppure per molti è considerata un lusso; lo stesso dicasi per un PC.
Il disagio di dover mostrare queste ed altre problematiche legate alle condizioni economiche della famiglia sono un’ulteriore fonte di stress per i ragazzi, con conseguente aumento dell’insicurezza, la diminuzione della voglia di partecipare attivamente alle lezioni e, pertanto, la maggiore passività.
L’isolamento all’interno di una stanza, la didattica a attraverso dispositivi non perfettamente funzionanti e con una connessione a internet instabile, liti in famiglia nate dalla forzata convivenza prolungata in pochi metri: queste le cause maggiori che hanno innescando negli adolescenti reazioni negative.
Esse, poi, possono perfino sfociare in disordini da stress post-traumatico, abulia (non volere o non riuscire a prendere una decisione o eseguire un’azione), depressione, crollo della concentrazione e dell’autostima, ansia e, in casi peggiori, autolesionismo e pensieri suicidi.
GLI AIUTI MESSI A DISPOSIZIONE
L’assenza di programmi che supportano i minori non può che favorire l’aggravarsi di problematiche già esistenti, amplificatesi con la DAD. Il MIUR ha quindi deciso di attivare il “Protocollo per la Psicologia nella Scuola“, volto all’apertura di sportelli d’ascolto nelle istituzioni scolastiche italiane. Attualmente sono ben 5.562 i servizi di supporto psicologico già attivi.
Ulteriore traguardo è la riattivazione del Numero Verde di supporto (800 833 833), predisposto dal Ministero della Salute in collaborazione con la Protezione Civile, e alle famiglie con figli di età inferiore ai 18 anni sarà garantito un voucher per servizi psicologici.
In caso di attacchi di panico e di ansia è a disposizione, invece, il Numero Verde gratuito (800 060 708) di ISIDAP (Istituto italiano specializzato nella cura dei disturbi da Attacchi di Panico, della Depressione e dell’Ansia); a disposizione anche un Numero Mobile (+39 375 653 7034).
Anche presso l’Università degli Studi di Palermo è stato predisposto uno sportello di ascolto per gli studenti. È possibile telefonare al numero messo a disposizione (091 238 97788) e prenotare un primo appuntamento.