In Italia le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte, con circa il 44% dei decessi totali attribuibili a questi disturbi. In particolare, le cardiopatie ischemiche provocano oltre 116 decessi ogni 100.000 abitanti. Questi numeri sottolineano quanto sia cruciale saper riconoscere tempestivamente un possibile infarto.
“I sintomi tipici di una patologia cardiaca sono quelli legati all’angina o all’infarto miocardico acuto . Il dolore si manifesta in sede retrosternale, viene descritto come un peso o un senso di morte imminente, e può irradiarsi al braccio sinistro, alla mandibola, al dorso o nella parte alta dello stomaco”.
A spiegarlo è Alfredo Galassi, professore ordinario di Malattie dell’apparato cardiovascolare e direttore della UOC di Cardiologia del Policlinico di Palermo per il PROMISE, il Programma Mattone Internazionale Salute, che nel quadro delle sue attività di promozione della salute sostiene campagne di educazione cardiologica e prevenzione delle patologie cardiovascolari.
Come riconoscere un dolore “di cuore”?
“I dolori di origine cardiaca – precisa Galassi – hanno generalmente una durata superiore ai 5 minuti, si ripresentano o persistono, e vengono spesso indicati con la mano aperta o con il pugno al centro del petto. Al contrario, dolori di tipo muscolare, osteoarticolare o gastrointestinale sono più brevi, localizzati, e il paziente tende a indicarli con un dito”.
Il contesto clinico è fondamentale per valutare il rischio. “Se il paziente ha fattori di rischio come ipertensione, diabete, ipercolesterolemia, fumo o una forte familiarità per malattie cardiovascolari – aggiunge – allora è necessario preoccuparsi, o meglio, occuparsene subito. Oggi abbiamo molte terapie efficaci e strumenti diagnostici avanzati”.
Gli esami da fare
In caso di dolore toracico sospetto, i primi esami da eseguire sono:
-
elettrocardiogramma (ECG);
-
esami del sangue specifici per i marker di danno cardiaco.
Successivamente si può ricorrere a:
-
ecocardiogramma;
-
prova da sforzo;
-
TAC coronarica;
-
coronarografia, per visualizzare le arterie e trattare eventuali ostruzioni.
“Il percorso diagnostico deve essere modulato sul singolo paziente – sottolinea il professore –. L’importante è non sottovalutare mai un dolore al petto, soprattutto se si è in presenza di fattori di rischio”.
Il ruolo dello stress
“Lo stress è un elemento da non trascurare – conferma Galassi –. Alcune persone sembrano tranquille ma somatizzano internamente, altre esternano l’ansia. In ogni caso, lo stress va valutato insieme agli altri fattori di rischio e in relazione all’età del paziente. Prendere la vita con un approccio più equilibrato può aiutare anche il cuore”.
Per un cuore sano
Galassi ricorda anche le dieci comandamenti fondamentali per prendersi cura del proprio cuore ogni giorno:
-
rammentare i rischi evitabili;
-
controllare la pressione;
-
non sospendere mai le cure antipertensive;
-
controllare il colesterolo;
-
fare moderata attività fisica;
-
seguire un’alimentazione equilibrata e ridurre il consumo di sale
-
non fumare;
-
non abusare di alcol;
-
affrontare con saggezza la vita;
-
lasciare al medico l’onere della cura.