Sarà presentato domani, mercoledì 24 maggio, alle 10,30, nella sede dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, a Palermo, il docufilm “Ciapani – Trapani senza marketing”, regia di Marco Bova.
Un prodotto indipendente che racconta il viaggio metafisico, in una realtà paradigma del Meridione, di uno studente argentino. Fra le testimonianze raccolte, quelle dell’intellettuale Pietrangelo Buttafuoco, dell’artigiano del corallo Platimiro Fiorenza, patrimonio vivente dell’Unesco, dell’ex procuratore capo di Trapani Marcello Viola e dell’ex senatore Nino Papania.
Il protagonista, Gaston, è Felice Capogrosso, la voce narrante è di Fabrizio Ferracane (candidato come miglior attore protagonista ai David di Donatello, con Anime Nere), la fotografia di Francesco Bellina, il montaggio di Marco Fato. Le musiche sono di Andrea Terrana. Il docufilm è stato prodotto dall’associazione Vurria con un contributo dell’associazione Saman, fondata dal giornalista e sociologo Mauro Rostagno, ucciso dalla mafia il 26 settembre 1988.
Nel corso della conferenza stampa verrà proiettata la versione integrale di “Ciapani” e saranno rese note le date delle proiezioni a Palermo, Trapani e Castelvetrano.
SINOSSI
Un aereo plana sulle saline e tocca terra. Uno straniero arriva e un trapanese se ne va. Nel mezzo, e sotto i piedi, c’è Ciapani, Trapani senza marketing. Al netto della vela, dei grandi eventi, del sale a munzeddo, delle processioni di cera, del cous cous e delle promesse della cantieristica navale. Gaston, argentino, zaino in spalla, si affida alle righe vergate su un notes dall’amico siciliano che lo conduce in un viaggio metafisico attraverso le contraddizioni, i dettagli nascosti e le trame opache di un terra frontaliera. Dai licenziamenti collettivi dei Cantieri Navali alle storie di “resistenza quotidiana” su una petroliera occupata, dalla pratica del voto di scambio all’estinzione della tradizionale arte del corallo.
Ciapani è Trapani sotto inchiesta. La cabina di regia della politica organizzata e delle sue connivenze con gli interressi mafiosi è ricostruita attraverso le parole dei magistrati della Procura, mentre fuori dal palazzo i dipendenti dei supermercati Despar confiscati propongono la loro ricetta: “meglio con la mafia che con lo Stato”. Il ribaltamento di prospettive, la frana del sistema occupazionale e d’istruzione sono accompagnate dall’analisi dello scrittore Buttafuoco, ultimo volto di questo grande affresco che restituisce una nitida istantanea: quella di una terra dove “non scegliere sembra sempre la scelta migliore”. Gaston arriva così al cuore della provocazione insita nell’addio dell’amico: per capire chi sei, da Ciapani devi andar via. E chi resta trova la sua fuga, comunque.
NOTE BIOGRAFICHE
Marco Bova è giornalista e videomaker. Corrispondente dell’Agi (Agenzia Giornalistica Italia) e di Ruptly agency. Autore, sceneggiatore e produttore esecutivo del documentario “Berlusconi – La genesi” (Telemaco, 2011) sull’origine finanziaria dell’imprenditore milanese; regista di “Ciè Business” (2013) sulla gestione dei centri per migranti, premiato da La Repubblica. Ha lavorato con La Sicilia (2008 – 2015). Ha pubblicato “Greek Lab” e “Dentro al Cie” con Radio Radicale. Ha collaborato con Rai, Bbc, Al Jazeera Plus, Il Fattoquotidiano.it, Malitalia.it e Left.
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