La Sicilia consolida la ripresa avviata nel 2024, registrando nei primi cinque mesi del 2025 96 trapianti e 34 donatori. Un risultato significativo che conferma l’evoluzione positiva dell’attività trapiantologica nell’Isola e la colloca tra le regioni più attive a livello nazionale.
Nel 2024, secondo il report ufficiale del Centro Nazionale Trapianti, erano stati 50 i donatori e 118 i trapianti effettuati nell’intero anno. Se il trend attuale verrà mantenuto, il 2025 potrebbe chiudersi con numeri in netta crescita, a testimonianza di un percorso ormai consolidato sia sul piano organizzativo che culturale.
“Il 2025 ci parla di una realtà italiana in movimento, in grande attività – dichiara Giuseppe Feltrin, direttore generale del Centro nazionale trapianti -. Abbiamo già effettuato più di mille trapianti in questi primi cinque mesi circa dell’anno e anche l’attività di donazione è un’attività importante“.
“Noi oggi con la donazione a cuore fermo siamo in grado di arrivare alla donazione di tutti gli organi e questo sicuramente è un vanto dell’Italia trapiantologica, un vanto che ci viene riconosciuto a livello internazionale. Quindi un dato assolutamente positivo, riconosciuto anche a livello internazionale“.
“Tuttavia, la situazione non è priva di criticità. Il nodo più complesso resta quello delle liste d’attesa – ricorda –. Ogni anno ci sono quasi 8.000 pazienti che attendono un organo in Italiae purtroppo riusciamo a soddisfarne solo tra il 30 e il 35%. Due su tre non arrivano al trapianto“.
Tra i principali ostacoli si conferma l’opposizione alla donazione, ancora troppo diffusa: “Questo è un fenomeno su cui stiamo lavorando molto. È fondamentale che i cittadini esprimano in vita la loro volontà positiva alla donazione. La sfida è culturale e passa da una corretta informazione“, ha aggiunto.
Proprio in Sicilia, però, si registra uno dei segnali più incoraggianti: “Un paio di anni fa erano quasi uno su due a dire no, oggi siamo scesi al 30% di opposizioni. Un progresso significativo che dimostra quanto il lavoro sul territorio – dalle campagne informative alla formazione del personale – stia dando i suoi frutti”.
Guardando avanti, il sistema trapiantologico italiano si prepara a integrare sempre di più le nuove tecnologie. “L’intelligenza artificiale può aiutarci a gestire meglio i pazienti trapiantati e ad abbinare in modo più efficace donatori e riceventi. È un ambito ancora in fase iniziale, ma con grandi aspettative“, evidenzia Feltrin.
“La Sicilia rappresenta oggi una delle realtà regionali più attive e promettenti e non possiamo che prenderla a modello. È la dimostrazione che quando c’è convinzione tra i professionisti e sensibilità nella popolazione, i risultati arrivano – conclude –. E quando si costruisce fiducia, si salvano vite“.