“L’episodio del carcere dell’Ucciardone, a Palermo, che ha portato alla scoperta di un telefonino e di cento grammi di hashish in un congelatore, usato dai detenuti in una sezione “aperta”, è certamente da considerare grave perché rivela una certa permeabilità che, inopinatamente, il sindacato Osapp addebita alla ex direttrice Rita Barbera”, inizia così la nota Pino Apprendi, presidente di Antigone Sicilia.
“Questa – aggiunge – avrebbe fatto diventare il carcere ‘ porto di mare’, definendo la sua gestione , ‘Inadeguata e all’acqua di rose’. Per concludere, infine, che nel carcere dell’Ucciardone ‘Entrano troppi volontari’, volendo, poco velatamente, attribuire a quest’ultimi responsabilità su quanto accaduto”.
“Non è mai troppo il numero dei volontari che entrano in un carcere – prosegue Apprendi – dobbiamo sempre dire grazie al loro impegno in favore dei detenuti e delle loro famiglie”.
“Questa presa di posizione è in contrasto tutte le teorie positive del valore che il volontariato esprime nelle carceri italiane, agevolando, fra l’altro, il lavoro della stessa Polizia Penitenziaria il cui organico, come lo stesso sindacato afferma, è sottodimensionato”.
“La storia scritta Rita Barbera – conclude Apprendi – è scritta, ed è inconfutabile il suo ruolo di rispetto dell’articolo 27 della Costituzione, che vede il carcere come un luogo di rieducazione che possa restituire persone alla società con la voglia di riscattarsi”.