Duro colpo alla mafia, la mattina del 24 maggio è finito agli arresti Antonino Graviano, 40 anni, appartenente alla famiglia che costituisce lo storico gruppo mafioso egemone nel mandamento di Brancaccio.
L’operazione è stata effettuata dai carabinieri del Ros, coadiuvati da quelli del Comando Provinciale di Palermo, su provvedimento del gip del capoluogo e su richiesta della Procura – Direzione Distrettuale Antimafia.
Graviano è ritenuto responsabile di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti del titolare di una impresa edile impegnata in lavori di ristrutturazione di un edificio a Brancaccio.
Nel corso dell’attività investigativa, avviata a seguito della denuncia presentata dal titolare dell’impresa, sarebbe emerso che Graviano si qualificava come un uomo di Brancaccio e intimava, in alcune occasioni, l’interruzione dei lavori.
Pare chiedesse anche il pagamento di una somma di denaro da destinare al mantenimento dei detenuti. I carabinieri sarebbero riusciti a documentare che subito dopo un intervento effettuato presso il cantiere da Graviano, gli operai si sono allontanati dal cantiere perchè intimoriti dalle minacce subite.
Durante la perquisizione effettuata nei confronti dell’indagato sono stati infine trovati e sequestrati: un revolver Smith & Wesson 357 magnum con matricola abrasa, munito del relativo munizionamento; circa 1,5 kg di sostanza stupefacente varia (marijuana e cocaina); materiale per il confezionamento del narcotico e strumentazione normalmente utilizzata per la coltivazione di marijuana; la bicicletta elettrica utilizzata da Graviano per recarsi presso il cantiere; varia documentazione ritenuta di interesse investigativo.
L’inchiesta, condotta in tempi strettissimi (la denuncia è del 19 aprile scorso) è stata coordinata dal pm della Dda Dario Scaletta.
Graviano, secondo quanto avrebbe raccontato il titolare della ditta che ha subito l’estorsione, si sarebbe presentato al cantiere in cui l’impresa stava eseguendo i lavori minacciando uno degli operai.
Secondo gli investigatori, l’indagato avrebbe detto che lui “era di Brancaccio” e che “il titolare doveva fare dei regali” perché “anche quelli dentro dovevano mangiare”, espressione che alludeva ai soldi dare fare arrivare ai carcerati.
A Graviano i carabinieri sono arrivati grazie alle riprese delle videocamera della banca che si trova vicino al cantiere che hanno immortalato il presunto estortore arrivare in bicicletta nel giorno e all’ora indicata al proprietario dell’impresa dal suo dipendente.
Alle immagini si sono aggiunte le descrizioni degli operai della ditta. Graviano ha precedenti per rapina e ricettazione.