Carissimi
Proverò a telefonare a Giovanni. E’ in momenti come questi che preso anche dalle emozioni tornando verso casa il mio primo pensiero è “adesso telefono a Giovanni, ne parlo con lui e commentiamo”, qualche volta magari per parlare delle quotidiane delusioni, qualche volta per renderlo felice degli straordinari successi da me ottenuti, qualche volta così, solamente per farmi strapazzare dai suoi giudizi sempre disinteressati e mossi dal solo affetto, convinto che chiusa quella telefonata l’indomani mattina ci risentiremo come se nulla fosse successo.
Telefonerò a Giovanni perché solo con lui ne posso parlare, Telefonerò a Giovanni perché è a lui che posso strappare un sorriso fidando sulla sua memoria. Telefonerò a Giovanni perché il suo punto di vista di una persona più grande è più che mai scevro da qualunque condizionamento ed è spesso tante volte viscerale, ed è proprio quello che mi ci vuole poiché lui è in condizione di dire quello che io vorrei dire ma che ancora non ho la dovuta esperienza di poterlo fare.
Telefonerò a Giovanni non perché non abbia amici, conoscenti, parenti, affetti, ma perché solo con Giovanni si possono affrontare determinati argomenti sapendo che dietro qualunque giudizio prevarrà l’affetto. Sono tanti i momenti in cui avrei bisogno di telefonare a Giovanni ma preferisco non disturbarlo perché qualche volta magari mi sembra troppo presto a volte mi sembra molto tardi, perché seppur Giovanni e nottambulo come me chissà quale preoccupazione gli possa destare una telefonata fatta nelle ore serali spinte o notturne e allora decido: “domani lo farò, eh si domani lo farò e magari deciderò di passarci, lo andrò a trovare e vincerò questa mia inedia, farò questo grande sforzo perché Giovanni abita nel palazzo accanto”.
Miei cari, eccoci giunti nuovamente nella settimana della Vigilia di Natale, poiché alla prossima volta che ci risentiremo, se ci risentiremo Natale sarà già passato.
Tanti di voi dissacrano questa festività o si pongono come bastian contrari di fronte a splendenti luci, e addobbi nelle vetrine (per la verità sempre di meno perché il mondo non se la passa così tanto bene), e malgrado ci saranno anche coloro che attualmente godano di sprazzi di opulenza, ci sarà sempre chi cercherà di prendere la distanza da questa festa.
A quel punto non basteranno le pubblicità realizzate con tanta arte dalla famosa bibita dalla formula segreta che da sempre si è appropriata dei simboli di questa festività a rendervi non dico felici, ma almeno sereni, poiché Natale non rende felici, Natale rende sereni.
Telefonerò a Giovanni per commentare ciò che è successo, sapendo che più che dei suoi consigli, dovremmo provare a storicizzarne il suo atteggiamento per andare avanti con tutto il suo bagaglio di versatilità o di saggezza poiché giungerà il nostro momento in cui dovremmo essere di guida per chi ci cercherà.
Metteremo da parte la rabbia, illuminando i nostri ambienti non potendo illuminare i nostri cuori o ancora meglio approfittiamo della luce dei nostri cuori, poiché grazie al cielo, per chi è triste e ha tante preoccupazioni o per chi non è perfetta forma, ci sono tante altre persone che oggi possono gioire del proprio momento per andare avanti, ma noi dobbiamo essere felici per loro a prescindere dal fatto che loro lo siano stati per noi al momento opportuno.
Esiste il perdono per chi ha la forza di perdonare, esiste la sola considerazione che nella vita cresciamo e andiamo avanti e ci lasciamo tanta gente e tanti fatti alle spalle, perché ciò che ci ha fatto provare delusioni altro non è stato che il carburante per fortificarci e andare avanti.
Anche se questa sera tornando a casa proveremo a telefonare a Giovanni e ricorderemo all’ultimo istante che il numero da noi selezionato risulta errato o non più esistente non perdete l’occasione di telefonare ai vostri Giovanni, probabilmente voi sarete molto più fortunati, litigherete, vi arrabbierete, asciugherete qualche lacrima.
Sono certo che la prossima notte di Natale, tanti di voi anche quest’anno non potranno telefonare al loro Giovanni, (ognuno di noi ha avuto un proprio Giovanni nella sua famiglia) e che ci sarà una sedia vuota o addirittura sarà stata già tolta, ma farete di tutto per regalare a voi e ai vostri cari almeno un momento straordinario in un anno che in alcuni casi sarà stato “di merda”, convinti che anche se durerà da Natale a Santo Stefano, il giorno 27 riprenderemo da dove avevamo lasciato, anche se dovremmo fare i conti con l’assenza dei nostri Giovanni.
Un abbraccio, buon Natale, Epruno.