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E se fosse colpa del “mal bianco”?

lunedì 18 Ottobre 2021

Carissimi

Eligere” è uguale a scegliere e scegliere è fare la differenza, poiché scegliere e non essere scelti è segno di autorevolezza, il poter scegliere è segno di libertà, saper scegliere è segno di qualità e grandezza.

Sto scrivendo molto sul futuro di questi tempi poiché dopo un tunnel come quello attraversato non può che esserci davanti a noi una luce, questa si chiama futuro.

Scegliere vuol dire spesso anche affidarsi, affidarsi è certamente fidarsi e consegnarsi, avviene così nell’amore, avviene così nell’amicizia, ma non solo, vi immaginate come sarebbe il mondo se fosse popolato soltanto dai nostri amori o affetti e dai nostri amici?

Purtroppo basta una cellula messa nel posto diverso ed ecco che davanti a noi si pone un altro individuo, una persona diversissima da noi, un altro per il quale devo mettere in piedi tutte le condizioni proprie …

Non so se anche voi curate come me siate dotati del così detto pollice verde, se così fosse sapete bene quanta cura necessitano le piante nell’attesa di rigogliose fioriture, eppure spesso dobbiamo fare i conti con i parassiti e con le malattie delle piante.

La nostra città è come una bella pianta ammalata e piena del “mal bianco”, un grosso parassita che tarpa qualunque fioritura e che non permette ai fiori di schiudersi.

Altri rami sembrano vivi perché dotati di buone radici, ma dovremo aspettarne la potatura per prendere la consapevolezza che questi rami sono secchi e che la pianta è ormai morta e l’ostinarsi temporeggiando ad estirparla rischia di mettere a repentaglio le fioriture in salute e qualunque importante germoglio.

A volte anche l’utilizzo di generici o errati medicinali impediscono ai fiori di sbocciare e macchiando le foglie avide di sole per potersi nutrire, uccidono invece che guarire.

Si, siamo stati a bearci davanti alla vista della nuova pianta che rigogliosa di mature fioriture è stata inserita nel nostro balcone trascurando l’attenzione sulle piante già presenti che covavano nel frattempo la presenza del mal bianco che per troppo affetto e fiducia posta erratamente, avevamo evitato di estirpare, eppure era li e noi lo sapevamo, ma “barricandoci dietro ai sentimentalismi” avevamo deciso di tentare di salvare.

A che serve portare del nuovo se questo dovrà inserirsi in un contesto che sappiamo tutti essere velatamente malato? A che serve trovare un compromesso tra la novità immessa e le preesistenti fioriture evidentemente ammalate e così condizionate, ricettacolo di invisibili insetti che in questo storico contesto vivono e dal quale traggono la forza?

Il giardiniere di cui dovremo fidarci, non dovrà esser svelto per l’avere avuto un curriculum, anzi, forse li si è sbagliato, poiché più la sua esperienza è stata vissuta attraverso la frequentazione di tanti storici giardini, più siano venuti a galla i suoi gradi di libertà, i suoi sentimentalismi, la sua voglia di operare una potatura coraggiosa e radicale.

Vedremo piante estirpate del tutto fare spazio a nuovi giovani travasi, vedremo rami potati con decisione di poco superiori a nuovi germogli, troveremo un iniziale sconforto e saremo dubbiosi davanti a tanto deciso accanimento nella paura di avere perso tutto, ma “l’inverno sta arrivando” (cit.) e dopo l’inverno giungerà una nuova primavera e li tutte le piante sane, seppur oggi in letargo, spogliate di tutti i rami inutili e di tutti i parassiti, torneranno a fiorire rigogliosamente rendendoci orgogliosi del nostro balcone e regalandoci positività.

Ricordate, il “mal bianco” non lo porta il giardiniere (a meno che non si sia portato innesti già ammalati), ma lo sviluppo del “mal bianco” è colpa di un giardiniere distratto, poco presente o che si è fidato ……. sbagliando.

Il futuro è quindi in una responsabilità in “eligendo” e soprattutto in una costante cura ed attenzione della cosa più importante di tutti, perché è di tutti ………. Un abbraccio, Epruno.

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