Dagli interventi nelle aree a pericolosità idraulica alle modifiche al decreto Salva-casa fino alle concessioni demaniali nelle aree portuali. Tra i banchi della IV Commissione dell’Ars Ambiente, territorio e mobilità, nell’ambito dello stralcio del ddl 738, c’è spazio anche le nuove disposizioni in tema di edilizia.
La materia è stata una delle protagoniste nel corso dei lavori svolti all’inizio di questa settimana nella Commissione presieduta da Giuseppe Carta. Diverse sono state le modifiche apportate al testo originale, di cui sostanzialmente è rimasto solo l’articolo 1, che amplia le categorie di interventi realizzabili nelle aree a pericolosità idraulica P4 (molto elevata) e P3 (elevata), individuate dal piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico della Regione Siciliana e prevede la possibilità di realizzare nuovi interventi di pubblica utilità, oltre a quelli infrastrutturali e a alle opere pubbliche, già consentite dalla normativa in vigore, considerando la valutazione delle compatibilità con le caratteristiche delle aree.
Decisivi e fondamentali sono stati gli emendamenti aggiunti e firmati anche dall’assessore regionale all’Ambiente Giusi Savarino. La strada appare tracciata verso un’unica direzione. Punto cardine del disegno di legge, infatti, è la semplificazione degli iter burocratici. Di questo ne è convinta anche la vicepresidente della Commissione Bernardette Grasso: “Questo disegno di legge – ha dichiarato – rappresenta un passo avanti nella semplificazione delle procedure amministrative, con ricadute positive sia per i cittadini che per gli enti coinvolti. In un momento in cui è fondamentale ridurre la burocrazia senza compromettere la tutela del territorio, questa riforma segna un significativo progresso“.
La deputata di Forza Italia ha sottolineato come “una delle modifiche più rilevanti riguarda l’iter per il rilascio del nulla osta nella fascia dei 150 metri, oggi soggetto a un doppio passaggio burocratico tra Cts e Sovrintendenza. Con questa riforma, la Sovrintendenza, essendo già parte della Cts, esprimerà il proprio parere direttamente all’interno del Comitato, eliminando inutili sovrapposizioni e accelerando i tempi di approvazione“. La modifica, prevista all’interno dell’articolo 3, prevede, infatti, che il parere in merito alle richieste di deroga relativi agli indici di densità fissati con riguardo alla formazione degli strumenti urbanistici generali, avanzati dai Consigli comunali, venga reso dal Comitato tecnico scientifico dell’urbanistica (Cts), all’interno del quale viene prevista anche la presenza del Soprintendete per i Beni Culturali e Ambientali.
Tra le necessità anche quella di una norma che regoli il demanio marittimo regionale sulla base di un’adeguata pianificazione delle infrastrutture portuali. “Un altro punto chiave – ha dichiarato Grasso – è la nuova disciplina relativa alla pianificazione delle concessioni demaniali nelle aree portuali. Questo intervento normativo punta a garantire una gestione più razionale ed efficiente, offrendo maggiore certezza sia agli operatori economici che alle istituzioni locali“. Come si apprende dalla norma, i piani regolatori dei porti adottati dai Comuni, che disciplinano l’individuazione delle aree per il rilascio delle concessioni demaniali portuali, dovranno essere adottati entro diciotto mesi dall’entrata in vigore della legge. Il mancato rispetto del termine comporterebbe la nomina di un commissario straordinario da parte dell’assessore regionale per il Territorio e l’Ambiente. Le concessioni potranno essere rilasciate con l’adozione da parte del Consiglio comunale del documento preliminare al piano regolatore. Le novità si applicheranno anche ai porti di competenza delle Autorità di sistema portuale della Sicilia Occidentale e della Sicilia Orientale, mentre resteranno vigenti, fino all’adozione dei piani regolatori, le concessioni demaniali esistenti nelle aree portuali alla data di pubblicazione della legge.
Altre modiche, infine, riguardano anche da vicino la legge regionale, approvata lo scorso novembre, e che permetteva il recepimento del decreto Salva-casa. Nello specifico, è aggiunta alle disposizioni già vigenti, l’applicazione delle previsioni in materia di accertamento di conformità, nelle ipotesi di parziali difformità e di variazioni essenziali, anche agli interventi realizzati entro l’11 maggio 2006 e per i quali il titolo che ne ha previsto la realizzazione è stato rilasciato dagli Enti locali senza l’accertamento della compatibilità paesaggistica. Faranno eccezione gli interventi per i quali è stato conseguito un titolo abilitativo in sanatoria.