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I dati del mercato immobiliare italiano

Effetto Bce sulla casa. Palermo: giù compravendite (-9,30%) e mutui (-49,51%) a febbraio

mercoledì 21 Giugno 2023

Dopo la decisione degli scorsi giorni della Banca Centrale Europea, comunicata dal presidente Christine Lagarde, di alzare ancora il costo del denaro, di un altro 0,25%, le rate dei nuovi mutui a tasso fisso sono destinate a raddoppiare nel corso del 2023, mentre quelle dei mutui a tasso variabile dovrebbero salire del 55-65%.

Da circa un anno la Banca Centrale Europea sta rialzando i tassi di interesse per fermare l’aumento dell’inflazione, cominciato con dopo la pandemia e ulteriormente aggravato dall’inizio della guerra in Ucraina. Si è passati dal tasso del 0,5% del luglio 2021 all’ultimo rialzo del 15 giugno che è arrivato al 4%. La politica della Bce stà inevitabilmente creando effetti concreti sull’economia reale e vari report dell’ultimo periodo descrivono tendenze e fenomeni in evoluzione sul credito alle imprese, i mutui, i finanziamenti, il debito pubblico italiano e altri aspetti quotidiani del nostro paese.

Nel preambolo del rapporto mensile dell’Abi del febbraio 2023 si leggeva che “i più recenti dati, relativi agli andamenti sia dell’economia dell’area euro sia di quella italiana, indicano che gli effetti della politica monetaria restrittiva avviata dalla Bce un anno fa si stanno manifestando”. L’Associazione bancaria cita come esempi la recessione nell’area euro e la riduzione della produzione industriale in Italia.

Nel mese di maggio i prestiti a famiglie e imprese non finanziarie si sono contratti dell’1,1 per cento su base annua, da 1.342 a 1.312 miliardi. Il bollettino mensile dell’Abi (Associazione Bancaria Italiana) a distanza tre mesi ha confermato la prima frenata del credito era stata già registrata nel mese di aprile, quando gli impieghi avevano registrato un calo dello 0,3%, con i prestiti alle imprese in diminuzione dell’1,9% e quelli alle famiglie in cresciuta dell’1,4% rispetto a un anno prima (crescevano del 3,2% a giugno 2022).

I tassi sui mutui salgono al 4,24%
Dal bollettino arriva anche la conferma dell’incremento dei tassi di interessi sui prestiti alle imprese, che toccano la soglia del 4,9 per cento. Salgono anche i tassi sui mutui: il valore medio si attesta al 4,24 per cento. Il tasso medio sul totale dei prestiti (famiglie più imprese) è stato pari al 4,12 per cento.

Salgono i rendimenti dei conti corrente: da 0,29 a 0,32%Nel mese di maggio le banche hanno cominciato a dare segnali un po’ più evidenti dell’adeguamento degli interessi passivi, dopo gli appelli che si sono susseguiti da Bce, governo e persino dalla Fabi. Il tasso praticato sui soli depositi in conto corrente è salito allo 0,32% dallo 0,29% di aprile 2023. Il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè

certificati di deposito e depositi vincolati) a maggio 2023 è in aumento al 3,21% dallo 0,29% di giugno 2022 (ultimo mese prima dell’inizio dei rialzi dei tassi d’interesse ufficiali). Il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni a tasso fisso è stato pari al 4,44% dall’1,31% di giugno 2022, con un incremento di 313 punti base.Il tasso praticato mediamente sul totale dei depositi in essere (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), è 0,68%(0,32% a giugno 2022).

La liquidità sui depositi in calo del 3,7 per cento
Si riduce la liquidità dei depositi, che segnano una contrazione del 3,7 per cento su base annua, a quota 1,789 miliardi. La dinamica della raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) è risultata a maggio 2023 in calo del 2,2% su base annua. La raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche (sia in gestione sia detenuti direttamente dalla clientela), ha rilevato un incremento di oltre 190 miliardi tra aprile 2022 e aprile 2023, di cui 107,3 miliardi riconducibili alle famiglie, 28,8 alle imprese e il restante agli altri settori (imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione).

A maggio la raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, è cresciuta rispetto ad un anno prima (+11,9%).

Titoli di Stato, salgono a 388 miliardi quelli delle banche
Questo mese il bollettino Abi evidenzia anche l’entità dei titoli di Stato nel portafoglio delle banche. “In riferimento agli investimenti in titoli – si legge – ad aprile le banche operanti in Italia detenevano titoli di stato italiani per 388,4 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 372,8 miliardi detenuti a fine 2022”. Le sofferenze nette restano stabili attorno a 15 miliardi.

Fonte dati – Rapporto mensile Abi maggio 2023

All’aumento dei mutui a tasso variabile già esistenti e dei nuovi a tasso fisso e variabili già accennati, altre situazioni stanno impattando negativamente sul paese.

Il rialzo del rendimento del Btp statali che sono passati dal 2,5% al 4,1% porta a una conseguente spesa aggiuntiva degli interessi sul debito da parte dello stato di circa 600 milioni di euro di qua a fine anno.

La brusca frenata della domanda di credito delle imprese italiane, che è scesa al -3,6% nel primo trimestre e parallelamente si fà più forte l’allarme insolvenze di quelle aziende che hanno sottoscritto finanziamenti con i tassi variabili e che dovranno fare fronte alla riduzione della produttività operativa.

Lo studio del Consiglio Nazionale del Notariato

L’andamento del mercato immobiliare e dei mutui in Italia nel primo bimestre 2023 è stato reso noto dal Consiglio Nazionale del Notariato sulla base delle rilevazioni effettuate attraverso i Dati statistici Notarili (DSN) pubblicate sul proprio sito, con previsioni che riguardano anche la fine dell’anno in corso. Si registra un netto crollo nella compravendita, con un calo complessivo prefissato nel 10,7% in meno rispetto al 2022, nel frattempo invece, il primo bimestre dell’anno vede già la discesa, a livello nazionale, del 2,7%.

Il primo bimestre 2023 hanno visto il crollo dei mutui per l’acquisto della casa: la percentuale di diminuzione è stata del 23,56% al confronto con lo stesso periodo del 2022. A gennaio la diminuzione dei prestiti bancari invece è stata pari al 15,8% per accentuarsi a febbraio, con un decremento che ha toccato il 29,3%. In discesa, di conseguenza, il numero delle persone fisiche che hanno contratto un mutuo (-21,15%), e che ha visto nel dettaglio che riguarda le fasce d’età, un -19,3% della fascia di età 18-35 anni e un picco elevato del 33,3% per la fascia 66-75 anni.

I dati del mercato immobiliare a Palermo

Mercato immobiliare nel primo bimestre 2023 ha registrato un aumento complessivo del 2,11% delle compravendite di abitazioni rispetto allo stesso periodo del 2022.

Ma il dato che più salta in evidenza (e che dovrà esser monitorato costantemente nel secondo bimestre) è il cambiamento del trend tra il mese di gennaio e quello di febbraio. Mentre il mese di gennaio 2023 ha segnato una crescita del mercato del 18,69%, a febbraio si è assistito ad un calo importante del -9,30%.

A risentirne maggiormente sono state le compravendite di seconde case da imprese che registrano una diminuzione del -31,25% nel primo bimestre 2023 rispetto al primo bimestre 2022, seguite da quelle di prima casa da impresa (-20%) e da quelle di prima casa fra privati (-3,99%).

Da segnalare in controtendenza il trend delle compravendite di seconde case da privati che aumenta del 14,64% nei primi due mesi 2023 rispetto ai primi due mesi del 2022 .

I dati dei Mutui nel primo bimestre 2023 a Palermo

mercato immobiliareI mutui per l’acquisto della casa nei primi due mesi del 2023 sono diminuiti del -26,54% rispetto allo stesso periodo del 2022. Mentre a gennaio si registra un aumento del 4,25%, a febbraio il mercato dei mutui a Palermo subisce una battuta d’arresto e un calo notevole del 49,51%.

Ricordando l’andamento del mercato delle compravendite che segnava comunque a Palermo un aumento del 2,11%, la flessione del numero di mutui concessi pari al -26,54% evidenzia il fatto che le persone stiano acquistando case più con i propri capitali rispetto al passato a causa del forte aumento dei tassi di interesse.

In calo il numero delle persone fisiche che hanno contratto un mutuo (-27,77 %), con un calo del -29,19% nella fascia 18 – 35 anni.

A fronte del calo del -26,54% del numero dei mutui erogati (dai 716 del 2022 ai 526 del 2023), si registra però un aumento del capitale medio erogato, che passa dai 128.688 euro del primo bimestre 2022 ai 129.309 euro dei primi due mesi del 2023.

Fonte dati – Dati statistici Notarili (DSN)  

“Indagine sulle famiglie 2023” – Nomisma

Questi dati seguono il trend che era emerso da un altro report presentato da Nomisma il 15 giugno, “Indagine sulle famiglie 2023″ all’interno del 16° rapporto sulla finanza per l’abitare. 

Nonostante il clima di fiducia delle famiglie italiane provenienti dall’aumento della produzione industriale e dagli interventi di sostegno varati dal Governo, la capacità reddituale delle famiglie lascia intravedere alcuni segnali non proprio incoraggianti, con il 56% delle famiglie che vive in affitto poiché questa soluzione rappresenta l’unica percorribile a causa della mancanza di risorse economiche sufficienti.

E che un terzo degli intervistati confessa di temere di aver difficoltà nei prossimi 12 mesi a pagare regolarmente l’affitto mentre sale al 27,8% la percentuale di famiglie che prevede di non riuscire a rimborsare regolarmente le rate del mutuo.

La conseguenza della perdita di potere d’acquisto delle famiglie si traduce in una minore quota che riesce a risparmiare (33,8% nel 2023) con impatti diretti sulla capacità d’acquisto di un’abitazione e la scelta di vivere in affitto.

Le motivazioni di acquisto di “prima casa” e di “sostituzione prima casa” riguardano complessivamente l’81,2% delle volontà manifestate dagli intervistati.

Si assiste ad una flessione dei nuovi contratti di locazione dopo la forte ripresa nel 2022. Nello specifico, la quota di famiglie che ha fatto ricorso all’affitto di una o più abitazioni per un periodo superiore a 6 mesi è passata dal 5,6% nel 2022 al 5% nei primi mesi del 2023.

L’indagine di Nomisma conferma come per la maggior parte delle famiglie (il 56% del totale) l’affitto rappresenti l’unica soluzione percorribile a causa della mancanza di risorse economiche sufficienti per accedere al mercato della compravendita. Un altro gruppo di famiglie, pari al 13%, considera invece la proprietà non conveniente.

Nomisma ha analizzato anche la capacità finanziaria delle famiglie che nei prossimi mesi potrebbe indebolirsi ulteriormente. Ad esempio, la quota di famiglie che nel prossimo anno prevede di avere difficoltà nel pagare il canone di locazione si attesta al 34,8% (+3 punti percentuali rispetto al 2022).

L’indagine offre anche una quadro aggiornato della quota di nuclei familiari che dichiara di avere difficoltà nel pagamento delle rate del mutuo (pari al 6% contro il 7,5% del 2022) mentre sale al 27,8% la percentuale di famiglie che, nei prossimi 12 mesi, teme di poter incontrare difficoltà nel rimborsare regolarmente le rate. 

Un ulteriore elemento che emerge dallo studio è riconducibile alla propensione all’indebitamento delle famiglie: Nomisma rileva che il 42,7% degli intervistati farebbe sicuramente ricorso al finanziamento per l’acquisto dell’abitazione, mentre il 35,2% si dice intenzionato con buona probabilità a ricorrere al credito.

Rispetto al 2022 la diminuzione della quota di potenziali proprietari che intende rivolgersi al sistema bancario per sostenere l’acquisto dell’abitazione è imputabile in parte ad un’autoesclusione causata da sistemi di finanziamento difficilmente accessibili e da una maggiore onerosità derivante dal rialzo dei tassi di interesse.  Parallelamente l’indagine evidenzia anche l’emersione di una fascia di domanda economicamente più attrezzata per far fronte agli impegni.

In merito alla qualità del credito erogato, Nomisma rileva un miglioramento della situazione. Nel quarto trimestre 2022 la riduzione delle sofferenze relative ai prestiti per acquisto di abitazioni è risultata più marcata rispetto al credito al consumo anche grazie a politiche di erogazione particolarmente attente alla sostenibilità del debito.

Nonostante ciò, l’incidenza delle sofferenze legate ai mutui sul totale di sistema è leggermente aumentata, attestandosi al 13,6%. In questo contesto il processo di alleggerimento dei bilanci bancari è stato garantito dalla cartolarizzazione dei mutui che è proseguita anche nel 2023 tanto che a marzo di quest’anno le consistenze dei prestiti cancellati aventi per controparte le famiglie residenti ammontavano a 51,5 miliardi di euro.

Luca Dondi – Nomisma

“La stretta monetaria messa in atto da Fed e BCE si scontra con un fabbisogno crescente di credito da parte di chi si rivolge al mercato dell’acquisto della casa, costretto a fare i conti con la rigidità dei prezzi. Siamo in presenza di un indebolimento della domanda di acquisto destinato a riflettersi in un calo significativo delle compravendite, previsto da Nomisma nell’ordine del 14,6% su base annua” – commenta Luca Dondi dall’Orologio, Amministratore Delegato di Nomisma.

Emerge dall’indagine che oggi esiste una differenza tra famiglie mono e famiglie pluri, con condizioni ed esigente abitative diverse che esigono una risposta diversa.

La prima lente da cui poter guardare il mercato è quella della fiducia. Le persone sole con meno di 45 anni e quelle tra i 45 e i 60 anni sono quelle che hanno maggiore difficoltà ad accedere al mercato. La seconda lente è la situazione economica, il risparmio accumulato per anni ci ha consentito di viaggiare al di sopra delle nostre possibilità, ma adesso assistiamo a un erosione di questo risparmio. La terza lente è costituita dai rifiuti bancari, da chi rinuncia ad andare allo sportello bancario, perché si sente escluso dal mercato. Il 13,2% dei rifiuti riguarda i rifiuti bancari, soprattutto “le persone sole sotto i 45 anni che rimangono intrappolate nell’affitto. C’è stato un tempo in cui tutti hanno sognato una casa per i propri figli, adesso abbiamo l’incubo della casa. Due famiglie su tre esprimono un reddito inadeguato a far fronte alle spese delle case. Secondo Massimiliano Colombi, sociologo e senior advisor di Nomismaper le persone sole l’acquisto va oltre l’Everest”.

Questa situazione naturalmente prevede un monitoraggio costante nei prossimi mesi, e soprattutto dopo l’eventuale nuovo aumento dei tassi di interesse, che la Bce ha anticipato di voler effettuare a luglio 2023.

La “tempesta perfetta” è solo all’inizio.

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