Emilia Barrile dà l’addio a Forza Italia e si prepara a correre per la sindacatura alle Comunali del 10 giugno. Il presidente del Consiglio comunale, con una sua lista civica, sarà l’unica donna in un panorama politico tutto al maschile che si va ormai completando con i pretendenti alla prima poltrona della città già scesi in campo che sono Renato Accorinti, Dino Bramanti, Cateno De Luca, Gaetano Sciacca, Pippo Trischitta e Santi Daniele Zuccarello. Ai loro nomi si aggiunge la “nomination in rosa” della Barrile, che nel 2015 era uscita allora dal Pd per approdare in Forza Italia e che non ha gradito adesso la decisione del partito azzurro di schierarsi con Dino Bramanti. La conferma ufficiale dell’addio a Forza Italia, in sostanza, mette il punto esclamativo ad un divorzio politico già scritto e nell’aria da qualche settimane, a cui mancava solo lo strappo finale che si è consumato all’alba di questa settimana.
“Da moderata cristiana, ho aderito ad un progetto che non faceva riferimento soltanto ad un partito ma ad un gruppo di lavoro impegnato attivamente per il territorio”, ha evidenziato la Barrile. “Quel percorso, che mi ha vista al fianco di referenti politici insieme ai quali ho aderito a Forza Italia, si è definitivamente concluso, perché è venuto meno il prerequisito del reciproco rispetto e del dialogo, nonché di quegli obiettivi che ci eravamo posti di perseguire e che continuano ad animare il mio impegno civico e politico. Lascio un partito che non ha mostrato apertura al confronto, fino all’ultima riunione tenutasi a porte chiuse la scorsa settimana tra i suoi rappresentanti (eletti e non) al Royal. Un incontro al quale hanno preso parte deputati in carica e uscenti ma, non mi risulta, alcun esponente che fosse voce diretta del territorio. Mi preme precisare che i rapporti con qualche rappresentante di Forza Italia restano ottimi e di valida interlocuzione, ma si tratta di eccezioni. Quel che non può lasciarmi indifferente è una linea d’azione che non si è ritenuto di condividere e rispetto a cui non si è interpellato alcun referente della città. Parlo di progetti e proposte, non candidature”.
La Barrile, nel dare la stoccata finale ai vertici locali e regionale di Forza Italia, lamenta l’assenza di organi politici, nello specifico il direttivo, che avrebbero potuto e dovuto dare una struttura al partito in ambito cittadino. Tale carenza avrebbe, alla fine, penalizzato l’azione degli esponenti di Fi sul territorio, in un contesto dove Emilia Barrile aveva già fatto un passo indietro in occasione delle Regionali, quando sembrava lanciata verso un posto in lista nella coalizione di Musumeci e alla fine ha invece lasciato spazio alla candidatura di Luigi Genovese.
“Esiste una comunità, quella vera, fatta di gente e attivisti e non solo di blasonati padri nobili o presunti tali. Non mi sono mai sottratta al confronto e persino alle critiche. E ho cercato interlocuzioni fino alla fine con chi fa parte o coordina Forza Italia e credo d’aver ampiamente dimostrato di saper accettare le scelte della maggioranza anche quando divergevano dalle mie idee. È altresì vero, però, che il mio impegno è a servizio prima di tutto della gente che rappresento e non di un simbolo di partito, quale che sia. Non posso dunque proseguire il mio percorso all’interno di Forza Italia. C’è una città a cui prestare orecchio, attenzione e soprattutto a cui dare risposte. Chiudersi a riccio nelle stanze di un albergo non aiuta certo quel dialogo che è alla base della democrazia nella quale mi piace credere”. Adesso il presidente del Consiglio comunale guarda alla contesa di giugno con l’obiettivo di conquistarsi un ruolo da protagonista, si erano anche vociferate possibili convergenze su qualche altro candidati tra quelli che si sono già proposti per la scalata a Palazzo Zanca, ma la Barrile ha rotto gli indugi ed è entrata definitivamente nell’ordine di idee di lanciare la sua sfida per la futura sindacatura di Messina.