“Inauguro questo comitato elettorale in una terra che mi ha visto variamente impegnato, prima da studente, poi da magistrato, poi da presidente del Senato e ora da candidato leader di LeU. Siamo un progetto politico che vuole diminuire le diseguaglianze sociali, che sono il momento più grave per questo Paese e che riguardano in particolare il lavoro e gli interventi strutturali. Siamo qui per ascoltare le esigenze dei cittadini“. Lo ha detto il presidente del Senato e leader di Liberi e Uguali, Pietro Grasso, all’inaugurazione del comitato elettorale di Palermo.
“Parlare di alleanze prima dei risultati elettorali, è un esercizio da palla di vetro per cercare di capire quali possono essere i risvolti. Abbiamo preso atto del fatto che sia Forza Italia che Renzi e il Pd parlano già di andare a nuove elezioni, quindi hanno già preso atto del fallimento di un piano che passa dalla legge elettorale per fare un governo assieme“.
“Noi non possiamo che essere disponibili al dialogo con chiunque, purché si mantengano i valori e i principi su cui noi basiamo il nostro progetto politico, che nasce dalla sinistra ed è di sinistra e difende i valori di sinistra: tutela e dignità del lavoro, sanità, diritto allo studio, una scuola che possa essere finalmente buona per tutti”, ha aggiunto.
“Sull’antifascismo la sinistra non è divisa, è pienamente unita sui valori della democrazia, sulla tenuta democratica del Paese e sulla denuncia contro la deriva fascista“. Grasso ha anche sottolineato che mentre “alla manifestazione nazionale antifascista del 24 febbraio a Roma hanno aderito tutti“, a Macerata “su invito del Sindaco alcune associazioni hanno deciso di soprassedere. Sotto il profilo dll’antifascismo – ha proseguito – tutta la Sinistra è unita, non c’e’ nessun problema sulla partecipazione alla manifestazione di oggi”.
In merito alla questione, tanto discussa in questi giorni, del Ponte sullo Stretto ha affermato “Noi non lo vogliamo. Che ce ne facciamo di un Ponte che congiunge due deserti? Serve solo a qualche multinazionale, a qualche politico per guadagnare consensi, a qualche impresa che magari si è già accaparrata i terreni. Noi diciamo ‘no’ al Ponte, perché ci sono troppe cose da fare – conclude – È mai possibile che tra Trapani e Siracusa il tragitto via treno duri dodici ore? È mai possibile che tra Catania e Palermo un treno impieghi tre ore, tre ore e mezza?“.