Un risultato storico, quello ottenuto da Mari Albanese alle elezioni per la Segreteria Provinciale del Pd di Palermo, costruito dal basso, e che porta con sé l’esigenza di un rinnovamento, non solo anagrafico, che è già in atto.
Le elezioni si sono concluse con la vittoria di Teresa Piccione, che ha prevalso solo di misura, ottenendo il 55% dei voti contro il 45% di Mari Albanese. Un risultato che, sebbene premia formalmente la continuità rappresentata da Piccione, mette in evidenza una significativa avanzata dell’area progressista del partito.

“Al di là dei numeri- afferma Albanese– questo congresso ha visto emergere con forza una nuova classe dirigente e un nuovo metodo, un metodo che porteremo negli organismi dirigenti del partito palermitano insieme ai 45, su 100, eletti ed elette nell’assemblea provinciale. Una presenza forte che sarà, lo promettiamo, rumorosa e attenta, e che continuerà a chiedere un rinnovamento nei linguaggi e nelle pratiche del Pd in sintonia con il lavoro portato avanti dalla nostra segretaria nazionale”.
Albanese aggiunge: “Lo chiedono i nostri iscritti ed iscritte, che hanno definitivamente cambiato con il loro voto gli equilibri del partito e lo chiede la nostra comunità larga che si aspetta un Pd presente e combattivo anche a Palermo ed in provincia”.
Il congresso si chiude quindi con una vittoria politica per Mari Albanese. Il Partito Democratico di Palermo si risveglia così potenzialmente rinnovato: la sfida dei prossimi mesi sarà quella di costruire un dialogo vero tra le due anime del partito, per evitare una spaccatura permanente e valorizzare la spinta dal basso che ha saputo mobilitare l’area progressista.
“L’affermazione della nostra mozione – conclude – dimostra che non siamo una parentesi o un incidente. Siamo metà del partito, siamo qui- conclude la Albanese- per restare e restare a lungo con l’obiettivo di cambiare profondamente il Pd palermitano. Tutti e tutte assieme”.