È ormai imminente la nomina del presidente della Regione, Nello Musumeci, a commissario straordinario per l’emergenza acqua e rifiuti. Dopo l’incontro col premier Gentiloni, in settimana – probabilmente venerdì – dovrebbero arrivare gli auspicati “poteri speciali” che garantirebbero un intervento più veloce della Regione nella risoluzione dell’emergenza.
Da un lato la questione rifiuti, con la discarica di Bellolampo ormai al collasso, dall’altra il grande problema degli invasi idrici a secco. Il decreto della Protezione civile nazionale dovrebbe indicare la nomina di due coordinatori per il controllo dei due settori. Il prossimo Consiglio dei Ministri sarà giovedì, così come il vertice sull’emergenza idrica in Sicilia.
L’Amap – gestore del servizio di erogazione dell’acqua a Palermo – ha già pronto il piano per il razionamento. Uno spettro che mancava in città da circa 20 anni. Se infatti continua a non piovere, è anche vero che l’emergenza si conosce da tempo, e nessun grosso intervento infrastrutturale è stato effettuato in questi anni per evitare l’emergenza.
Nonostante i rumors pubblicati dai giornali locali parlino di “via al razionamento già da lunedì prossimo (12 febbraio)“, in realtà – precisa la presidente dell’Amap Maria Prestigiacomo: “Non c’è una data certa poiché sara decisa dal prossimo commissario straordinario. Non dobbiamo mai più trovarci in una situazione del genere”.
Pare comunque che le prime zone di Palermo a testare il razionamento sarà la parte orientale: Brancaccio-Settecannoli, Ciaculli-Giardini, Centro storico, Belmonte Chiavelli-Santa Maria di Gesù, San Filippo e Villagrazia. Poi si sposterà verso la parte nord-ovest fino a Mondello. La distribuzione dell’acqua sarà un giorno sì e due no.
“Fino ad oggi la turnazione dell’acqua a Palermo non è stata decisa né, tanto meno, sono state previste date e orari specifici per singole aree della città”. Lo afferma una nota del Comune di Palermo. “E’ intanto proseguito, nel corso del fine settimana, – aggiunge – il lavoro dell’Amministrazione comunale e dell’Amap per la pianificazione degli interventi legati alla siccità e al conseguente stato di calamità naturale che dovrebbe essere deciso dal Governo nazionale giovedì prossimo e in seguito del quale il Commissario valuterà tempi e modalità dell’eventuale turnazione idrica a Palermo”.
Il sindaco Leoluca Orlando ha mantenuto in queste settimane un contatto costante con il presidente della Regione, Nello Musumeci, e con il presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni, “garantendo tutto il supporto necessario per la dichiarazione dello stato di calamità naturale a Palermo e nella intera Sicilia, dichiarazione sollecitata dal Comune di Palermo e dall’Anci da oltre un anno, ma – afferma Orlando – sempre disattesa dal precedente governo regionale”.
“Palermo resta a secco a causa della gestione fallimentare di questi ultimi anni. Le disastrose politiche della Regione ci riportano indietro nel tempo, con l’erogazione dell’acqua a giorni alterni ed enormi disagi per i cittadini, a breve”, dichiara Giusto Catania, capogruppo di Sinistra Comune. “La privatizzazione dell’acqua con Siciliacque, l’affidamento della gestione degli invasi e delle reti di distribuzione a soggetti terzi, – aggiunge – hanno soltanto aggravato il problema dell’acqua in Sicilia. Il contribuente oggi paga l’acqua più che in altri luoghi d’Italia, ma gli invasi sono vuoti e Palermo dovrà chiudere i rubinetti per un’emergenza idrica annunciata”.
Intanto proseguiranno gli interventi per il risparmio dell’acqua a Scillato e negli altri invasi, ormai quasi a secco. Tra questi, c’è l’invaso Castello, nell’Agrigentino, dove i coltivatori lanciano già l’allarme per la prossima estate. A rischio 3 prodotti dop della Sicilia: le arance di Ribera, le pesche di Bivona e l’oliva Val di Mazara.
A Trapani, infine, il paradosso del dissalatore in disuso da anni…