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L’emergenza incendi in Sicilia ha determinato la necessità di una visita istituzionale a Palermo del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, per incontrare i sindaci dei comuni più colpiti dai roghi che hanno interessato in questi giorni l’Isola, confrontatosi con le categorie produttive cagionate dai disastri.
“Ieri abbiamo visto la Sardegna, oggi la Sicilia e la Calabria sta andando a fuoco così come altre zone non soltanto del nostro Paese ma anche altri Paesi europei. Il tema degli incendi è un’emergenza che deve trovare risposte immediate e vanno trovate con i ristori da dare a chi oggi ha perso tutto con le difficoltà che ci sono perché com’è noto la 353 del 2000 giustamente impone delle dinamiche dei ristori molto precise, abbiamo alcune idee che stiamo sviluppando in queste ore. Da un lato bisogna garantire il rispetto di questa norma e dall’altro dare ossigeno a chi ha perso il proprio raccolto, il proprio bestiame, la propria attività.
Lo ha detto il ministro Patuanelli, a Palazzo Comitini, dopo la riunione con i sindaci della provincia di Palermo i cui territori hanno subito danni ingenti per gli incendi di queste ultime settimane.
Nella provincia di Palermo, in particolare tra fine luglio e questi primi giorni di agosto, sono stati colpiti duramente, Piana degli Albanesi (Portella della Ginestra), San Giuseppe Jato, Caccamo, Valledolmo, Borgetto, Palazzo Adriano, Prizzi, Monreale, Bagheria, Balestrate, Partinico, Casteldaccia. Ma la stessa città di Palermo svincoli di Via Belgio e Tommaso Natale. Ma gravi incendi si sono registrati anche nelle Madonie a Gangi, Geraci Siculo, Aliminusa e Bolognetta. Si sono registrati gravissimi danni, oltre che ai terreni coltivati, anche alle aziende agricole e zootecniche e, complessivamente, si è determinato un ulteriore impoverimento della Sicilia ed una ulteriore svalutazione dei terreni.
“Il tema principale è prevenire quello che stiamo vivendo oggi. Noi dobbiamo tornare ad incentivare il ruolo dell’agricoltore come custode del territorio – ha aggiunto Patuanelli – L’agricoltore è il primo che può custodire il terreno su cui coltiva. Oggi le dinamiche di incentivo sono sempre rispetto alla parte produttiva quindi le parti improduttive sono un costo e non un incentivo. Dobbiamo invertire questa tendenza. Credo che nel piano nazionale strategico della Pac dovremmo tenere conto di questo elemento attraverso gli strumenti individuati e tutta l’architettura verde. Va garantito che l’agricoltore che si prende cura anche delle parti improduttive con una sana gestione che serve a prevenire fenomeni come quelli che vediamo oggi deve essere tutelata, incentivata, aiutata e sostenuta”.
“Il governo vuole dimostrare estrema vicinanza ai territori, confermando che il governo non ha alcuna intenzione di lasciarli soli. Oggi è la conferma che lo Stato c’è e non vuole lasciare nessuno indietro”, ha aggiunto il viceministro dello Sviluppo economico, Alessandra Todde, che ha poi parlato di riqualificazione dello stabilimento di Termini Imerese.
“Ipotesi sul tavolo per il rilancio dello stabilimento di Termini Imerese ce ne sono diverse. Il tema è trovare chi all’interno di queste proposte abbia le spalle sufficientemente larghe per poter fare degli investimenti. Imprenditori con i soldi dello Stato ne abbiamo visti sin troppi. Io sono fiduciosa che ci sarà un percorso che cercherà di valorizzare il territorio. Io sono concreta, non sono abituata ad illudere nessuno. È un percorso lungo, difficile che va chiaramente portato avanti. Ma siamo pronti a prendere in considerazione e incentivare tutte le proposte serie”.
“Ma quello che è importante in questo momento – ha aggiunto – è capire che ci sono dei passi da fare, capire che bisogna portare al tavolo chi può fare degli investimenti strutturali e non mantenere delle situazioni che in questo momento stanno ritardando il percorso di ripartenza del sito. Quindi noi abbiamo intenzione di prendere in considerazione e incentivare tutte le proposte serie”.
La viceministra ha incontrato questo pomeriggio, prima di ripartire da Palermo, due sindacalisti della vertenza Blutec di Termini Imerese alla tenuta Manchi. Durante l’incontro Todde ha comunicato che il tavolo Blutec, convocato per il prossimo 9 settembre, verrà fatto in presenza a Termini Imerese. “Ho deciso di fare il tavolo Blutec direttamente in Sicilia a Termini Imerese perché credo sia giusto dare tutte le risposte necessarie ai lavoratori”.
Rispetto agli interventi finanziari per la Regione “La Sicilia come altre regioni di Italia non ha problemi di fondi, ma di programmazione e progetti. Per fare in modo che la Sicilia si sviluppi bisogna identificare quelle che sono le direttrici fondanti di questo sviluppo, quali sono le filiere strategiche e quali sono le attività che vanno salvaguardate. Voi ne avete moltissime che sono di eccellenza possono essere portate avanti. Invece che disperdere le risorse bisogna puntare queste filiere e fare in modo che diventino concorrenziali e portino la Sicilia avanti. Nei fondi europei – aggiunge il viceministro – ci sono stanziamenti importanti relativi alle filiere sull’agricoltura e alla transizione ecologiche. Noi siamo qua per fare sistema. Non c’è solo un problema legato all’agricoltura o all’allevamento. C’è un problema di trasformazione, di sistema che viene impattato da questi eventi e come sistema si deve rispondere”.
Sul piano delle delocalizzazioni, Todde risponde: “Io non lo vorrei chiamare piano di delocalizzazione, lo vorrei chiamare proposta di legge per quelle aziende che volontariamente magari dopo aver fatto profitto a due cifre per anni decidono di andare via lasciando
per strada centinaia di lavoratori. Il tema è di responsabilità sociale e bisogna fare in modo che le aziende si strutturino perché è un loro diritto, ma che lo facciano con un percorso responsabile e condiviso con le istituzioni perché le soluzioni si possono trovare. C’è bisogno di un percorso ordinato.- ha aggiunto – È il senso del progetto di legge. E bisogna anche cominciare a dire che chi utilizza i soldi dello stato magari per portarsi a casa dei profitti importanti com’è spesso accaduto ne deve anche rispondere”.
Insieme a Patuanelli anche il sottosegretario di Stato al Mit, Giancarlo Cancelleri.
“La Sicilia è in ginocchio e di fronte all’emergenza incendi che la sta colpendo in questi giorni non possiamo voltarci dall’altra parte.
Se i farabutti che danno fuoco ai nostri boschi non vanno in ferie, non ci andiamo neanche noi!”, ha detto Cancelleri.
“È fondamentale ricordare come l’emergenza incendi che sta colpendo la Sicilia si inquadri, ahimè, in un disastro più ampio che tocca anche altre regioni del nostro Paese. Pensiamo alla Sardegna, ma anche i disastri avvenuti in Puglia e in Calabria. La Sicilia, in particolar modo, tra la fine di luglio e questi primi giorni di agosto, ha subito attacchi che hanno devastato centinaia di chilometri di macchia mediterranea, ha distrutto aziende agricole riducendole sul lastrico e ucciso tantissimi animali.
Se da un lato la colpa è di farabutti che dobbiamo assicurare alla giustizia, vi prego non propinatemi la favola dell’auto combustione, è solo una menzogna, dall’altro è sotto gli occhi di tutti il fallimentare piano di prevenzione degli incendi messo in piedi dal Governo Regionale. Musumeci ha parlato di avere un piano di prevenzione già a maggio, ma la verità è venuta fuori quando oramai gli incendi erano scoppiati, solo ad agosto infatti è stata firmata la convenzione con i Vigili del Fuoco.
Troppo tardi, colpevolmente tardi”, ha aggiunto il sottosegretario al Ministero dei trasporti e della mobilità sostenibili.
“La nostra Terra è stata duramente colpita, ed ora bisogna intervenire tempestivamente per sostenere le migliaia di Siciliani colpiti da questi atti incendiari. Ringrazio di cuore i tanti volontari della Protezione Civile, anche quelli giunti da altre parti del Paese, per l’impegno profuso in queste ore in piena sinergia con vigili del fuoco e personale forestale. Non è più il tempo delle scuse, – conclude Cancelleri – adesso bisogna intervenire ed aiutare concretamente tutte le ‘vittime’ degli incendi”.
Presente all’incontro il presidente dell’Anci Sicilia Leoluca Orlando che, a nome dei primi cittadini dei comuni siciliani colpiti dall’emergenza, ha avanzato specifiche richieste Governo nazionale in particolare, a partire dai risarcimenti agli operatori economici colpiti ed ai proprietari dei terreni agricoli (anche per evitare il deprezzamento e le speculazioni). E non solo, la proposta riguarda anche l’adozione di una misura che contenga esclusione dal pagamento della seconda rata dell’IMU 2021 o riduzione del 50% dell’imposta annua sugli immobili siti nei territori colpiti dagli incendi con ristoro ai comuni a carico dello Stato; facoltà per i Comuni di deliberare la non applicazione di sanzioni e interessi per il ritardato pagamento di tributi ed altre entrate proprie scadute alla data del 31 luglio 2021(se il pagamento interviene entro e non oltre il 16 dicembre 2021); introduzione di misure di fiscalità di sviluppo a partire dall’approvazione del DDL sulle Zone franche montane già in discussione in Senato; slittamento dei termini per l’approvazione degli strumenti finanziari in ragione dell’approvazione, nei prossimi mesi, di idonee misure di perequazione fiscale.
“L’incontro con il Ministro Patuanelli e il viceministro Todde e il e sottosegretario Cancelleri, per affrontare le drammatiche criticità legate all’emergenza incendi. Ancora una volta affrontiamo con emergenza una emergenza poiché manca una dimensione progettuale. Come ANCI Sicilia abbiamo riunito, in presenza nella sede della Città Metropolitana di Palermo, e in videoconferenza, tutti i Sindaci più duramente colpiti per chiedere con forza interventi da parte del Governo Regionale, e in questo caso al Governo Nazionale, soprattutto per quanto riguarda le agevolazioni nei confronti degli agricoltori danneggiati. Penso per esempio alla sospensione ed esenzione IMU e di fiscalità locale “, ha dichiarato il sindaco metropolitano di Palermo Leoluca Orlando.
“Ma chiediamo – aggiunge il presidente di Anci Sicilia- anche un intervento forte a sostegno dei Comuni che sono chiamati a realizzare i piani di protezione civile e antincendio e pensiamo anche ad alcuni interventi in prospettiva. Quando finalmente ci saranno dei contributi positivi a quegli agricoltori che oltre ad occuparsi del prodotto si occupano anche della flora e della terra dove il prodotto viene realizzato? Basterebbe stabilire un sistema di contributi, o di sostegno sostitutivo di contributi, per quelle parti di terreno che vengono impegnate per potere difendere i propri e i terreni vicini. Forse – conclude Orlando – con questo modo di coinvolgimento, anche dei produttori, attraverso un meccanismo incentivante, si potrà in prospettiva ridurre l’attuale emergenza”.