L’obesità è diventata un’emergenza sanitaria in Sicilia, e la sua diffusione all’interno della regione è legata non solo a fattori genetici e culturali, ma anche a stili di vita sedentari e a un sistema di alimentazione poco bilanciato. Tra i giovani, infatti, è in rapido aumento: in Italia, negli ultimi vent’anni, si registrano 1,6 milioni di giovani adulti in più, tra i 18 e i 34 anni, affetti da questa condizione. Secondo le statistiche ISTAT del 2023, il tasso di obesità è aumentato del 38% rispetto al 2003, con il dato dei giovani adulti a trainare questa crescita significativa.
L’ultima rilevazione di OKkio alla Salute dell’Istituto Superiore di Sanità ha evidenziato che il 13,3% dei bambini siciliani è obeso, mentre il 20,5% è in sovrappeso, collocando la regione tra quelle con le percentuali più alte d’Italia per obesità infantile. Questi dati mostrano che una parte significativa della popolazione giovanile vive fin dalla tenera età con un peso eccessivo, condizione che porta a conseguenze sul piano fisico, psicologico e sociale, oltre a rappresentare una minaccia concreta per la salute futura.
Secondo l’ISTAT, circa il 60% degli italiani sopra i tre anni non pratica alcuna attività fisica regolare, una percentuale significativa che contribuisce ad aumentare i livelli di obesità e sovrappeso nella regione. Emerge ancora un forte divario territoriale: la più elevata partecipazione alla pratica sportiva si registra al Nord (41,6%), seguito dal Centro (36,7%) e infine dal Mezzogiorno (24%). Le regioni con i livelli più bassi sono Campania (20,8%), Calabria (22,5%), Sicilia (23,2%), Molise (23,6) e Basilicata (24,7%). La condizione ha conseguenze dirette sulla salute, come dimostra la crescente incidenza del diabete, anch’essa sopra la media nazionale.
Tra la popolazione adulta e anziana, i dati sono altrettanto allarmanti. In Italia, la percentuale di giovani adulti tra i 18 e i 34 anni obesi è più che raddoppiata negli ultimi vent’anni, passando dal 2,6% al 6,6%. Anche tra i siciliani di questa fascia d’età si nota un incremento significativo, soprattutto tra le donne, dove il dato è addirittura triplicato. Nella fascia di età tra i 35 e i 44 anni, il tasso di obesità è aumentato dal 6,4% al 9,8% su scala nazionale, mentre tra gli over 74 si è passati dall’11% al 13,8%.
Con quasi 340.000 persone affette, il diabete è una condizione sempre più comune in Sicilia, con una prevalenza che è quasi raddoppiata negli ultimi vent’anni. Oggi, circa il 7% dei siciliani vive con questa patologia, e nella fascia di età oltre i 65 anni, una persona su quattro ne è colpita. Si tratta di una vera e propria emergenza in crescita costante, che richiede risorse significative: i costi per l’assistenza diabetologica rappresentano ormai circa il 10% della spesa sanitaria pubblica, una quota che potrebbe diventare insostenibile se la diffusione della malattia non viene contenuta.
Per cercare di ridurre la prevalenza di obesità e diabete, la Regione Siciliana ha adottato nel 2013 il Piano nazionale della Malattia Diabetica (PND), successivamente implementato con il Decreto 1112/2013. Questo piano ha previsto misure di prevenzione, diagnosi precoce e gestione delle complicanze della malattia, con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita dei pazienti e di prevenire le conseguenze più gravi del diabete. A livello regionale, sono stati istituiti Centri per la diabetologia pediatrica e una Commissione per il diabete in età evolutiva, con l’intento di garantire cure specializzate e un adeguato monitoraggio della patologia fin dalla giovane età.
La situazione in Sicilia richiede, però, uno sforzo collettivo e un cambiamento culturale per combattere questa emergenza. Promuovere l’attività fisica e una corretta alimentazione fin dalla prima infanzia è essenziale per prevenire l’obesità e le malattie croniche ad essa associate. Solo attraverso un’azione coordinata che coinvolga istituzioni, famiglie, scuole e operatori sanitari sarà possibile affrontare efficacemente queste problematiche e migliorare la salute della popolazione siciliana, riducendo l’incidenza di obesità e diabete per le generazioni future.