“L’emergenza rifiuti è legata alla mancanza di disponibilità all’interno delle discariche”, con questa dichiarazione di Francesco Laudani, presidente Srr Catania Area Metropolitana, iniziamo a trattare la questione che da anni attanaglia la Sicilia. Qualche passo in avanti, sicuramente, è stato fatto. Tuttavia, cosa devono aspettarsi i siciliani alla vigilia della stagione estiva e con l’arrivo in massa dei turisti? Un tema da non trascurare.
“Abbiamo per legge un compito particolare: individuare i soggetti e fare le gare per quanto riguarda i comuni che dovranno gestire il servizio rifiuti e anche individuare le piattaforme dove poter far conferire ai comuni sia i rifiuti differenziati, che quelli indifferenziati. La nostra Srr (28 unità) si può ritenere fortunata, perché una buona parte di comuni va a conferire l’indifferenziata presso la discarica di Enna, dopo un accordo confermato con decreto regionale. Posso anticipare che a giorni chiederò un incontro con la Città Metropolitana, la quale autorizza questi impianti di differenziare, quindi cercheremo di fare un monitoraggio di tutti gli impianti esistenti con le varie capienze possibili. Invece, per quanto riguarda l’indifferenziato noi siamo legati in questo momento alla Sicula Trasporti per un gruppo di comuni, e sappiamo benissimo che Sicula non ha più la discarica. Quindi invia i rifiuti fuori dall’Italia e la problematica è legata al costo di conferimento”. Infatti, come evidenziato da Laudani, i comuni che conferiscono a Sicula pagano intorno a 380 euro a tonnellate, un costo altissimo per il trattamento.
Laudani, riconfermato alla guida della società di regolamentazione dei rifiuti, spiega la sua visione rispetto alla gestione del sistema rifiuti, che comprende necessariamente l’implementazione dei termovalorizzatori ai quali quasi tutte le Srr hanno detto si, per risolvere le questioni strutturali della crisi. E lo sappiamo che trasferire i rifiuti fuori dall’Isola implica delle spese particolarmente esose per le casse della Regione. La Srr guidata da Laudani ha incontrato, qualche mese fa, l’assessore regionale all’Energia, Roberto Di Mauro, per accelerare l’iter legato all’installazione dei termovalorizzatori, prevedendo- secondo il piano del governo Schifani – che uno si faccia in Sicilia Occidentale e l’altro in Sicilia Orientale. “Abbiamo, inoltre, firmato un accordo di collaborazione dove cercheremo di dare la massima disponibilità. Bisogna quantificare i quantitativi dei flussi di rifiuti, come detto dal presidente Schifani e dall’assessore Di Mauro, e stabilire dopo se effettivamente ne occorrono due o anche di più”.
“Sarebbe utile ampliare le discariche, ma le norme dell’UE non lo permettono perché non ci sono grandi aperture, anzi si tende sempre a ridurre al massimo il quantitativo da poter conferire in discarica, e se non conferiamo in discarica è chiaro che in qualche posto i rifiuti devono andare. Se devono andare fuori Italia ed essere bruciati per produrre energia, non ha senso non farlo in Sicilia. Sono d’accordo, ci siamo resi conto che è l’unica alternativa alle discariche e agli ampliamenti. Attendiamo dall’assessore delle indicazioni, le Srr dovranno modificare il proprio piano di ambito, dove vanno calati esigenze e flussi, ed eventuali impianti da realizzare all’interno del nostro ambito”.
La legge è molto chiara e punta sull’aumento del riciclo e della differenziata. La situazione nel territorio etneo? “Mi pare che noi ci siamo adeguati, quasi tutti i comuni, a parte Catania che ha una situazione particolare perché il servizio è partito in ritardo. Tuttavia siamo quasi all’80% e altri che hanno superato questo numero. I comuni devono avere la possibilità di poter serenamente conferire. Se gli impianti si bloccano perché non riescono a far uscire il materiale lavorato (carta, cartone, plastica) allora ci ritroviamo da un lato ad una percentuale alta di differenziato che fanno i comuni, dall’altro gli impianti pieni senza riuscire a chiudere il ciclo”.
A questo punto, bisogna capire se l’impiantistica in Sicilia ha fatto dei passi avanti, e cosa serve ancora. Lo ribadisce Laudani. “Ogni comune – in base alla propria popolazione – deve avere il proprio o più centri comunali di raccolta. Alcuni sono stati finanziati con il Pnrr. Sono importanti e vanno garantiti perché già lì viene fatta una prima grande operazione di differenziazione dei rifiuti. Il cittadino ha la possibilità di conferire i rifiuti differenziati all’interno del comune dove vive. È il punto di partenza. Si può anche attivare il riciclo o il riuso di alcuni rifiuti. Serve anche ad evitare l’abbandono dei rifiuti. Chi non ha la possibilità di conferire all’interno del proprio comune, a volte, purtroppo li abbandonano in un altro sito o lungo le strade provinciali e statali”.
Fu siglato un accordo quadro fra la Regione, il ministero e il Conai, prevedendo lo stanziamento di grossi finanziamenti per le Città Metropolitane. Su Catania ad esempio c’erano 5 milioni di euro. Servivano per l’acquisto di attrezzature al fine di aumentare ancora di più la differenziata. “Nella mia Srr ci sono i comuni dell’Etna e abbiamo il problema dell’abbandono all’interno del parco dell’Etna e avevo previsto un progetto per la formazione di guardie ambientali con sistemi di videosorveglianza per quel luogo, quale sito turistico importante. Bisogna vedere se questi fondi sono ancora disponibili che potrebbero rappresentare un segnale di coinvolgimento di realtà e di volontariato, che possano essere di supporto ai cittadini”.
“Ringrazio tutti i sindaci della SRR Catania Area Metropolitana, per la fiducia ancora una volta accordata all’attuale CDA per il lavoro svolto, seppur in un contesto difficile ed emergenziale. Un cda che rappresenta tutto l’intero territorio della Srr , dai comuni più piccoli a quelli più grandi. La problematica rifiuti è di tutti, è necessario un pieno coinvolgimento di tutti i territori senza distinzioni di colori politici, con l’obiettivo unico di trovare soluzioni che possano da un lato ridare la giusta visibilità ai nostri stupendi territori sempre più apprezzati sotto il profilo turistico e culturale ma spesso oggetto di critica per la continua mancanza di pulizia e decoro urbano e nello stesso tempo abbassare il costo dell’intero ciclo dei rifiuti che grava totalmente su tutti i cittadini”.