I siciliani alla ricerca di un futuro più roseo e prosperoso, ma lontano dai confini regionali, tornano sotto i riflettori dell’Ars. In V Commissione Cultura, Formazione e Lavoro, presieduta da Fabrizio Ferrara, si torna a parlare di emigrazione, famiglie e lavoro.
Non è un segreto. La diaspora siciliana è un’emergenza dalla quale non si può restare indifferenti. Un fenomeno non di certo nuovo, che già nel secolo scorso ha visto l’Isola tra le Regioni maggiormente protagoniste, ma che nei decenni è mutato cambiando volto, dimensioni e caratteristiche. Gli ultimi dati del Rapporto Italiani nel mondo della Fondazione Migrantes lo confermano, con oltre 15mila siciliani che nel 2024 hanno abbandonato la propria terra natia. La Sicilia si conferma così al primo posto per numero di iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, una comunità che conta ben oltre 820mila emigrati.
Aiutare i nostri concittadini, ma soprattutto offrire loro una nuova opportunità. Sono questi i punti di domanda su cui ci si interroga a Palazzo dei Normanni. Dei quesiti che in realtà si ripropongono da anni. Nasce così l’esigenza di mettere in piedi un disegno di legge per promuove la tutela morale, l’assistenza materiale e la elevazione sociale dei lavoratori emigrati, immigrati e delle loro famiglie. Il testo è frutto di una serie di proposte, due delle quali vedono come primo firmatario il presidente della Commissione Antimafia Antonello Cracolici. Oltre all’esponente dem, altre iniziative sono giunte dal Movimento 5 Stelle, con Roberta Schillaci, e dall’assessore regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità Alessandro Aricò. Tra i banchi della V Commissione andrà così al vaglio un testo unico sui provvedimenti per il contrasto allo spopolamento e nella giornata di oggi, secondo calendario, sarà ascoltato il deputato del Partito Democratico.
Ma andiamo nel dettaglio. La proposta di legge prevede la costituzione di una Consulta regionale dell’emigrazione presso l’assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro, che dovrà riunirsi due volte l’anno, con l’obiettivo di studiare le cause e gli effetti dell’emigrazione e dell’immigrazione, avanzare proposte e soluzioni, esprimere parere sulle azioni già messe in campo e ogni tre anni una conferenza regionale sui problemi delle migrazioni.
Come si apprende dal testo, dovrà essere presieduta dall’assessore al ramo e composta, tra i tanti, da chi sulla propria pelle ha vissuto e vive il fenomeno della diaspora siciliana: 3 rappresentanti di patronati e delle organizzazioni sindacali a carattere nazionale legalmente riconosciuti che si occupino dell’assistenza agli emigrati e che abbiano maggiore rappresentanza all’estero, designati dai rispettivi organi regionali; 8 rappresentanti degli emigrati, designati dalle maggiori associazioni aventi sede in Sicilia ed operanti da almeno tre anni dall’ entrata in vigore della legge regionale 3 giugno 1975 n. 25, recante i provvedimenti in favore dei lavoratori emigranti e delle loro famiglie; 20 emigrati all’estero da almeno tre anni, di cui due in Francia, tre nella Germania Federale, due nel Benelux, due in Svizzera, uno in Inghilterra e Irlanda e dieci nelle seguenti aree extraeuropee: tre nel nord America di cui uno in Canada, quattro nell’ America centrale e del sud, due nell’Australia, uno in Africa.
Per il quadriennio di durata della Consulta è inoltre previsto l’istituzione di un Comitato direttivo, che abbia il compito di collaborare a stretto contatto con l’assessorato e la Consulta. Altro tassello è rappresentato dall’albo regionale delle associazioni degli emigrati, degli immigrati e dei patronati. La domanda di iscrizione dovrà essere presentata all’assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro.
L’assessorato avrà inoltre il compito di ripartire contributi alle associazioni e alle organizzazioni operanti nella Regione in favore degli emigrati da almeno tre anni alla data di entrata in vigore della legge regionale del ’75 aderenti ad associazioni ed organizzazioni a carattere nazionale presenti all’estero e riconosciute dal Ministero degli Affari Esteri. Contributi che dovranno essere investiti per il potenziamento delle strutture organizzative e lo svolgimento di attività promozionali nel settore.
All’interno del ddl è prevista anche la promozione delle attività economiche degli emigrati che rientrano in Sicilia e che presentano piani di investimento nei vari settori economici, oltre che, tramite le associazioni ed i loro referenti all’estero, le attività finalizzate all’investimento in Sicilia o alla promozione dei prodotti siciliani all’estero. La Regione si impregna inoltre e incentivare la formazione di “joint venture” tra società omologhe che lavorano, investono in Sicilia e che operano all’estero e favorisce, anche mediante contributi e prestiti agevolati, la nascita di cooperative i cui soci siano per almeno il 60% emigrati rientrati definitivamente in Sicilia. Agli imprenditori sarà concesso un contributo sugli interessi per mutui fino a 350mila euro.
Sostegni anche per i figli dei lavoratori siciliani emigrati. E’ il caso di borse di studio ad hoc e di contributi per due tipologie di attività promozionali per l’avvio e la permanenza in colonie marine e montane, site in Sicilia, di figli di lavoratori siciliani emigrati anche se non in possesso della cittadinanza italiana, nonché i figli degli immigrati extracomunitari residenti in Sicilia, e in campeggi di figli di lavoratori emigrati ed immigrati, di età compresa fra i dodici e i diciotto anni.
In favore dei lavoratori emigrati che ritornano in Sicilia è concesso nel disegno di legge il concorso regionale nel pagamento degli interessi su mutui destinati per finanziamenti volti all’acquisto, alla costruzione, al rinnovo o al trasformazione di immobile per uso abitazione propria, previa dimostrazione di impossidenza di altro immobile adibito a casa di civile abitazione nel Comune dove intendono stabilire la propria residenza al momento del rientro in Sicilia, ed i cui piani di ammortamento non superino l’importo del tetto massimo previsto dalla vigente legislazione regionale e statale in materia di edilizia. Per tali lavoratori, inoltre, la Regione istituirebbe un fondo di rotazione a gestione separata di 25 milioni di euro per la concessione di credito agevolato.
L’assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro è autorizzato anche a concedere un contributo annuo per le spese di gestione in favore delle cooperative di produzione e lavoro, agricole, di servizi, turistiche e di pescatori, costituite per almeno il 60 per cento da lavoratori emigrati che siano rientrati definitivamente nella Regione a far data dall’entrata in vigore della presente legge. Le cooperative possono anche fruire della concessione di contributi previsti da altre leggi della Regione per il settore cooperativistico e della piccola e media impresa.
Ampio spazio è dedicato anche alle attività di formazione, al turismo sociale, alle attività culturali, divulgative e di informazione.