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L'accordo

Ccnl alimentare, rinnovato il contratto: in Sicilia interessati quasi 30mila lavoratori, previsto aumento di 280 euro

venerdì 1 Marzo 2024

Il contratto nazionale dell’industria alimentare, firmato all’alba di oggi, da Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil con le associazioni delle imprese di settore riguarda in Sicilia quasi 30 mila lavoratori di 4.800 aziende. Tra di esse anche realtà grandi come la Coca Cola, la Parmalat, la Ferreo, le industrie della pasta, per citarne alcune.

Tonino Russo – Flai Cgil Sicilia

L’accordo, che sarà adesso al centro di assemblee nei luoghi di lavoro “è’ un risultato importante- commenta il segretario generale della Flai Cgil Sicilia, Tonino Russo, che ha partecipato alle trattative-perché prevede per i lavoratori  aumenti salariali  che consentono il recupero di quello che hanno perso con l’inflazione. Il nostro auspicioaggiunge Russoè che un accordo che dà valore al settore possa incentivare la chiusura delle filiere, la nascita di nuove industrie alimentari e che si avvii una fase di formazione specifica, anche per le nuove professionalità impegnate a seguito della digitalizzazione”.

L’accordo prevede un incremento di 280 euro mensili che, nei 4 anni di vigenza contrattuale, porteranno a un montante di 10.236 euro. La prima tranche parte dal 1 dicembre 2023 con un aumento di 75 euro, già nei primi 14 mesi di applicazione contrattuale lavoratrici e lavoratori andranno a recuperare un importo di 170 euro, il 60% dell’aumento totale previsto. Per i casi di mancata contrattazione di secondo livello si aggiungono altri 15 euro mensili a quelli già previsti.

 

Viene migliorata la dotazione del welfare contrattuale, con un aumento di 4 euro per il fondo integrativo sanitario Fasa a garanzia di maggiori prestazioni. Per il fondo di previdenza complementare Alifond il contributo a carico delle aziende arriva a 1,5% (+0,3%, equivalente a 6 euro); viene inoltre rafforzato il fondo a sostegno del congedo di maternità e paternità.

Novità anche in tema di riduzione dell’orario di lavoro, che nel settore alimentare non subiva modifiche, a livello nazionale, da 30 anni: a partire dal 1 gennaio 2026 coloro che svolgono turni di 18 e 21 ore avranno una riduzione di 4 ore a cui si aggiungeranno altre 4 ore l’anno successivo, mentre dal 1 gennaio 2027 la riduzione di 4 ore si applicherà a tutti i lavoratori e le lavoratrici. C’è l’impegno inoltre a definire future intese a livello aziendale con le Rsu per ulteriori riduzioni dell’orario di lavoro in caso di investimenti tecnologici che potrebbero impattare su produttività e occupazione.

Vengono aggiornati e migliorati gli articoli che disciplinano il governo del mercato del lavoro con maggiore contrasto alla precarietà attraverso il dimezzamento della percentuale complessiva che passa dal 50% al 25% dei contratti a termine, in somministrazione e in staff leasing.

Per i congedi parentali, sono aumentate le ore retribuite per l’inserimento al nido e scuola dell’infanzia e per l’accudimento intra-generazionale per i genitori anziani, nonché per donne vittima di violenza. In materia di pari opportunità è stato introdotto il paragrafo “Diversità e inclusione” che demanda siaalla contrattazione nazionale che a quella di secondo livello l’individuazione di soluzioni e all’Ente bilaterale di settore la promozione di analisi e buone pratiche.

Per rivisitare il sistema classificatorio le parti hanno convenuto diavviare i lavori della Commissione paritetica tecnica per l’aggiornamento delle declaratorie a partire dal 2024. Implementato anche gli  strumenti per formazione, apprendistato e sicurezza.

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